In Cina e Asia – Accordi strategici tra Pechino e Riyadh

In by Gabriele Battaglia

Conclusa la prima tappa della visita di stato di Xi Jinping in Medio Oriente, con la firma di almeno dieci accordi strategici  – in particolare sul business del petrolio – e la promessa di sostegno di Pechino al governo yemenita (in esilio proprio a Riyadh) che da mesi si scontra con gruppi di ribelli pro-Iran. Prossima tappa per il presidente cinese: proprio Tehran. Proteste in tutto il Pakistan dopo l’attacco terroristico alla Bacha Khan University (21 morti). La pagina Facebook della neo presidente taiwanese Tsai Ing-wen subissata da commenti pro-Cina scritti in caratteri semplificati (quindi provenienti dalla Cina continentale). Il partito comunista del Vietnam si riunisce per nominare la nuova leadership, che dovrà gestire il «miracolo economico» di Hanoi. In Giappone accuse di corruzione al ministro dell’economia Akira: ha preso 3500 euro di mazzetta e «una barretta di confettura di fagioli rossi». La nostra rassegna del mattino.Accordi strategici Pechino-Riyadh, dal petrolio allo Yemen

Aramco, l’azienda petrolifera di stato saudita, è in fase avanzata di dialogo con Pechino e le sue aziende del settore energia, Cnpc e Sinopec su tutte, per investire nella produzione petrolifera e nella vendita di prodotti petrolchimici in Cina. L’accordo rientra nell’ambito della visita del presidente cinese Xi Jinping in Arabia Saudita, durante la quale sono stati firmati oltre dieci accordi strategici tra le due parti. Tra queste, l’acquisto di una raffineria della Cnpc (per un valore da circa 1 miliardi di euro).

Sempre a conclusione della sua visita, Xi Jinping ha offerto il supporto del suo paese al governo dello Yemen, appoggiato da Riyadh e coinvolto in un conflitto con ribelli pro-Iran. Xi continuerà il suo viaggio in Medio Oriente visitando proprio la Repubblica islamica.

Attacco terroristico all’Università Bacha Khan di Charsadda, Pakistan: 21 morti

Manifestazioni sono state organizzate in alcune località del Pakistan questa notte in seguito all’attacco di ieri alla Bacha Khan University di Charsadda, 50 km a nord della città pachistana di Peshawar. A Quetta si è tenuta una veglia funebre, mentre a decine sono scesi in piazza a Karachi per protestare contro la violenza settaria.

L’attacco di ieri è stato rivendicato dai taliban pakistani, autori nel 2014 di un altro violento attacco in una scuola di Peshawar, durante il quale morirono 1310 persone. Le vittime di ieri erano principalmente studenti, alloggiati nel campus universitario per un evento di poesia legato all’anniversario della morte di Bacha Khan: «freedom fighter» di etnia pashtun, devoto musulmano e pacifista conosciuto – impropriamente, sic! – come «il Gandhi pakistano».

Attacchi via Facebook alla nuova presidente taiwanese

La pagina Facebook di Tsai ing-wen, neoeletta presidente di Taiwan, è stata invasa di messaggi ostili nei suoi confronti e pro-cinesi. Probabilmente, scrivono oggi i media locali, i post provengono da account di cittadini della Cina continentale, dato l’uso dei caratteri cinesi semplificati.

Al centro degli attacchi l’atteggiamento «indipendentista» della nuova leader di Taiwan. Tsai ha comunque dimostrato apprezzamento per i messaggi (tecnicamente Facebook è bloccato dalla censura governativa cinese): «Spero che nuovi amici possano vedere i traguardi di Taiwan nella libertà di parola e nel pluralismo delle informazioni».

Tsai ha inoltre ribadito l’importanza di mantenere buoni rapporti con Pechino, che considera Taiwan parte del paese di mezzo.


Riforme, investimenti stranieri e rapporto con la Cina: il Partito comunista vietnamita elegge la nuova leadership

Si è aperto ieri il 12esimo congresso del partito comunista vietnamita, che entro la prossima settimana comunicherà i nomi dei leader che guideranno il paese per i prossimi cinque anni. Gli esperti da giorni parlano di divisioni interne al partito sui nomi: il premier Nguyen Tan Dung, promotore delle riforme di mercato che negli ultimi anni hanno portato il Vietnam a tassi di crescita compresi tra il 6 e l’8 per cento e attirato investitori stranieri, potrebbe diventare nuovo segretario del partito, incarico di primo piano nella leadership del paese.

Anche i rapporti con la Cina, sempre più tesi sulla sovranità nelle isole contese del Mar cinese meridionale, saranno centrali. Dung sembra avere il favore di Pechino e degli investitori stranieri, fra cui anche l’Italia. A novembre 2015, durante la visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Roma e Hanoi hanno siglato accordi di cooperazione economica nel settore manifatturiero.

Giappone, il ministro dell’economia accusato di corruzione

Avrebbe ricevuto 500 mila yen (circa 3,500 euro) in mazzette e una barretta di confettura di fagioli rossi da parte di un emissario di un’azienda di costruzioni. Sono queste le accuse mosse al ministro dell’economia e delle politiche fiscali giapponese Akira Amari, una delle figure chiave del governo guidato da Shinzo Abe, da parte del settimanale scandalistico Shukan Bunshun.

Amari è l’uomo che è riuscito a mettere fine a dieci anni di trattative sul Tpp, l’accordo di libero scambio tra una decina di paesi che si affacciano sull’Oceano pacifico, tra cui Stati Uniti, Canada, Messico, Australia, Giappone e Malaysia. Amari si è difeso dicendo di non aver commesso nulla che possa attirare su di lui critiche dall’opinione pubblica. Il ministro ha comunque annunciato l’avvio di un’indagine per chiarire la vicenda.

[Foto credit: bbc.co.uk]