"Cina sulla punta della lingua" è un documentario trasmesso dall’emittente televisiva Cctv. Il programma esplora i piatti della cucina cinese, dal toufu agli spaghetti, fino ai funghi matsutake. Una lunga tradizione che è anche un patrimonio culturale. E che rinvigorisce il senso patriottico dei cinesi.“Mai prima nella storia cinese, un documentario ha suscitato tanto entusiasmo tra la gente”, commenta un articolo tra i tantissimi scritti su Cina sulla punta della lingua, Shejian shang de Zhongguo.
In un momento in cui l’industria culinaria cinese risente dei pesanti scandali dovute alle sostanze tossiche trovate in cibi di vario genere, la Cctv produce un colossal in sette parti che ripercorre la storia della cucina cinese, delle sue tradizioni e delle particolarità dei suoi ingredienti.
Diretto da Chen Xiaoqing, già direttore dei programmi in onda sul canale 9 della Cctv per la quale il lavoro era stato originariamente eseguito, il 26 maggio 2012 viene trasmesso sulla Cctv 1 ed è subito un caso.
Milioni di persone lo seguono, ne rimangono affascinate e addirittura influenzate visti i dati di improvviso e notevole aumento delle vendite on line dei prodotti tradizionali di cui il video parla.
Migliaia sono i post o i tweet che ne parlano, e il documentario diventa in pochissime ore l’argomento più discusso on line .
Il cibo non è solo il necessario mezzo per la sopravvivenza, ma anche il veicolo di tradizioni, abitudini, insomma è un patrimonio culturale.
I produttori hanno tentato, non senza successo, di trasmettere proprio questo: i protagonisti sono la cultura lunga tremila anni del tofu, le decine di qualità di pasta, spaghetti, pane, riso o i preziosissimi funghi matsutake, raccolti sulle alte cime dei monti tra Yunnan e Tibet, dai membri delle comunità tibetana. Saranno preparati su una piastra e girati con maestria dalle bacchette di un cuoco in un grande ristorante.
Le immagini sono vivide e insieme a una musica che accompagna il tripudio dei sensi e dei sentimenti, sono montate talmente bene che sembra di sentire l’odore delle verdure fritte, del riso fermentato e di altri piatti.
Il tutto è condito dal sudore dei produttori,protagonisti minori, la sapienza dei cuochi o dalla gioia dei consumatori, famiglie unite e felici, da millenni, sotto la gloriosa cultura cinese.
L’acquolina in bocca è il minimo, ma passata questa, l’accurato tentativo di dare ai piatti cinesi il valore di patrimonio storico, di rassicurare i cinesi sulle pietanze tradizionali, diventa anche un colpo ben riuscito a favore del rafforzamento del sentimento patriottico tra i cinesi, come vedremo nel post che pubblicheremo su Caratteri Cinesi tra qualche giorno a firma di Chen Jibing, attivo blogger e giornalista.
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