Corea del Nord – Alle armi, online

In by Simone

La Corea del Nord sta rafforzando il proprio potenziale e le capacità per operazioni ostili online. Lo rivela un rapporto della società HP, secondo cui i militari del regime stanno dando nuova enfasi all’"information warfare". Mentre la Corea del Nord deve fare i conti con il deterioramento delle propria forza convenzionale, per via di armamenti che iniziano a essere datati e della mancanza di risorse, l’attenzione del regime si sta spostando verso lo sviluppo delle capacità asimetriche, comprese quelle per il teatro di guerra digitale.

L’ammonimento del generale Curtis Scaparrotti all’House Armed Service Commitee del Congresso statunitense è una delle testimonianze riportate nell’ultimo rapporto della Hewlett-Packard sulla possibile minaccia portata da Pyongyang nell’ambito della guerra cibernetica. La Corea del Nord sta facendo grandi sforzi per sviluppare le proprie capacità nel settore, nonostante debba confrontarsi con infrastrutture datate, si legge nel documento intitolato Profiling an enigma: The mystery of North Korea’s cyber threat landscape.

L’azienda informatica sottolinea le difficoltà nell’accedere a informazioni precise sull’argomento. Sia per le restrizioni imposte dal regime all’uso della rete (perciò lo Stato è ritenuto con ogni probabilità mandante degli attacchi partiti dal Paese) sia perché ciò che si sa sulle capacità nordcoreane passa in gran parte dalle informazioni di intelligence raccolte da Stati Uniti e Corea del Sud, per tanto di parte in un angolo di mondo ancora segnato da tensioni e dal permanere formalmente dello stato di guerra tra Pyongyang e Seul.

Molti degli attacchi riconducibili alla Corea del Nord, commenta il rapporto, non partono tuttavia da dentro il regime, ma da Paesi terzi. Dalla Cina, dall’Europa, addirittura dagli Stati Uniti e dalla Corea del Sud. Uno dei punti sottolineati dal rapporto è infatti l’invio all’estero di agenti, collegati al Reconnaissance General Bureau, il servizio cui fanno capo sia le operazioni tradizionali sia online, sotto cui ricadono anche i cosiddetti Ufficio 91 e l’Unità 121, ossia le due entità del regime incaricate per la ricerca e le intrusioni informatiche. Sempre all’RGB è riconducibile una rete di spionaggio diffusa in 30, forse 40 Paesi, spesso localizzata in luoghi insospettabili come bar e locali, i cui componenti inviano un totale di 100 milioni di dollari l’anno al regime. Rete usata inoltre per riciclaggio di denaro e traffico di droga.

Guardando alle reali capacità degli esperti di guerra cibernetica nordcoreani, il rapporto sottolinea come nel 2004, il regime riuscì ad accedere a 33 delle 80 reti di comunicazioni wireless militari sudcoreane. Il regime cercherebbe inoltre di finanziare alcune attività con soldi sottratti agli utenti dei giochi online. Si parla nello specifico del gioco di ruolo Lineage. I giochi sono inoltre usati come mezzo per infettare computer del Sud e lanciare attacchi DDos, aggirando così le carenze nella rete nazionale nordcoreana, da cui non possono essere lanciati con troppa facilità dal lato Nord del 38esimo parallelo.

Con ironia è invece citata una pubblicazione della Cia in cui si spiega come siano le informazioni e la tecnologia oper-source a favorire gli sviluppi del settore informatico e "favorire la sopravvivenza di uno dei regimi più riservati". Il Korea Computer Center, l’organismo governativo per le ricerche tecnologiche mostra grande attenzione ai sistemi Linux, su cui è sviluppato il sistema operativo Red Star Os. L’istituzione è però anche coinvolta in operazioni clandestine di intelligence.

"La Corea del Nord sta sviluppando la propria forza offensiva cibernetica, ma non è l’unica nazione a farlo, non dovremo sorprenderci", ha spiegato Martyn Williams, curatore del blog North Korea Tech citato da NK News, aggiungendo come, essendo molte informazioni basate sul notizie di stampa, lo stesso governo sudcoreano sta diventando più cauto nel mettere sotto accusa i nordcoreani per gli attacchi.

Il portale specializzato sulla Corea del Nord colloca inoltre l’attenzione per il cyberwarfare nell’ambito del più generale sviluppo del settore IT. NK News ricorda ad esempio come lo scorso agosto il governo nordcoreano propose alla Russia Information and Computer Technologies Industry Association di fornire lavoratori qualificati, ma a basso costo per le società della Federazione. D’altra parte tra i punti sottolineati dal rapporto HP c’è l’attenzione del regime per l’istruzione e per l’insegnamento di scienza e matematica.

Gli studenti di materie scientifiche si devono inoltre concentrare sulle lingue straniere: cinese, inglese, giapponese su tutte. Ogni anno la Command Automation University seleziona cento tra i migliori studenti per un addestramento intensivo. Alle élite tra questi programmatori sono poi riservati privilegi come la possibilità per le famiglie di vivere nella capitale o, considerata la natura del loro lavoro, la possibilità di accedere alla rete internet e non semplicemente all’intranet nordcoreano.

[Scritto per Lettera 43. Foto credit: appaddict.org/]