Il Giappone nazionalizza le isole contese

In by Gabriele Battaglia

Il Giappone domina le prime pagine dei giornali cinesi. Ieri è stato finalmente raggiunto l’accordo per la nazionalizzazione delle isole Diaoyu/Senkaku da parte giapponese. Per Pechino si tratta di un atto "illegale e non valido" al quale i cinesi non intendono arrendersi.È il Giappone oggi a conquistarsi le prime pagine di quotidiani e magazine della Repubblica popolare. Ieri due navi della guardia costiera cinese sono arrivate nelle acque periferiche delle isole Diaoyu (o Senkaku come le chiamano i giapponesi). È una mossa tattica che vuole comunicare la risoluzione con cui la Repubblica popolare cinese è decisa a sostenere la sua sovranità territoriale nell’area, scrive l’agenzia di stampa Xinhua. E sempre ieri Tokyo ha annunciato che Shinichi Nishimiya prenderà il posto di Uichiro Niwa come ambasciatore in Cina.

L’agenzia Kyodo parla di un accordo per la cessione di tre delle cinque isole principali, raggiunto lunedì. In conferenza stampa il segretario di Gabinetto, Osamu Fujimura, si è limitato a confermare i colloqui tra il governo e la proprietà, senza entrare nei dettagli della trattativa. Il prezzo, secondo quanto riportano i giornali, si dovrebbe aggirare attorno ai 26 milioni di dollari e un contratto preliminare potrebbe arrivare già a fine mese.

In passato il governatore di Tokyo, Shintaro Ishihara, aveva tentato l’acquisto delle Senkaku-Diaoyu, iniziando una raccolta di donazioni e fomentando le tensioni con Pechino. Tensioni che nelle ultime settimane hanno visto nazionalisti e attivisti dell’una e dell’alta parte sbarcare sull’arcipelago.

Prima 14 attivisti cinesi partiti da Hong Kong, che hanno issato sulle isole anche la bandiera di Taiwan ( che al pari di Pechino rivendica le isole) creando qualche imbarazzo tra i due governi che rivendicano il nome Cina. In risposta, pochi giorni dopo, è stato l’arrivo a nuoto dei nazionalisti nipponici, scintilla per manifestazioni anti-giapponesi in diverse città

Il Ministero degli Affari Esteri cinese è esploso ieri rilasciando una dichiarazione che condanna l’acquisto delle isole come "una grave violazione della sovranità della Cina sul suo territorio e una grave offesa per un miliardo e trecento milioni di cinesi”. E la nota continua indicando che si sono "seriamente calpesti i fatti storici e la giurisprudenza internazionale. Il governo e i cittadini cinesi esprimono ferma opposizione e protesta contro questa mossa giapponese ".

Nella dichiarazione, il Ministero degli Affari Esteri ha aggiunto che la Cina è il proprietario indiscutibile delle isole Diaoyu, il che è supportato da fatti storici e dalla giurisprudenza.

"Le isole Diaoyu sono state messe sotto la giurisdizione della difesa navale della Cina come isole collegate di Taiwan, dall’epoca della dinastia Ming". Le isole Diaoyu non sono mai stati "terra nullius", si legge sempre nello stesso comunicato.

Nel frattempo, due navi di sorveglianza cinesi sono arrivate nelle acque delle isole Diaoyu per rivendicarne la sovranità. Il governo giapponese ha formalmente accettato di pagare ”26 milioni di dollari per ottenere la proprietà delle isole Diaoyu dal "proprietario" Hiroyuki Kurihara per tre isole”.

Questa mossa è arrivata un giorno dopo che il presidente cinese Hu Jintao ha dichiarato in un colloquio con il primo ministro giapponese Yoshihiko Noda all’Assemblea dei leader dell’APEC che il tentativo del Giappone di acquistare le isole Diaoyu è "illegale e non valido", aggiunge il magazine Caixin, solitamente contraddistinto da toni più pacati. Hu aveva aggiunto che la posizione della Cina sulle isole contese era chiara e coerente e che si opporrà a qualunque tentativo del Giappone di rendere le isole "di proprietà statale".

Dopo il passaggio giapponese, il premier cinese Wen Jiabao ha ribadito che le isole Diaoyu sono parti inseparabili del territorio della Cina e che il governo e la gente non si arrenderanno mai quando si tratta di sovranità e territorio.

[scritto per Lettera43; foto credits: news.cn]