Caratteri cinesi – Questi dieci anni

In by Gabriele Battaglia

Xu Zhiyong, uno dei cosiddetti "avvocati dei diritti civili", ripercorre dieci anni della sua esperienza. Dall’esplosione della Sars nel 2003, al tuttora irrisolto problema dei petizionisti, ne esce uno spaccato di storia cinese recente, vista attraverso le lenti di chi combatte quotidianamente per un ampliamento dell’agibilità democratica. Il 25 aprile del 2003, quando la Sars devastava le strade deserte ed immobili di Pechino, ero seduto davanti al computer a leggere della tragedia di Sun Zhigang. Piangevo sommessamente. Fin dagli ultimi mesi del 2002 avevo cominciato a fare il punto sul sistema di custodia e rimpatrio dei petizionisti, consapevole della sofferenza che c’è dietro l’argomento. Con Yu Jiang e Teng Biao avevamo proposto una revisione costituzionale, ma il 14 maggio abbiamo deciso di esporci con una segnalazione scritta, in quanto il giorno prima, il ministero della Propaganda aveva proibito qualsiasi “speculazione” riguardo al caso Sun. I media sono usciti con la notizia: “Tre dottorati richiedono la revisione del procedimento” e il nostro gesto è divenuto parte del dibattito pubblico.

Un mese dopo ero a Tianjin, nel centro di custodia e rimpatrio. Mentre parlavo con un mio assistito, al telegiornale hanno annunciato che il consiglio di Stato aveva abrogato questo sistema.

Sono state molte le persone che in quel momento hanno gioito e quell’atto divenne uno dei simboli del “nuovo governo”. La stessa sera invece, noi tre ci facemmo alcune telefonate condividendo un profondo rammarico: sapevamo che il sogno per una revisione costituzionale sarebbe svanito. Ma siamo andati avanti. Abbiamo registrato un’associazione no profit, seguito il caso di Sun Dawu e spinto per le elezioni dei rappresentanti del Congresso del Popolo.
Il caso di Sun Zhigang è divenuto un simbolo, ci siamo concentrati su casi simili per la promozione dei diritti civili e di un sistema che li possa salvaguardare. Il 2003 è stato per molti il punto di partenza del “movimento per i diritti dei cittadini”.

Oggi, dieci anni dopo, Sun Zhigang è un tema tabù per giornali e televisioni. Io e Teng Biao siamo diventati dissidenti, Ding Jiaxi, Zhao Changqing, Yuan Dong e ancora tanti altri cittadini coraggiosi sono stati arrestati.

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A luglio del 2003, il Nanfang Dushi Bao, il primo giornale ad interessarsi al caso Sun Zhigang, e stato più volte ispezionato dal governo di Canton, finché a fine anno è saltato fuori un problema procedurale, di alcuni anni addietro, per l’assegnazione di un bonus di 580.000 yuan che riguardava l’amministrazione. Yu Huafeng, il direttore generale, venne arrestato per corruzione, tutta la nostra squadra partecipò al caso Nandu e io fui uno dei difensori. Per la prima volta mi imbattei nel concetto di “mantenimento della stabilità”: il loro sito venne chiuso, gli internauti che postarono i fatti come si svolsero realmente, vennero “armonizzati”.

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Nel 2005 ci sono stati molti momenti importanti. Ad aprile ho vissuto nel villaggio dei petizionisti e sono stato testimone dell’esagerata e ingiusta miseria che vivono. Nella strada che dà sull’uscita del dipartimento per le lettere di protesta, ho visto con i miei occhi le persone picchiate a sangue. Anche i miei pantaloni portavano le orme dei calci, dopo essere passato in mezzo ai petizionisti e agli agenti mandati per il controllo.
A maggio pregavo per il credente cristiano Cai Zhuohua, arrestato per aver stampato la Bibbia nella chiesa del villaggio di Poshang accanto alla Scuola di Partito. A luglio ho assistito l’avvocato Zhu Jiuhu, finito in prigione per il caso di un’azienda privata nel settore petrolifero che operava nel nord dello Shaanxi. Con Teng Biao abbiamo fatto alcune interviste a Yulin, cittadina di quella regione, per testimoniare la vorace corruzione del governo locale e la futile impotenza di questa azienda. Ad ottobre con l’avvocato Li Fangping siamo stati trattenuti e picchiati a Dongshigu, villaggio dove risiedeva Chen Guangcheng. Lo stesso giorno Chen è riuscito a fuggire dalla sua abitazione e io e Li, tra mille persone, ci siamo stretti in un lungo abbraccio.
Asia Weekly ha proclamato personaggio dell’anno 2005, un gruppo di avvocati per la difesa dei diritti civili. E’ stata la prima volta che un gruppo di cittadini, fuori dal sistema, ha avuto la forza di agire in maniera costante.

