Disastro ferroviario di Wenzhou. È stata cattiva gestione

In by Simone

La State Administration of Work and Safety deve ancora rendere pubblico il rapporto definitivo sulle cause del disastro ferroviario di Wenzhou. Un rapporto difficile da stilare. Le ferrovie della Repubblica popolare sono un ricettacolo di corruzione e connivenza tra stato ed imprenditoria e l’indignazione popolare è ancora altissima. (In collaborazione con AGICHINA24)
Cattiva gestione.

Questa, secondo Wang Mengshu – vice direttore della commissione d’indagine nominata da Pechino – la causa del disastro ferroviario di Wenzhou, che 120 giorni fa ha provocato 40 morti ed oltre 200 feriti.

"Sulla base delle nostre indagini ed in seguito ad una simulazione dell’incidente – ha dichiarato Wang al Beijing Times – non è stato trovato nessun problema inerente al sistema di segnalazione del treno; la causa principale è da imputare alla cattiva gestione del personale e delle strutture”.

Wang fa riferimento al rapporto ufficiale stilato proprio dalla commissione d’inchiesta che ha analizzato vari aspetti dell’incidente sulla linea ad alta velocità Pechino-Fuzhou dello scorso luglio.

Il rapporto provvisorio, ha spiegato Wang, è stato consegnato nel mese di settembre alla State Administration of Work and Safety (SAWS), che a sua volta avrebbe dovuto rendere pubblico il rapporto definitivo entro la mezzanotte di domenica scorsa. Ma ad oggi, del rapporto definitivo, ancora non v’è traccia.

Circostanza curiosa per un’istituzione statale, segno che forse all’interno della SAWS si sta ancora discutendo su quale sia la versione finale da proporre all’opinione pubblica, mettendo finalmente una pietra sopra ad uno scandalo che ha colpito e coinvolto profondamente la società cinese.

In un primo momento si era data la colpa ad un difetto di produzione del sistema di segnaletica Casco Signal, adottati su gran parte delle linee ad alta velocità di nuova generazione e – circostanza sospetta – anche sulla linea 10 della metropolitana di Shanghai, dove il 27 settembre scorso si è verificato un altro incidente tra treni. 200 feriti.

In attesa della pubblicazione degli atti della SAWS, si può tranquillamente rilevare che il Ministero delle Ferrovie – in Cina molto potente e di importanza strategica – versa da un anno a questa parte in una condizione critica.

Trovandosi a gestire un’enorme massa di passeggeri e individuato come uno dei punti di forza dello sviluppo tecnologico cinese, le ferrovie della Repubblica popolare sono un ricettacolo di corruzione e connivenza tra stato ed imprenditoria.

Tutto è cominciato a sgretolarsi lo scorso febbraio, quando il potentissimo ministro delle Ferrovie dell’epoca, Liu Zhijun, ha rassegnato le dimissioni accusato di essere a capo di un gigantesco sistema di corruzione, in combutta con imprenditori attivi nel business delle costruzioni legato all’ammodernamento delle ferrovie nazionali.

Cinque mesi dopo, il disastro di Wenzhou, l‘indignazione popolare per il tentativo di insabbiamento e il manifestarsi di dubbi concreti sulla direzione dello sviluppo intrapresa da Pechino.

Troppo veloce per un Paese ancora pieno di contraddizioni sociali, piagato dagli interessi dei signorotti locali che, a discapito della comunità, vanno spesso a collidere con le direttive diramate da Zhongnanhai.

Il documento della SAWS rappresenta quindi per il governo cinese una ghiotta occasione per cercare di porre fine alle polemiche.

Redarre un rapporto simile è un compito estremamente delicato: occorre rassicurare i cinesi sulla salute dei trasporti nazionali, allontanare ogni spettro di contestazione riguardo all’ultimo Grande Balzo in Avanti di Pechino, quello tecnologico, concetto sul quale il duo Hu Jintao – Wen Jiabao ha improntato tutta la stagione politica della quarta generazione.

Ma è necessario anche placare gli animi di una popolazione che mal digerisce le scappatoie dei potenti davanti alla giustizia, che agli occhi di molti somiglia ancora ad una barbara legge del taglione.

Se fosse provata definitivamente la “cattiva gestione” come causa dello scontro dei treni di Wenzhou – ovvero cattiva gestione in aggiunta al fulmine che avrebbe colpito il sistema di segnaletica poche ore prima dell’incidente, concatenazione di eventi alla Final Destination – c’è il rischio che la responsabilità di quei 40 morti venga fatta ricadere su una vittima sacrificale troppo astratta.

Far cadere un’altra testa o imputare tutto ad un’impersonale mancanza di cura del sistema ferroviario? Una decisione che evidentemente la SAWS non è ancora riuscita a prendere.