Caratteri cinesi – Le proteste di Taiwan

In by Simone

Dietro e dentro la protesta. A Taiwan, parte della popolazione scende in piazza contro il trattato commerciale sui servizi tra Taipei e Pechino, ma la vicenda strettamente economica si interseca con più livelli: dal malcontento dei giovani taiwanesi, alla composizione dell’elettorato dei due maggiori partiti, passando per le schermaglie interne al Kuomintang. Il punto di vista di un osservatore cinese.Testo originale

Quali sono le ragioni delle reazioni tanto forti agli accordi commerciali sui servizi? Basta guardare chi è coinvolto nella protesta. Sono quattro i gruppi principali: gli studenti, il Democratic Progressive Party (DPP), il gruppo che sostiene l’indipendenza di Formosa e Wang Jinping. Questi quattro centauri rappresentano i conflitti che disturbano la società taiwanese ai giorni nostri: conflitti generazionali, conflitti (politici), tra chi vuole l’indipendenza e chi no, conflitti sociali e quelli interni al partito Nazionalista (KMT).

Conflitti generazionali
“I giovani sono contro per natura”; o almeno, lo sono a Taiwan. Sull’isola, hanno sempre votato per il DPP. Per me ci sono due ragioni principali.
Prima di tutto il senso di precarietà dei giovani taiwanesi. I proprietari degli appartamenti di Taipei è gente che ha più di cinquant’anni, il che vuol dire che non solo i giovani ma anche quelli di età media, che hanno le radici in questa città, non si possono permettere una casa. Negli ultimi dieci anni l’economia dell’isola è stata debole, il mercato del lavoro immobile, gli stipendi bassi – attualmente lo stipendio di un laureato agli inizi della carriera è di circa 600 euro. Tutto ciò li rende insoddisfatti del governo […] e sfiduciati. Se consideriamo anche che la protesta non prevede rischi (penali) di alcun genere, allora è facile capire perché sono stati gli studenti il prnicipale attore di questa ondata di contestazioni. In secondo luogo il KMT in realtà è un partito che non permette ai giovani di avere troppe speranze (nel futuro). [..] Molti suoi membri sono politici di seconda generazione e così il partito è diventato il bersaglio naturale degli attacchi.

Conflitti politici
Essendo in lizza per la presidenza del DPP, i tre leader di questo partito, Su Tseng-chang, Tsai Ing-wen e Frank Chang-ting Hsieh si fanno una guerra spietata da tempo. Ma durante questa ondata di contestazioni, si sono seduti insieme sulla porta del Parlamento per bloccare la polizia. […] La scena è stata molto armoniosa. […]
Non credo che chi ha occupato il parlamento abbia la tessera del DPP, né tanto meno che tale partito abbia la forza per mobilitare gli studenti, ma dall’inizio delle proteste il partito di opposizione ha giocato un ruolo fondamentale. In realtà il DPP già prima dell’occupazione del Parlamento da parte degli studenti ha provato con qualsiasi mezzo a impedire l’approvazione degli accordi commerciali in questione. Inoltre, se (gli accordi commerciali voluti da) da Ma Ying-jeou con la Cina continentale sono stati definiti come “sposare la Cina e vendere Taiwan”, allora il partito non può che essere al fianco degli studenti che li contestano con il motto: “Studiamo, ma non dimentichiamo la nostra nazione”.

Conflitti sociali
Soffocati tra la lotta politica feroce e i conflitti etnici, i problemi sociali vengono da sempre discussi poco, nonostante le votazioni politiche e i comportamenti elettorali dei taiwanesi siano ormai diventate oggetto di ricerca. […]
Non mi azzardo ad affermare che i conflitti sociali siano la sostanza che sta dietro a quelli politici.
È però palese che ci sia una differenza abissale nel retroterra sociale dei sostenitori dei due partiti: dalla parte del KMT troviamo gente metropolitana, che ha ricevuto un’educazione medio alta. A votare per il DPP sono invece coloro che vivono nelle zone rurali, gente comune che ha ricevuto un’istruzione di livello basso. […] La stessa differenza la si evidenzia anche in merito agli accordi commerciali con la Cina: se siano proficui o dannosi per Taiwan, dipende. Per i magnati e i businessmen taiwanesi, per chi ha dei capitali, gli accordi saranno vantaggiosi. A pagarne le conseguenze (negative), saranno invece i piccoli imprenditori e le classi medio-basse della società, che sono i sostenitori del DPP. […] Nelle elezioni del 2012, a una settimana dal voto, il KMT ha pubblicato le storie dei grandi personaggi che sono stati fautori e beneficiari del “consenso del 1992” [ovvero quello che sancisce il primo riavvicinamento tra le due sponde, Cina e Taiwan. NdT]. Questi pezzi grossi si sono tutti arricchiti in Cina e secondo il professor Tong Zhengyuan, nel giro di una settimana, con questa mossa in campagna elettorare, il 5 per cento dei voti è passato al KMT. Se così non fosse stato, oggi il premier taiwanese farebbe di cognome Cai.

Conflitti interni al KMT
Lo scorso settembre Ma Ying-jeou […] in qualità di presidente del KMT ha ritirato la tessera a Wang Jinping, e ha chiesto la sua deposizione dalla presidenza del parlamento.Wang ha dovuto ricorrere a mezzi legali, denunciando Ma per calunnie. Pettegolezzi sostengono che l’attuale presidente taiwanese abbia voluto allontanare il suo rivale per il poco vigore con cui stava trattando la questione degli accordi commerciali, attraverso lo stretto, con la Cina.
Ora […] l’amministrazione di Ma ha creato disordine “in casa” perciò l’indice di gradimento verso (questo personaggio politico) è sceso drasticamente fino a toccare il 9 per cento. Da parte sua, Wang, in quanto capo del parlamento, avrebbe il potere di mandare la polizia per sgomberare gli studenti, ma non l’ha fatto. E se queste proteste non tolgono punti a Wang, non vale lo stesso per Ma. Ovviamente il primo ne gode.

Questi conflitti tra generazioni, in politica, nella società e nel KMT messi insieme, non potevano che causare reazioni forti.

[Il pezzo è anche su Caratteri cinesi. Traduzione di Tania Di Muzio]

*Ma Jun, giornalista del Phoenix Weekly (Fenghuang Zhoukan). Attualmente residente a Pechino, Ma Jun ha studiato presso l’Università nazionale di Taipei. Al momento sta seguendo da Taiwan la protesta studentesca contro la firma del trattato commerciale sui servizi.