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Il 2008 probabilmente si è portato dietro fatti ben più importanti. Oltre alle olimpiadi, ci sono stati gli incidenti del 14 marzo in Tibet, il terremoto a Wechuan, lo scandalo del latte in polvere e altro ancora. Ad agosto abbiamo mandato un gruppo per indagare sulle motivazioni socio-economiche della rivolta del 14 marzo. A settembre i nostri avvocati hanno assistito le molte migliaia di bambini contagiati dal latte alla melamina. Ci fu una prima fase che durò tre mesi in cui spingemmo per l’emanazione del piano di compensazione statale. Purtroppo per molte vittime non ci fu un risarcimento adeguato ai danni subiti, si pensi che per il solo intervento chirurgico molte famiglie hanno speso 100mila yuan, mentre il risarcimento arrivava appena a 30mila yuan.

Non importa quanto siamo fedeli alla nostra coscienza e al nostro senso di giustizia, il vecchio regime è atavicamente colmo di ostilità per qualsiasi cosa sia indipendente da esso. Fino al 2009 siamo aumentati di numero e il nostro ufficio nel palazzo Huajie era sempre più affollato. Ci siamo così occupati dell’abbattimento dei cani ad Hanzhong, della controversia sulla Green Dam e del caso di Deng Yujiao. A luglio, la nostra organizzazione, da sempre no profit, è stata accusata di evasione fiscale e io e Zhang Lu siamo stati arrestati. Fortunatamente viviamo in un’epoca progressista; la tecnologia ha portato uno spazio di discussione pubblica; le associazioni di beneficenza sono spuntate come funghi, specialmente dopo il terremoto di Wechuan, ma cosa ben più importante, si è alzata la soglia psicologica di sopportazione delle persone. Il nostro arresto è stato un duro colpo e ha spezzato quella soglia. Abbiamo deciso di raccogliere del denaro per pagare la cauzione e in quattro giorni siamo arrivati a più di 400mila yuan. Jiang Ping, Mao Yushi e altri della vecchia generazione hanno fatto grandi appelli per la nostra liberazione. Zheng Yongxin, studente delle scuole superiori di Hong Kong, ha scritto una lettera aperta al presidente Wen. E moltissimi sconosciuti hanno manifestato preparando magliette, spillette e cartoline. Il clamore generato dai grandi appelli in nostro nome ha fatto fare marcia indietro a chi era al potere. E noi siamo andati avanti.

Dopo la sanzione del 2009, sebbene Gong Meng avesse ancora tutte le qualifiche per continuare ad operare, abbiamo registrato un’altra organizzazione. Abbiamo però compreso che anche questa nuova forma non aveva molto senso. Uno sparuto gruppo di cittadini, anche se molto coraggioso, non sarà mai sufficiente per affrontare tutti i problemi. La missione del costituzionalismo democratico ha bisogno della partecipazione di un numero altissimo di persone. Abbiamo chiuso con la Gong Meng e abbiamo creato qualcosa di diverso, scegliendo un nome che potesse andar bene per tutti. La parola cittadino ci è sembrata la più adatta. Il cittadino è un’identità comune per chi è per la democrazia, è una piattaforma completamente aperta che appartiene ai cittadini che inseguono il costituzionalismo democratico.

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A maggio del 2012 abbiamo messo in moto il “movimento dei nuovi cittadini”, nel quale abbiamo proposto di riappropriarci della nostra identità, di alzarci in piedi e andare avanti uniti. Si è costituita una rete di conoscenze attraverso degli incontri come “la cena nella stessa città”. Nel frattempo, tramite il supporto legislativo, abbiamo chiesto la trasparenza sulle proprietà di chi è al governo e promosso altre azioni per la giustizia pubblica, in direzione di un sistema legale democratico. In questo modo, uniti, vogliamo far crescere una forza sana, al di fuori del sistema, che promuova la pace in Cina a completamento di una trasformazione civile e costituzionale del sistema. Questo è un movimento di riforma sociale ma più di tutto è un movimento politico per il costituzionalismo democratico. Non ricusiamo la politica: nella giungla sociale del potere trasversale e della corruzione generalizzata, la coscienza è la politica. Ci impegniamo affinché questo popolo trovi una nuova strada, fatta di libertà, giustizia e amore. Detronizzare e rovesciare non significa cancellare le radici del dispotismo. Per far sparire la paura e l’ostilità si deve rimuovere la foschia che invade l’animo della nostra gente, solo allora avremo una Cina democratica e libera.

