I giovani cinesi parlano la Lingua dei Marziani e sfidano l’autorità

In Cina, Economia, Politica e Società by Redazione

 

La prima volta che acquistai una scheda telefonica cinese rimasi sorpreso non tanto perché il commesso mi chiese che numero volessi, ma piuttosto perché i numeri avevano prezzi differenti. Per esempio in Cina un numero di telefono con tanti “8” è costoso perché l’otto è simbolo di prosperità, mentre il “4” in mandarino ha la stessa pronuncia della parola “morte”. Porta male ed è quindi più economico. Col tempo compresi che questo fenomeno socio-linguistico è una costante nella cultura cinese. Basti pensare che il sito di McDonald in Cina è 517–517.com la cui pronuncia è simile alle parole “wo yao chi” ovvero “voglio mangiare”, niente di più azzeccato. Lo stesso non si può dire per lo slang popolare utilizzato per Facebook (Feisibuke) che richiama le parole “la morte è inevitabile”.

Negli anni questa caratteristica ha generato nuove modalità di espressione, utilizzate non solo nel marketing ma anche dagli attivisti politici o dalle nuove generazioni. Linguaggi in codice apparentemente indecifrabili, come la Lingua dei Marziani.
Il termine prende spunto da una scena del celebre film di Hong Kong del 2001, Shaolin Soccer, dove Stephen Chow si prende gioco dell’aspetto del portiere della propria squadra dicendogli: “Tornatene su Marte, la Terra è troppo pericolosa”. Lo stesso invito viene rivolto in Cina a chi parla in maniera incomprensibile.

“3Q Orz” non è infatti un errore di battitura, ma un modo utilizzato dalle generazioni post-1990, i cosiddetti jiulinghou, per dire “molte grazie” in marziano. Il “3” si pronuncia in mandarino “san” e al fianco della lettera “Q” (kju in inglese), richiama il suono di “Thank you”. La parola “Orz” invece non ha un significato fonetico, ma puramente figurativo, come un geroglifico. A livello grafico raffigura un omino inginocchiato a quattro zampe in segno di riverenza, con la “O” a rappresentare la testa, la “r” le braccia e la “z” le gambe.

Sviluppatosi nei primi anni del nuovo millennio a Taiwan, il fenomeno è cresciuto tanto rapidamente che nel 2006 è divenuto parte degli esami di maturità. Oggi la Lingua dei Marziani si è diffusa in tutta la Cina continentale e l’80% dei giovani tra i 15 e i 20 anni la utilizza (più di 70 milioni di persone), divenendo persino la principale forma di comunicazione tra circa il 70% degli studenti della sola Gaungzhou.

La Lingua dei Marziani unisce insieme l’alfabeto fonetico IPA, romano, cirillico, giapponese, bopomofo, i simboli unicode, i numeri, il linguaggio degli SMS e altri, giocando sulle somiglianze fonetiche, grafiche o semantiche delle parole. Per esempio, in mandarino Lingua dei Marziani si dice huoxingwen (火星文) ed è composta da tre caratteri che significano “fuoco”, “stella” e “lingua/cultura”. La loro traduzione in marziano è 吙☆魰, dove il carattere di “stella” è sostituito dal simbolo della stella, mentre gli altri due caratteri vengono affiancati da dei radicali che depistano dal vero significato per chi non conosce il codice, ma ne lasciano quasi inalterata la fonetica.

Oggi questo codice è utilizzato per rendersi incomprensibili agli occhi dei genitori, viene modificato per creare linguaggi specifici per gruppi di amici o persino per aggirare la censura del governo online. Questo perché i meccanismi di censura in rete si basano prevalentemente sul matching-words, ovvero su programmi in grado di bloccare determinate liste di parole.

“35 maggio”, “fare una passeggiata”, “scalare il muro”, sembrano frasi comuni o prive di senso, ma si riferiscono rispettivamente alla data dell’ ”incidente di Tiananmen” (4 giugno ‘89), alle manifestazioni nelle strade e al tentativo di scavalcare la Grande Muraglia digitale. Con la Lingua Marziana questi modi di espressione si sono trasformati ulteriormente. Per questo motivo è stata più volte oggetto di contestazioni da parte delle vecchie generazioni e delle autorità.

Nel 2010 il governo cinese ha infatti promosso un editto per la salvaguardia della purezza della lingua, scoraggiando i media dall’utilizzo di parole straniere, neologismi “cinglesi”, acronimi come NBA o GDP, o linguaggi come la Lingua dei Marziani. Questo non ha certo fermato un’intera generazione. Un’azione simile nella storia fu perseguita da latini, francesi e altri, portando ad un distacco radicale tra comunicazione scritta e orale. La realtà è che l’evoluzione e contaminazione della lingua è storicamente inarrestabile e incontrollabile, ed è sintomo di una trasformazione culturale.

Dalla semplificazione linguistica avviata da Mao negli anni ’50 il mandarino si è evoluto notevolmente, e la Lingua dei Marziani sviluppata dai giovani cinesi non costituisce solo uno dei più interessanti fenomeni glottologici in Cina. Assimilando le forme scritte più diffuse al mondo in un unico codice ormai popolare tra decine di milioni di persone, segna infatti un’interessante caso per la stessa linguistica moderna, attivando un processo di creazione collettiva che nelle sue diramazioni sociali e politiche va persino oltre quest’ultima.

di Gianluca Atzori

[Pubblicato su Agi]