In Cina e Asia — Siamo di fronte alla fine delle politiche pianificazione familiare in Cina?

In Notizie Brevi by Redazione

Siamo di fronte alla fine delle politiche pianificazione familiare in Cina?

Nell’ultima versione del nuovo Codice Civile che verrà adottato a partire dal 2020, il governo cinese ha rimosso ogni riferimento alle politiche per la pianificazione familiare, un chiaro segnale della volontà di eliminare ogni restrizione al numero di figli per nucleo familiare. La completa eliminazione del controllo delle nascite, come riportato da Bloomberg News, segnerebbe una svolta epocale e la fine di un largamente criticato esperimento sociale che ha lasciato il paese più popoloso al mondo a corto di manodopera, con una società sempre più vecchia e con 30 milioni di donne in meno rispetto agli uomini.

I recenti trend demografici in Cina mettono una grossa ipoteca sui piani del Presidente Xi per rilanciare la crescita economica del gigante asiatico. L’invecchiamento della popolazione ha fatto aumentare drasticamente i costi sia del sistema pensionistico che di quello sanitario e ha spinto molti investitori stranieri a delocalizzare in realtà con una più giovane forza lavoro. Gli ultimi dati, infatti, rivelano che entro il 2030 un quarto della popolazione cinese avrà più di 60 anni di età.

Le autorità cinesi stanno valutando nuovi metodi per incentivare la crescita demografica e presto anche il limite di due figli per coppia entrato in vigore nel 2016 potrebbe essere eliminato.

Cosa aspettarsi dalla settima edizione del Forum on China-Africa Cooperation?

La settima edizione del Forum on China-Africa Cooperation (FOCAC) si terrà a Pechino il 3 e 4 settembre 2018. Il FOCAC, il primo Forum fu organizzato a Pechino nel 2000 e si è poi ripetuto con cadenza triennale, è un summit ufficiale tra il Presidente cinese e tutti i capi di stato dei paesi africani partecipanti al fine di rilanciare la cooperazione politico-economica tra le diverse realtà coinvolte. Una recente pubblicazione da parte della China-Africa Research Initiative (CARI) analizza in dettaglio quattro punti chiave che saranno al centro di questa edizione del FOCAC, ovvero:

1. I prestiti cinesi verso i paesi africani al momento non sono tra i principali responsabili di un sempre più grave indebitamento del continente africano. Ogni futuro prestito all’interno del framework del FOCAC terrà conto dell’aggravarsi della situazione di indebitamento del partner africani.

2. Durante questa edizione del FOCAC verranno quasi sicuramente concessi nuovi prestiti destinati al settore delle infrastrutture e a quello manifatturiero.

3. Nel tentativo di diversificare la natura dei rapporti tra Cina e Africa, nuova enfasi verrà posta su progetti comuni per la promozione dei temi della sicurezza e della pace in Africa.

4. Nuove aree di cooperazione potrebbero includere le energie rinnovabili e una maggior integrazione dei paesi africani all’interno della Belt & Road Initiative.

Seoul divisa tra una maggior spesa militare e più stretti rapporti con il Nord

Il governo sud-coreano ha da poco rilasciato una prima versione del budget relativo alle spese preventivate per il 2019 e risulta chiaro fin da subito che la volontà di Seoul è quella di accontentare sia i sostenitori di una maggiore integrazione tra le due Coree sia chi è a favore di una maggior spesa per la difesa militare.

Secondo il nuovo budget, Seoul espanderà ulteriormente la cooperazione con la Corea del Nord con un incremento annuale del 14.3%, per un totale di 990 milioni di dollari. Questa cifra include anche tutti i progetti transfrontalieri, tra cui l’ammodernamento di strade e ferrovie nel nord della penisola. Il Ministero per l’Unificazione ha inoltre annunciato di volere triplicare i fondi destinati alla riunificazione di tutte le famiglie separate dalla Guerra di Corea.

Al contempo, il governo di Seoul ha pianificato un aumento degli investimenti per la difesa militare pari all’8.2% annuo, il più grande aumento dal 2008. Il Ministero per la Difesa Nazionale è alla ricerca di nuovi fondi per lanciare un sistema di difesa su “tre assi” per contrastare ogni minaccia proveniente da Pyongyang. Il sistema include tecnologie in grado di neutralizzare o eliminare la leadership nordcoreana a seguito dello scoppio di un conflitto, di annullare preventivamente l’utilizzo di armi di distruzione di massa così come il sistema di difesa missilistico nordcoreano.

Il budget, dopo aver passato una prima revisione da parte dell’Assemblea Nazionale, è ancora in fase preliminare.

I partiti di opposizione accusano il Primo Ministro Indiano Modi di voler arrestare tutti gli attivisti

Il recente arresto di cinque avvocati e attivisti di sinistra da parte della polizia indiana ha lanciato la condanna da parte dei partiti di opposizione e dei difensori dei diritti umani, i quali accusano il governo di Modi di voler mettere a tacere ogni forma di dissenso. La polizia ha dichiarato che i cinque attivisti sono stati arrestati a seguito del loro legame con i militanti Maoisti, i quali avrebbero da tempo pianificato l’assassinio del primo ministro Narendra Modi e del presidente del Bharatiya Janata Party (BJP) Amit Shah. Rahul Gandhi, a capo del principale partito d’opposizione, ha affermato che il governo vuole semplicemente “arrestare tutti gli attivisti”, così da rafforzarsi in vista delle elezioni generali che si terranno nel 2019.

Amnesty International e Oxfam hanno rilasciato un comunicato in cui definiscono gli arresti “allarmanti” e si interrogano sulla reale natura dei crimini commessi dai cinque attivisti. Aakar Patel, direttore esecutive per Amnesty International India, ha dichiarato che “tutti questi individui da tempo lavorano per la difesa dei diritti delle fasce della popolazione più povere e marginalizzate”.