I festeggiamenti del Capodanno lunare, un ricordo sbiadito

In Cina, Cultura, Dialoghi: Confucio e China Files by Fabrizia Candido

I focolai di Covid – e la contagiosa variante Omicron – minacciano i festeggiamenti del capodanno lunare in tutto il mondo, per la terza volta consecutiva. A dicembre la Commissione Nazionale di Sanità cinese (NHC) ha annunciato ulteriori restrizioni sui viaggi, rendendo ancora più stringente la strategia “zero-Covid”. La pandemia non risparmia neanche l’inaugurazione dell’Anno della Tigre.

Sono passati più di due anni da quando la Cina ha sigillato un’intera città di oltre 11 milioni di persone per limitare il primo focolaio di Covid-19 al mondo: l’indimenticabile lockdown di Wuhan, le cui immagini trapelate fanno ormai parte di un’angosciante memoria collettiva.

In molte parti del paese, tuttavia, le severe restrizioni legate al coronavirus rendono ancora difficile per le persone viaggiare, in particolare in previsione (e durante) la più importante festività dell’anno: il capodanno lunare, che per il terzo anno consecutivo molte famiglie saranno costrette a trascorrere separatamente.

Conosciuto anche come Festa di Primavera 春节 (chūnjié), il capodanno lunare 农历新年 (nónglì xīnnián) con i suoi festeggiamenti in Cina, ma anche in altri paesi tra cui Vietnam, Mongolia, Corea, Singapore e Stati Uniti, rappresenta un momento di ritrovo familiare, con decorazioni e tradizioni, come il celebre scambio di buste rosse 红包 (hóng bāo), che contribuiscono a regalare un’atmosfera di calore e unione.

Ogni anno, centinaia di milioni di persone migrate verso le città più sviluppate della Cina si riversano su treni, autobus e aerei per tornare nel proprio villaggio natale e riabbracciare i propri familiari: un flusso di viaggiatori noto come la più grande migrazione umana annuale sulla Terra.

Ma quest’anno, per la settimana di vacanza che si estende dal 31 gennaio al 6 febbraio per inaugurare l’Anno della Tigre, i piani sono stati ribaltati – ancora una volta – dopo che la Commissione sanitaria nazionale cinese (NHC), in vista anche delle Olimpiadi Invernali di Pechino, ha annunciato ulteriori restrizioni ai viaggi, raddoppiando gli sforzi e i sacrifici richiesti alla popolazione nell’ambito della strategia nota come “zero-Covid” o, come suggerisce il corrispondente Gabriele Battaglia “azzeramento dinamico dei casi Covid” 动态清零 (dòngtài qīnglíng), perpretata tramite test di massa, lunghe quarantene e lockdown intermittenti.

In base alle misure recentemente inasprite, alle persone provenienti da aree a medio o alto rischio è severamente vietato viaggiare. Coloro che svolgono mansioni ufficiali o che lavorano nel settore dei trasporti devono richiedere un permesso speciale e sottoporsi ad un test Covid-19 nelle 48 ore precedenti al viaggio. L’esito, naturalmente, dev’essere negativo.

Quanto alle definizioni, le aree a “rischio medio” sono quelle con meno di 10 casi segnalati nelle ultime due settimane. Le aree “ad alto rischio”, invece, hanno riportato più di 10 casi.

Le regole sono leggermente allentate per i residenti nei distretti “a basso rischio”. Si raccomanda loro di non viaggiare solo durante le festività, ma anche essi sono tenuti a sottoporsi a un test Covid-19 per lasciare la propria città.

In ogni caso, per poter salire a bordo di treni, voli, autobus e superare i posti di blocco autostradali, i viaggiatori devono presentare un codice sanitario, il quale trasmette dati circa la provenienza, la destinazione e il risultato del test Covid del passeggero. Ma le autorità locali spesso impongono i propri requisiti, impedendo alle persone di rientrare o sottoponendole a una lunga quarantena anche se il loro codice sanitario è in regola.

Quest’anno, il Ministero dei Trasporti cinese per il capodanno lunare ha stimato 1,18 miliardi di viaggi, un aumento del 35% rispetto allo scorso anno, ma comunque molto inferiore ai 3 miliardi di viaggi effettuati nel 2019, prima della pandemia.