In Cina e Asia – Al via il gaokao: nove milioni di cinesi all’esame di maturità

In by Simone

I titoli della rassegna di oggi:

– Al via il gaokao: oltre nove milioni di cinesi all’esame di maturità
– Jack Ma di Alibaba esorta giovani di Hong Kong a «pensare bene» alle proprie posizioni anticinesi
– Lancôme cancella evento con cantante di Hong Kong «pro democrazia», i cittadini iniziano il boicottaggio
– Inizia il ramadan, Pechino lo vieta per i dipendenti pubblici in Xinjiang
– Il bambino giapponese abbandonato nella foresta perdona i genitori, che non saranno denunciatiAl via il gaokao: un milione di cinesi all’esame di maturità

È tutto pronto per il gigantesco evento collettivo del gaokao, gli esami nazionali della scuola superiore equivalenti, in Cina, alla nostra maturità. Secondo le stime, quest’anno parteciperanno oltre nove milioni di studenti in tutto il paese.
Il gaokao, che rappresenta per gli studenti cinesi lo spartiacque tra l’accesso a un’istruzione di alto livello con prospettive di lavoro migliori e, in caso di fallimento, un destino relegato a impieghi poco redditizi, è tradizionalmente motivo di enorme stress per i teenager locali. Per assicurarsi le condizioni psicofisiche migliori a ridosso del test, chi può fa ricorso al tutoring di cosiddetti «babysitter per il gaokao», riporta il portale Sixth Tone: studenti universitari che si trasferiscono a casa dei maturandi per preparali a dovere.

Quest’anno, per la prima volta, chi verrà beccato a copiare durante l’esame non solo verrà espulso dalla sessione, ma potrebbe addirittura finire in cella per un massimo di sette anni.

Jack Ma di Alibaba esorta giovani di Hong Kong a «pensare bene» alle proprie posizioni anticinesi

Il presidente di Alibaba Jack Ma, in un discorso agli studenti della University of Macau (Macao), è intervenuto nel dibattito in corso nell’ex colonia britannica circa le posizioni anticinesi dei giovani, animatori da anni del movimento composito di protesta contro le ingerenze di Pechino negli affari locali di Hong Kong. Ma, riporta il South China Morning Post, ha detto: «Ognuno deve fare le proprie scelte…credo che questi giovani debbano veramente pensare molto bene a cosa vogliono e a cosa sono disposti a perdere. Tra qualche anno capiranno», aggiungendo che occorre anche «ricordarsi delle proprie radici».

La posizione di Ma, vagamente pro Pechino, è stata equilibrata dallo stesso presidente di Alibaba nel corso della giornata di ieri, quando in un altro meeting ha esaltato le caratteristiche uniche di «apertura a persone e idee differenti» di Hong Kong e Macao, che dovrebbero continuare a essere tutelate.

Lancôme cancella evento con cantante di Hong Kong «pro democrazia», i cittadini iniziano il boicottaggio

La marca di prodotti cosmetici è entrata nel mirino della protesta dei consumatori di Hong Kong dopo la cancellazione, domenica scorsa, dello show promozionale al quale avrebbe dovuto partecipare anche Denise Ho, cantante locale nota per le proprie posizioni «pro democrazia» e, ricorda Quartz, tra i primi vip arrestati durante le proteste della Umbrella Revolution del 2014.

La scorsa settimana sui media online in cinese e inglese in Cina erano apparsi appelli per il boicottaggio di Lancôme, in previsione dello show che avrebbe urtato la sensibilità degli abitanti della Repubblica popolare. Cancellato il concerto di Denise Ho – ufficialmente per «motivi di sicurezza» – Lancôme sta subendo ora una campagna di boicottaggio nell’isola, mentre Ho chiede che il brand francese spieghi per davvero le motivazioni dietro alla cancellazione del suo concerto.

Inizia il ramadan, Pechino lo vieta per i dipendenti pubblici in Xinjiang

Come ogni anno, all’inizio del mese di digiuno islamico del ramadan coincidono i proclami di Pechino a riaffermare il primato dell’ateismo di stato sulla fede religiosa individuale dei propri cittadini. Il governo centrale ha diramato lunedì, inizio del ramadan, una circolare che vieta ai dipendenti pubblici, agli studenti e ai bambini del Xinjiang – dove vivono 10 milioni di musulmani – di osservare il digiuno. Una mossa che viene giudicata, come ogni anno, lesiva dei diritti e della libertà religiosa della minoranza uighura.

Il bambino giapponese abbandonato nella foresta perdona i genitori, che non saranno denunciati

La storia «strano ma vero» giapponese del momento riguarda il settenne Yamato Tanooka. Il piccolo Yamato era stato lasciato sul bordo della strada dai genitori «per punizione», dopo che aveva tirato pietre contro altre auto; quando sono tornati a riprenderlo, pochi minuti dopo, era scomparso. È stato ritrovato una settimana dopo in una base militare a cinque chilometri di distanza dal luogo del castigo temporaneo, lievemente disidratato e ferito.

Il caso ha aperto un dibattito in Giappone su genitori ed educazione, mentre Yamato pare abbia perdonato i suoi genitori. Secondo Tanooka senior, 44 anni, le parole precise sarebbero state: «Sei un bravo papà. Ti perdono». 
Le autorità hanno deciso di non procedere per vie legali contro i genitori di Yamato.