Doveva essere il fiore all’occhiello delle ferrovie cinesi e invece sta diventando un bagno di sangue di fronte all’opinione pubblica nazionale: si tratta della linea super veloce che unisce Pechino a Shanghai.
4 ore e mezza di viaggio, e un’infinità di problemi e di scandali. Non sono bastati gli incidenti, i malfunzionamenti, gli arresti degli ex ministri a placare i problemi dell’alta velocità in Cina. Nella giornata di ieri, un documento pubblicato dal governo locale ha dimostrato un giro di mazzette, di cui avrebbero usufruito le autorità preposte alla linea veloce Pechino Shanghai.
Secondo il China’s National Audit Office (NAO) oltre 50 milioni di euro sarebbero stati persi a causa di “pratiche irregolari nella costruzione e gestione della linea ferroviaria”. Si tratta dei soldi che sarebbero dovuti andare a ricompensare i residenti che avevano perso le proprie case per fare posto all’alta velocità.
La linea, 1318 km, ha cominciato ad operare dal giugno 2011. Come riportato nella mattina del 20 marzo dal South China Morning Post, “i gravi problemi e le irregolarità relative al progetto risalgono al processo della gara d’appalto della fine del 2007, con i revisori che hanno scoperto che il Ministero delle Ferrovie non aveva seguito le normali procedure di gara per opere di ingegneria civile ed i contratti per i materiali da costruzione”.
In alcuni casi, ad esempio alle società sono state concesse solo 13 ore di tempo per le proprie offerte, anziché i consueti cinque giorni, come previsto dalla legge. Secondo il rapporto, inoltre, le imprese edili che hanno costruito la ferrovia sarebbero debitori di circa 8,2 miliardi di yuan nei confronti dei lavoratori che ancora non hanno ricevuto il proprio stipendio.
Non solo, perché i debiti accumulati avrebbero dovuto andare a pagare anche 656 fornitori di materiali e 1471 imprenditori edili.
“Nel marzo dello scorso anno, ha scritto il South China Morning Post, il ministero ha annullato la costruzione di 177 chilometri di copertura anti vento, per un costo di 413 milioni di yuan, a seguito di un adeguamento della velocità di funzionamento dei treni sulla linea”. Il rapporto ha anche evidenziato che, sebbene la costruzione del progetto pilota sia stato completato in tempo, era stato usato quasi il 20 per cento in più rispetto al budget previsto, chiaro segnale di mazzette e corruzione in atto: originariamente infatti il budget era di 163,8 miliardi di yuan, salvo poi gonfiarsi fino a toccare i 196,3 miliardi di yuan, prima che fossero prese in considerazione “modifiche progettuali parziali, differenze di prezzo nel salario dei lavoratori e delle materie prime e altre condizioni che hanno aumentato gli investimenti che dovevano ancora essere portati a termine”.
A febbraio una rivista cinese – Century Weekly – aveva pubblicato alcuni dati sulle folli spese per addobbare i bagni dei treni superveloci. Secondo i documenti ottenuti dal magazine, i servizi igienici pubblici installati nella carrozze dei treni ad ad alta velocità delle Ferrovie del Sud (CSR) sarebbero costate 300mila yuan l’una (circa 30 mila euro).
Una cifra eclissata dal costo di 1,2 milioni di yuan (143mila euro) dei servizi igienici sulle carrozze dalle Ferrovie Nord (CNR). Tra i più dissoluti tra gli acquisti, i lavabo comprati da una società giapponese, la Toto’s TYL, con rubinetti dai sensori automatici, pagati più di 70mila yuan (8mila euro): i giornalisti della rivista sono stati in grado di trovare gli stessi lavandini in vendita a 32mila yuan circa (3,5 mila euro).
La vita della Tav cinese non è stata semplice, fin da subito: quindici giorni dopo il lancio del servizio – il 30 giugno – ci furono arresti nell’ambito di indagini su corruzione e malfunzionamenti, come ad esempio l’assenza di luce o aria condizionati sulle vetture dei treni. “La reputazione della rete ferroviaria ad alta velocità cinese – ha proseguito il South China Morning Post – è stata ulteriormente offuscata il 28 luglio, quando una collisione tra due treni vicino a Wenzhou, nella provincia del Zhejiang, ha causato almeno 40 morti”.
Nel mese di agosto, inoltre, cinquantaquattro treni che circolavano sulla linea Pechino-Shanghai sono stati ritirati per motivi di sicurezza riguardanti falle nel sistema di sicurezza automatizzato che è stato accusato di aver causato dei ritardi.
La settimana scorsa, un tratto di ferrovia che doveva essere inaugurata a maggio è crollata a causa delle forti piogge.
[Scritto per Lettera 43; Foto credit: defence.pk]
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