Fuori un altro. Espulso l’ex ministro delle ferrovie

In by Simone

Liu Zhijun, l’ex ministro delle ferrovie indagato per corruzione 15 mesi fa, è stato espulso dal Partito. È solo l’ultimo di una serie di casi che hanno coinvolto le autorità ferroviarie. Un modo per dimostrare che il governo sulla corruzione non scherza . Un’altra caduta ai vertici. Questa volta è toccato a Liu Zhijun, il potente ministro delle ferrovie cinesi che è appena stato cacciato dal Partito comunista. Lo ha annunciato ieri 28 maggio la Commissione centrale per l’ispezione della  disciplina del Partito.

Secondo il South China Morning Post, che il 29 maggio riprende in un articolo le notizie rese note dalla Xinhua, “l’organo di controllo del Partito ha concluso un’indagine durata 15 mesi sul caso di Liu accertando che [Liu] avrebbe gravemente violato la disciplina di Partito e avrebbe commesso degli atti criminali.

Sempre secondo quanto riportato dal South China Mornign Post sulla base delle informazioni fornite da Xinhua, “il Politburo ha trovato un accordo per espellere Liu dal Partito e la decisione sarebbe stata ratificata dal Comitato centrale. Il suo caso è stato passato alle autorità giudiziarie.

Liu Zhijun era stato ministro delle ferrovie per otto anni a partire dal 2003 – un periodo ben più lungo del normale – dopo aver ricoperto l’incarico di vice-ministro nello stesso settore dal 1996.

La sua carriera politica aveva però subito una brusca battuta d’arresto l’anno scorso, quando fu indagato per corruzione e dovette lasciare il suo incarico di ministro.

Poco dopo si abbattè un altro temporale sul settore ferroviario: il tragico incidente di Wenzhou nel quale persero la vita 40 persone.

La tragedia avvenne su una linea ad alta velocità e fu una macchia per la carriera di Liu, perchè proprio lui era stato il promotore dei treni super veloci in Cina.

Secondo quanto riporta il South China Morning Post, Liu “sarà a breve processato per corruzione.Xinhua riporta infatti che l’ex ministro è stato definito “moralmente corrotto”, termine che, spiega il South China Morning Post, “viene solitamente usato per indicare i funzionari che intrattengono relazioni con delle amanti”.

Il quotidiano di Hong Kong aggiunge che Liu è stato anche incolpato “per avere generato una corruzione enorme nel settore ferroviario”.

In merito a questo caso il China Daily ha pubblicato un intervista a Lin Zhe, professore specializzato in misure per combattere la corruzione presso la Scuola di Partito del Comitato centrale, secondo il quale Liu verrà probabilmente punito. Zhe – scrive il China Daily – avrebbe detto che “espellere Liu dal Partito significa che la sua vita politica è fnita”.

Zhe avrebbe però aggiunto che la vicenda non sarà sottoposta al giudizio di un tribunale nell’immediato futuro “perché il caso è troppo complicato”.

Lin si avrebbe anche dimostrato fiducia nelle istituzioni, affermando che “non importa quali risultati siano stati ottenuti da un funzionario, non importa quanto alta sia la sua posizione, in caso di corruzione l’autorità agirà senza timore né facendo favori.”

Che questa storia venga considerata seria è stato confermato anche da Li Chengyan, direttore del Centro per la ricerca sul buon governo presso l’Università di Pechino, che al China Daily avrebbe detto: “la punizione inflitta a Liu dopo 15 mesi di investigazioni dimostra che il nostro governo attribuisce grande importanza al caso.

Il China Daily scrive che negli ultimi due anni almeno otto funzionari del ministero delle Ferrovie sono stati indagati, inclusi Zhang Shuguang, l l’ex ingegnere capo del ministero, Luo Jinbao, ex presidente della China Railway Container Transport Co, e Su Shunhu, ex capo dell’ufficio per i trasporti del ministero.

Secondo quanto riporta un’autorevole testata di informazione economica-finanziaria, Caixin, gli altri funzionari sono molto probabilmente collegati fra loro.

Il caso dell’ex ministro sembra essere legato a doppio filo con quello di Ding Yuxin (anche nota come Ding Shumiao), ex presidente della Boyou Investment Management Group a Pechino. Ding era già stata indagata a gennaio dello scorso anno, poco prima di Liu.

Prima dell’incidente di Wenzhou la compagnia di Ding era stata selezionata per fornire le barriere insonorizzanti per le più importanti linee ad alta velocità, incluse quelle fra Wuhan e Guangzhou, fra Guangzhou e Hing Kong e fra Zhengzhou e Xian.

Secondo quanto riportato dalla Xinhua e ripreso dal South China Morning Post, Liu “avrebbe abusato dei suoi poteri per aiutare la donna d’affari Ding Yuxin ad accumulare illegalmente enormi ricchezze”.

Secondo il rapporto gli affari tra i due avrebbero portato a “enormi perdite economiche” e ad “un impatto sociale negativo”.

Il South China Morning Post racconta come i media della Cina Continentale “avessero già detto in passato che Ding aveva guadagnato diverse centinaia di milioni di rmb in tangenti aiutando diversi fornitori ad accaparrarsi degli appalti.
Il South China Morning Post scrive anche che “Ding avrebbe organizzato degli incontri a luci rosse per Liu con delle giovani ragazze, incluse delle attrici della serie televisiva ‘Il sogno della camera rossa.’”

* Michele Penna è nato il 27 novembre 1987. Nel 2009 si laurea in Scienze della Comunicazione e delle Relazioni Istituzionali con una tesi sulle riforme economiche nella Cina degli anni ‘80-’90. L’anno seguente si trasferisce a Pechino dove studia lingua cinese e frequenta un master in relazioni internazionali presso l’Università di Pechino. Collabora con Il Caffè Geopolitico, per il quale scrive di politica asiatica.

[Scritto per Lettera 43; Foto Credits: bijie.gov.cn]