FEFF16 – Dynamite Fishing

In by Gabriele Battaglia

Qualsiasi elezione è molto più della sola politica. Chito Roño, regista di Dynamite Fishing, un film ambientato in un’isola delle Filippine centrali, ce lo mostra molto bene. Ogni macchina antica come la democrazia ha bisogno di essere ben oliata per funzionare. E quell’olio, soprattutto in comunità povere, si chiama denaro. Sono elezioni cruciali per una piccola comunita dell’arcipelago filippino quelle messe in scena dal regista Chito Roño nel suo lavoro del 2013 Dynamite Fishing . 

Il film sia apre seguendo le peregrinazioni di Ponso, uno degli anziani piu in vista del suo villaggio, e di suo figlio maggiore Lando. Il primo disabile, appena tornato in forze da un ictus, il secondo ad assisterlo. Padre e figlio si aggirano per il barrio di competenza a distribuire denaro, e ben presto si scopre di chi sono e a cosa servono quelle banconote. È piena campagna elettorale e Ponso non fa che continuare, con grande fatica, a fare ció che aveva sempre fatto in precedenza: oliare la macchina elettorale distribuendo emolumenti per far ottenere al candidato Del Mundo una riconferma a sindaco.

Ponso sa di dover molto a Del Mundo: posizione sociale, denaro, assistenza medica. Ma sa altrettanto di non poter continuare a lungo a girare di casa in casa per comprare voti in nome del suo protettore politico. E qui entra in gioco Lando. Appena il padre ha una ricaduta e non può portar a termine il suo compito passa il testimone a Lando che si troverà a dover disinnescare la "dinamite” – i soldi che arrivano sull’isola da fuori e che servono a comprare i voti per il candidato avversario di Del Mundo. La comunità locale si spezza in due e la tensione cresce: dalle altre comunità vicine arrivano infatti notizie di assassinii sullo sfondo della campagna elettorale.

Il titolo richiama alla mente la pratica della pesca con esplosivi: badil, la parola che dà il titolo al film nella sua versione originale, nel dialetto waray delle Filippine centrali significa proprio questo. Il termine però indica anche il segnare con inchiostro indelebile le dita degli elettori che hanno già votato al fine di evitare brogli. Ed è su questo secondo aspetto che si concentra il regista. Roño descrive una precisa dinamica politica e dai risvolti sociali profondi diffusa soprattutto a livello locale: egli mostra come l’inchiostro invece di evitare i brogli diventa emblema di una democrazia fasulla, in cui viene votato chi sa garantire un migliore vantaggio economico all’elettore.

Oltre ad assolvere alla sua funzione economica, infatti, la banconota assume una dimensione più che mai politica: diventa un manifesto elettorale tascabile, con tanto di nome del candidato da votare stampato su un adesivo. Roño mostra dunque come sia il denaro, più che un programma elettorale, possa attirare voti sull’uno e sull’altro candidato, specialmente in una comunità rurale dove la pesca è l’attività trainante dell’economia. E come in questa semplice dinamica di do ut des, ci sia solo spazio per relazioni umane interessate mentre quelle che sembravano sincere finiscono irrimediabilmente distrutte dal sistema.

Girato come un documentario, Dynamite Fishing è un film d’impegno politico, una critica verso un sistema democratico solo di nome. Per Roño, regista eclettico che si è cimentato con diversi generi dall’action alla commedia romantica, è una prova di stile, una denuncia che parte dall’intimo: i luoghi del film sono infatti quelli della regione d’origine del regista. La critica cinematografica e giornalista Jessica Zafra lo ha definito “il miglior film filippino del 2013”.

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[Foto credit: rodmagaru.com]