Expo 2010: se l’Expo me lo guardo on line

In by Simone

L’obiettivo degli organizzatori cinesi è quello di 80 milioni di visitatori in sei mesi. Nelle prime settimane di Expo la media è inferiore alle attese, ma siamo ancora all’inizio. Certo, con le nuove tecnologie sarà possibile ottenere uno scorcio di tutto quanto accade a Shanghai, anche senza essere nel Regno di Mezzo.

Qualcuno, ad esempio gli internet users di Hong Kong, ha deciso di ironizzare, scegliendo la strada dell’umorismo: hanno riempito il web di copertine di famosi giochi elettronici o film, per descrivere il congestionamento di gente in attesa di entrare nei padiglioni, specie quello cinese (per visitarlo bisogna avere prenotato l’entrata con mesi di anticipo). Altri hanno invece deciso di utilizzare il servizio mappe che il Google cinese, seppure spostatosi da qualche tempo a Hong Kong, offre appositamente per l’expo di Shanghai.

Per avere video amatoriali e tratti dai canali televisivi cinesi, sarà sufficiente andare sui vari youtube locali, come ad esempio youku e digitare “Expo”. Se volete vedere che pensano i cinesi del padiglione italiano dovrete scrivere “Expo Italia” (nel link la ricerca in cinese). Se invece doveste decidere di esplorare quanto offrono i siti dei singoli padiglioni, quasi tutti hanno un sito internet vetrina e informativo, mentre sono pochi quelle che hanno scelto i social network. Quasi tutti, infine, offrono un sufficiente flusso di video su quanto accade all’interno dei loro eventi culturali.

L’Italia ad esempio apre la propria pagina web con un video, affidandosi poi a flickr, delicious e youtube, come strumenti di comunicazione on line. Chi fa più di tutti è il padiglione degli Usa: video e social network, compresi quelli cinesi come ad esempio QQ (l’instant messenger cinese) o renren (il Facebook cinese)

Chi punta tutto sul social network infine è il padiglione estone: per il progetto presentato all’expo, proposte degli utenti per migliorare la propria città, i lettoni propongono un software per costruire community che possano passare dall’on line all’off line (creando una specie di comitati di quartiere) mettendo a disposizione di tutti il software open source realizzato dai lettoni di community tools. Si tratta di un progetto che vedrà la sua conclusione il prossimo anno, quando Tallin sarà la capitale europea della cultura.

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