Chinoiserie – La voce femminile nell’arte cinese

In Chinoiserie, Cina, Cultura by Redazione

L’espressione artistica è un mezzo di comunicazione fondamentale delle dinamiche socio-politiche di un paese.  Il ruolo della donna all’interno della società cinese contemporanea è un tema spesso discusso artisticamente. Molte artiste cinesi non vogliono essere definite femministe, ma la loro produzione artistica offre comunque una visione più ampia su temi legati al corpo, parità di genere, matrimonio e maternità.

Che cosa si intende per femminismo in Cina?

Il femminismo nella Cina moderna è strettamente legato al socialismo e alle questioni di classe, pertanto è diverso da quello che noi consideriamo concettualmente movimento femminista in Occidente.

All’interno della cultura popolare cinese è profondamente radicato un millenario sistema patriarcale instaurato dal Confucianesimo, sistema che è sopravvissuto e tutt’oggi prevale rispetto alla parità di genere e l’eliminazione delle gerarchie tradizionali promosse durante la Rivoluzione Culturale.

La rinascita a partire degli anni ‘70 dei tradizionali valori Confuciani ed un lento abbandono del socialismo, ha fatto svanire l’eroica figura dell’Iron Woman, riportando la donna cinese ad assumere il ruolo di madre e di sposa fedele, pur vivendo in una società in rapida evoluzione.

Nel suo libro “Betraying Big Brother: The Feminist Awakening in China” l’autrice Leta Hong Fincher scrive di autoritarismo patriarcale in Cina. In un’intervista rilasciata al Time, l’autrice afferma che la sottomissione delle donne è considerata fondamentale per la sopravvivenza del partito e per sostenere la crescita economica in Cina. Tenere insieme la famiglia con i bambini sotto la guida di un uomo, che esercita la sua autorità su una moglie obbediente, è considerato essenziale per la stabilità politica.

L’arte come strumento di narrazione

L’arte in questo caso diventa uno strumento di narrazione che esplora il passato confrontandolo con la società in evoluzione del presente. Per comprendere le basi dell’arte contemporanea femminista in Cina, è necessario fare un passo indietro al 1989, anno denso di avvenimenti cruciali per la storia contemporanea Cinese, ma anche conosciuto come l’anno in cui il femminismo cambiò la sua definizione ed ebbe un innovativo slancio artistico con la performace art.

Xiao Lu (1962)

I fatti di piazza Tienanmen furono preceduti dalla clamorosa performance dell’artista Xiao Lu, che irruppe al National Art Museum of China di Pechino sparando due colpi di pistola contro la sua installazione “Dialogue”, selezionata per partecipare al China/Avant-Garde Exibition del Febbraio 1989.

L’opera, composta da due cabine telefoniche, esplorava le difficoltà di dialogo in una relazione sentimentale tra uomo e donna.

Conosciuto anche come “i primi spari di piazza Tienanmen”, quell’avvenimento rappresentò la prima grande performance che promuoveva il movimento femminista in Cina, ma anche il difficoltoso dialogo tra performance art e censura. Dopo l’avvenimento, l’artista fu arrestata e detenuta per qualche giorno.

Xiao Lu, Dialogue (1989)

Utilizzando la performance art e la video art come strumento di narrazione,  Xiao Lu ha continuato a raccontare il ruolo della donna all’interno della società Cinese contemporanea esplorando tematiche legate al matrimonio e alla maternità.

Nel 2006,  nel video documentario Sperm, Xiao Lu racconta la sua disperata ricerca di un donatore di sperma dopo la separazione dal partner. Alle donne non sposate in Cina non è consentita la fecondazione assistita e nessun tipo di trattamento di fertilità.

L’artista nel video racconta una questione sociale legata a dinamiche culturali ben radiche in Cina sul concetto di madre single e di donna non sposata.

