In Ciad, una pipeline controversa

In by Simone

Attivisti dei diritti umani nel Ciad temono un nuovo progetto di pipeline cinese, che potrebbe colpire centinaia di persone e distruggere almeno 10 villaggi. Il lavoro è iniziato a a 300km circa del gasdotto dalla Koudalwa, dove si trovano i giacimenti petroliferi nel sud del paese. Da lì dovrebbe partire la connessione con una nuova raffineria a nord della capitale. Gli attivisti sostengono che la valutazione dell’impatto ambientale è stata inadeguata e residenti non sono stati consultati. Il governo del Ciad ha promesse ricompense a chi perderà la propria abitazione, anche se le voci in queste ultime ore si rincorrono: secondo alcuni esponenti dei gruppi di monitoraggio della pipeline, gli abitanti dei villaggi non correrebbero alcun rischio.

La critica e le proteste ruotano intorno al fatto che l’operazione è direttamente gestita dal governo del Ciad e la China National Petroleum Corporation (CNPC), senza alcun controllo da parte della comunità internazionale. Najirambaye Nelungar fa parte del gruppo di ricerca e di monitoraggio della pipeline che dovrebbe collegare il Ciad al Camerun: secondo la sua opinione gli abitanti sarebbero stati consultati. Una copia di una mappa che mostra l’itinerario proposto per il gasdotto Koudalwa ottenuto dalla BBC mostra 26 villaggi completamente travolti da una spessa linea rossa che ne indica il suo percorso. Il loro futuro sembra scontato, il petrolio comanda, specie se richiesto dalla Cina.

Gli attivisti denunciano inoltre il fatto di non essere ancora entrati in possesso di alcuna documentazione ufficiale tra il ministro del petrolio del Ciad e della CNPC per comprendere il reale impatto della pipeline sui territori in cui dovrà passare.