Sono passati dieci anni e noi andiamo avanti con tenacia. Accanto al vecchio e degenerato palazzo del potere ci sono le basi per il millennium building del costituzionalismo democratico. Sono passati dieci anni e noi lottiamo per la libertà. Perdere la nostra libertà per quella di uomini che non conosciamo è diventata la nostra condizione ordinaria di vita. Questo è l’orgoglio di chi come noi vive in questo periodo storico. Con il movimento per la tutela dei diritti dei cittadini e con il movimento dei nuovi cittadini, stiamo percorrendo un’unica strada. Quella della coscienza, della libertà, della giustizia e dell’amore.

Sono passati dieci anni, dieci anni di miglioramenti. Con in aria i fuochi d’artificio delle Olimpiadi, la Cina ha fatto un passo avanti per inserirsi nel mondo. I nuovi migranti si sono stabiliti nelle città, l’alta velocità ha ridotto le distanze spazio-temporali e anche nel villaggio montano più sperduto è stato piantato il seme della previdenza sociale ed internet ha connesso le persone. In questi dieci anni è resuscitato il buono che c’è nell’uomo, l’economia di mercato ha destrutturato il sistema totalitario, le personalità autonome sono sorte piano piano, la distruzione e l’esproprio selvaggio è condannato da tutti e per la commemorazione del grande incendio di Shanghai migliaia e migliaia di persone hanno deposto spontaneamente tanti mazzi di fiori. La croce rossa è morta e la coscienza civile cresce. Questi dieci anni però sono anche un impasse tra il vecchio e il nuovo, dove il vecchio non si rassegna a cedere. Il sistema di custodia e rimpatrio è stato abolito, ma i petizionisti vengono ancora trattenuti illegalmente; il codice di procedura penale è stato rivisto ma hanno risucchiato quel poco di indipendenza giudiziaria; la legge elettorale per i deputati del Congresso del Popolo è stata emanata, ma nelle elezioni del 2011 i media sono stati tutti costretti al silenzio. Il divario tra ricchi e poveri si sta sempre allargando, i privilegi e la corruzione vanno aumentando e l’abisso che c’è tra i governanti e i comuni cittadini diventa ancora più profondo.

Nel 2013 abbiamo detto fine ai dieci anni di non-agitazione il cambiamento sta per cominciare. Oggi “dieci gentiluomini” sono stati arrestati e i cittadini stanno subendo un nuovo giro di vite. Ma è anche vero che ci sono sempre più governanti e governati che si stanno risvegliando per diventare cittadini. Serbo per questa ragione una caparbia fiducia nel destino di questo popolo: dopo aver vissuto duemila anni di dispotismo e più di un secolo di sofferenze e tribolazioni, deve rinascere una nuova vita fatta di libertà, giustizia e amore. Abbiamo scelto la più meravigliosa delle vie a cui vale la pena aderire per sempre. Non importa quante saranno le frustrazioni, ma non cambierò mai direzione. È una nuova strada, lunga e difficile, ma è l’unica che ci porterà ad un futuro meraviglioso.

[Il pezzo è anche su Caratteri cinesi. Traduzione di Desirée Marianini]

*Xu Zhiyong, rinomato avvocato cinese si è sempre schierato apertamente per la difesa dei diritti civili. I suoi ripetuti arresti lo hanno consacrato in occidente come uno dei più famosi attivisti cinesi. Oggi è il fondatore del movimento dei nuovi cittadini. Nasce nel 1973, in una parte molto povera dell’Henan, nel 1990 si iscrive alla facoltà di legge di Lanzhou, nel 1995 continua con un master. Si trasferisce poi all’Università di Pechino per un dottorato con il famoso giurista Zhu Suli, nel 2002 diviene lettore all’università di Telecomunicazione di Pechino. Fin dagli inizi del 2000 si schiera dalla parte dei più deboli, offrendo assistenza legale gratuita ai petizionisti con cui viene in contatto. Nel 2003, con il caso Su Zhigang, si fa promotore di una revisione costituzionale che mira alla tutela dei diritti civili. Sono molte le azioni in cui Xu è coinvolto che segnano il passo dell’evoluzione della Cina contemporanea in materia di legge e diritti, tra i più importanti: il caso Chen Guangcheng; le miniere illegali dello Shanxi; lo scandalo del latte alla Melamina. Viene ripetutamente arrestato e rilasciato, dal 2009 non gli è più permesso insegnare, nonostante tutto lui e la sua squadra di avvocati e di cittadini coraggiosi continuano ad informare e lottare per i propri diritti.