 

He Chengyao (1964)

L’importanza del matrimonio all’interno della società cinese è un concetto estremamente discusso.  Una tematica che anche l’artista He Chengyao ha esplorato tramite la performance art. Recuperando ed analizzando il suo passato come figlia cresciuta da una madre single, l’artista esplora il dolore causato dai pregiudizi  e pettegolezzi con l’opera 99 Needles del 2002. He Chengyao, per tale performance, si fece applicare per tutto il corpo 99 aghi utilizzati tradizionalmente per l’agopuntura. L’artista, camminando per un corridoio, ha sopportato il dolore e perso sangue fino a svenire.

La performance voleva simboleggiare il dolere recato dai pregiudizi sociali ben radicati nella cultura cinese, pregiudizi che hanno anche portato la madre dell’artista alla pazzia.  He Chengyao ha voluto dimostrare che quegli “aghi” sono tutt’oggi presenti nella società contemporanea cinese.

Xing Danwen (1967)

Anche l’artista Xing Danwen esplora il ruolo della donna tra presente e passato in Cina. Nella sua serie di fotografie “Born with the Cultural Revolution” (1995), l’artista esamina la sua generazione, erede dell’uguaglianza di genere maoista, in una società contemporanea Cinese che invece tende a vedere la donna solamente al centro della vita familiare e del matrimonio, penalizzandola dal punto di vista professionale.

Xing Danwen, Born with the Cultural Revolution (1995)

 

Yu Hong (1966)

Yu Hong, con le sue opere, ritrae le varie prospettive femminili in tutte le fasi della vita, in rapporto con i rapidi cambiamenti sociali ed economici in atto in Cina. Lavora principalmente con la pittura ad olio e la sua arte è celebrata per la sua intimità, onestà e tattilità. Di particolare importanza è la sua serie di ritratti “She”, in cui l’artista, dal 2003 al 2005, ha dipinto varie figure femminili nei loro spazi, dalla casa al lavoro, esplorando e raccontando in modo intimo le difficoltà che molte donne cinesi di successo devono affrontare all’interno della società.

Yu Hong, She – Musicians (Rong yiru) , 2005

 

Cui Xiuwen (1967-2018)

Un altro ritratto che rappresenta una fetta di società poco nota e poco discussa in Cina è stato fatto dall’artista Cui Xiuwen con “Ladies Room”, un video che mostra le immagini dietro le quinte di prostitute in un bagno di un famoso KTV a Pechino.

Ladies Room incorpora molteplici sguardi femminili: non solo quello dell’artista, ma anche quelli dei soggetti, che si guardano l’un l’altra, si analizzano e diventano anche loro spettatrici di quella situazione.

Alcune artiste tendo ancora  a rifiutare di definire “femminista” la loro produzione, ma la loro narrazione è comunque profondamente influenzata dalle tematiche legate alla disparità di genere in Cina. Il ruolo della donna è incastrato tra una cultura estremamente tradizionale ed i veloci cambiamenti sociali portati dalla repentina crescita economica.

Tutt’oggi il mondo artistico in generale tende ad essere un spazio prettamente maschile. Ad esempio, la critica maschile contemporanea non ha mai sufficientemente riconosciuto l’importante impatto storico della performance di Xiao Lu nel 1989.

Cui Xiuwen, Ladies Room, 2000

Un altro esempio invece sono le pesanti critiche che l’artista He Chengyao ricevette nel 2001 per la sua performance “Opening the Great Wall”, solo perché aveva deciso di sfilare in topless dando una sua interpretazione al famoso detto cinese “Non sei un vero uomo finché non scali la Grande Muraglia” .

Questi sono solo due dei tanti esempi di presenza femminile trascurata in un mondo dell’arte dominato dagli uomini. La storia dell’arte dovrebbe riconoscere e coinvolgere narrazioni di genere alternative a quelle dominanti, ed in Cina la voce artistica femminile punta proprio a questo.

Di Camilla Fatticcioni*

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