Caratteri Cinesi: ventidue anni fa

In by Simone

Non esiste una piazza dove poter accendere candele, c’è solo un muro di storia accarezzato dalle macchie di sangue che lo ricoprono. Non importa come si evolvono i tempi né le vicissitudini del mondo: nessuna vernice del potere può cancellare le macchie di sangue da questo muro.Fu Guoyong osserva la Cina nei ventidue anni passati dal massacro di piazza Tian’an men.

Ventidue anni: le nostre vite proseguono di giorno in giorno, la storia non si è fermata. Le autorità hanno sempre creduto all’onnipotenza del potere, tramite il quale acquisiscono le risorse disponibili e coprono tutte le ingiustizie. In ventidue anni, questa nazione si è sviluppata secondo questa logica, raggiungendo enormi successi superficiali. Ma da ventidue anni c’è anche un altro segnale che si sviluppa pacato e senza voce, una volontà che non cambia a seconda delle persone o dei gruppi. È  un’idea che cresce secondo la logica stessa della storia: finché sussiste l’aspirazione dei cinesi ad una vita libera e normale, quest’idea non potrà svanire né spezzarsi. […]

Giorni fa ho letto gli Scritti di Mei Guangdi. […] Mei Guangdi (1) riteneva che la storia non è altro che la registrazione di valori inalterati da sempre inseguiti dall’umanità: dobbiamo comprendere e fare nostre le cose vere, buone e belle che sopravvivono alla prova del tempo. Il giovane Mei Guangdi aveva ragione: la storia non è una linea retta e non può procedere da una vittoria ad un’altra. La storia  può crollare dalle più alte vette ai più profondi abissi; può attraversare sofferenze atroci, involuzioni ripetute e cadute senza speranza. Le illusioni di conquiste trionfanti e evoluzione costante sono solo un’utopia.

[…]

Ventidue anni di storia contemporanea cinese ci mostrano come la macchina del potere si sia sforzata al massimo e abbia escogitato tutti i modi possibili per cancellare il 4 giugno dal registro della storia. Ma non si può cancellare. Questa data è un incubo che prende forma, è un giorno di cui non ci si può sbarazzare. Da allora nessuno, che si tratti di dirigenti o di gente comune, può evitare di affrontare o lasciarsi alle spalle questa data, che è dolore, terrore, evasione, maledizione; è una dimenticanza assidua, un riuscito lavaggio del cervello e altro ancora.  […]

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