Coronavirus: una crociera da incubo

In Asia Orientale, Economia, Politica e Società by Stefano Lippiello

La Diamond Princess, una nave in quarantena nel porto giapponese di Yokohama, è il luogo con il maggior numero di casi di contagio da coronavirus al di fuori della Cina. Con la conferma arrivata nella giornata di ieri dalle autorità nipponiche di altri 65 casi a bordo, il totale è salito a 136. L’ultimo rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) del 9 febbraio ne confermava 307 al di fuori della Repubblica popolare cinese. In Giappone i casi confermati sono invece 21.

La nave da crociera è arrivata al porto di Yokohama il 3 febbraio e dopo i primi controlli a seguito dei quali sono emersi alcuni casi di contagio è stata messa in quarantena dal 5 fino al 19 febbraio. La nave era partita il venti gennaio proprio dal porto di Yokohama e aveva fatto tappa a Hong Kong, dove aveva sbarcato un ottantenne risultato poi infetto. Stando all’OMS la quarantena dovrebbe essere estesa per chi ha avuto contatti con gli infetti.

Per il momento le autorità sanitarie stanno testando solo coloro che manifestano sintomi compatibili con la malattia e coloro che hanno avuto contatti con loro e non tutte le persone a bordo – circa 3700, fra cui un migliaio di membri dell’equipaggio. I 65 nuovi casi di ieri sono emersi da un test di 103 persone. Il capo di gabinetto Yoshihide Suga ha dichiarato ieri in conferenza stampa che è difficile testare tutti. La cosa ha causato la reazione della stampa locale, dato che ciò è invece stato possibile a Hong Kong e Taiwan con navi in condizioni analoghe e simile numero di persone a bordo.

I passeggeri che risultano positivi al virus vengono sbarcati e trasportati con ampie misure di sicurezza a ospedali locali con aree per le infezioni. Quelli rimasti a bordo devono trascorrere il tempo nelle proprie cabine senza contatti con altri passeggeri e hanno solo 90 minuti d’aria sul ponte a giorni alterni, senza uso della piscina o dei locali comuni. Quelli che si avventurano fuori dalle cabine vengono rispediti indietro.

Un passeggero tedesco si definisce un “prigioniero di lusso” e riferisce di ricevere il cibo di fronte alla porta della cabina, ma di godersi anche il tempo in compagnia dei suoi libri. Un altro passeggero giapponese intervistato da una tv locale riporta di doversi fare anche il bucato da solo in quanto anche le sale con le lavatrici sono interdette.

Il governo ha dichiarato il coronavirus un’epidemia, così da poter applicare rigide misure di screening all’ingresso del paese. A diversi cittadini cinesi provenienti dalla zona dello Hubei è già stato negato l’ingresso nel paese. A molte navi da crociera è stato proibito o cancellato l’attracco, secondo il Ministero dei Trasporti.

Questa estate in Giappone si terranno le Olimpiadi 2020 e Toshiro Muto, capo del comitato organizzatore, si è detto molto preoccupato della situazione, con il virus che nelle sue parole potrebbe essere una “doccia fredda” sui giochi. Il comitato organizzatore ha istituito intanto un comitato congiunto con le autorità sanitarie per coordinare le attività di prevenzione e intervento in vista dei giochi.

L’ipotesi della cancellazione o del rinvio delle Olimpiadi, molto popolare sui social media giapponesi, ha trovato eco nella conferenza stampa di Suga di ieri, che ha però affermato che le Olimpiadi si terranno come previsto.

[Pubblicato su il manifesto]