Azalee, lunga marcia e feste: alla scoperta del Guizhou

In by Simone

Il Guizhou è una provincia meridionale della Cina e conta circa trentanove milioni di abitanti. E’ una delle aree più povere e meno sviluppate a livello economico, ma al tempo stesso una delle più affascinanti dal punto di vista paesaggistico e di ricchezza culturale. Il Guizhou ospita infatti ben diciotto delle cinquantasei etnie ufficialmente riconosciute dal governo cinese. Tra queste diciotto spiccano per numero quella dei Miao, dei Buyi e dei Dong (rispettivamente 12%, 8% e 5% della popolazione della provincia).

Guizhou significa letteralmente “preziosa regione”, ma a discapito del nome, questa provincia non ha giocato un ruolo importante nella storia cinese, se non a partire dal sedicesimo secolo, quando l’espansionismo della dinastia Ming cominciò a prendere di mira questa zona del paese.
Dal punto di vista storico il Guizhou è celebre per la città di Zunyi, nel nord della regione. Qui nel gennaio del 1935 si svolse una riunione tra i principali leader del partito comunista, impegnati nell’epica “Lunga Marcia”, cominciata tre mesi prima dalla provincia del Jiangxi. L’incontro di Zunyi passò allo storia perché proprio qui le idee e le tattiche militari di Mao Zedong vennero prese in considerazione, rivelandosi vincenti e portando ad una serie di vittorie nei confronti dell’esercito nazionalista, agli ordini dal presidente Jiang Jieshi. Mao diventò capo indiscusso del partito solo nel 1949, ma il punto di svolta nella sua ascesa politica lo si deve proprio alla riunione di Zunyi.

Il Guizhou non è particolarmente noto come meta di viaggiatori e turisti, che scelgono invece le più famose province dello Yunnan e del Sichuan, anch’esse ricche di patrimonio culturale di diverse etnie e paesaggi naturali mozzafiato. Negli ultimi anni il governo di Pechino ha cominciato ad investire molto nel Guizhou, soprattutto in termini di promozione turistica, con viaggi interamente gratuiti per studenti stranieri e personale delle varie ambasciate.

La prefettura di Bijie si trova nella parte nord occidentale della provincia. Due ore di bus dalla capitale Guiyang. La strada asfaltata che si snoda tra campi di riso e villaggi di contadini ci porta a Dujuan Huashi, “la città delle azalee”. Ogni anno tra il finire di marzo e l’inizio di aprile qui si festeggia il ritorno della primavera e lo sbocciare delle azalee, che nelle zone circostanti copre un’area di circa cinquecento chilometri quadrati ed è chiamata “Baili Dujuan”.

Azalea da queste parti, è la parola d’ordine. Le piante arrivano ad avere diverse centinaia di anni. Il fusto ha un legno morbido, simile al sughero. A volte capita che una stessa pianta dia fiori di colori diversi, bianco, rosso, rosa. Dai principali punti di osservazione (che cominciano a ricevere turisti da ogni parte della Cina)  lo spettacolo a cui si assiste è fuori dall’ordinario: chilometri di foreste di azalee, un mare verde a chiazze colorate. Laghi e cascate completano il paesaggio.

L’area ha una forte concentrazione di etnia Yi, orgogliosissimi delle loro tradizioni tanto quanto dei paesaggi che le azalee regalano a Baili Dujuan. I più giovani non parlano la lingua Yi, ma solo il dialetto del Guizhou e il cinese mandarino. La loro ha tutta l’aria di essere una cultura decisamente “festaiola”, a giudicare dal tema delle canzoni e dall’abitudine di accogliere turisti e stranieri con danze e liquori locali, che fanno bere da corni di bue. Tutto il Guizhou è ricco di tabacco e tè, caratteristica è la produzione di diversi tipi di grappe, birre e vino.

Al di là di canti e danze, i momenti di relax e banchetti sono seguiti dalla cantilena di tamburi e lunghe trombe. Specie la sera della “Huoba Jie”, il “festival delle torce”. Non solo festa ma anche cerimonia, con tanto di rito per l’accensione di un grande falò attorno al quale seguiranno girotondi, danze e brindisi per tutta la notte.

Il giorno dopo è di nuovo la strada per Guiyang e il volo per Pechino. Sarà il verde delle foreste di azalee che incanta gli occhi, il vino delle ballerine Yi o i tamburi nella notte delle torce, è come se il tempo a Baili Dujuan si sia fermato secoli fa. Speriamo solo che non sia un eccessivo flusso di turisti cinesi e non solo a modificare quello che la natura ha creato millenni fa e che l’etnia Yi ha conservato con gran gelosia.  

[9.4.2009] [foto da: http://danielemassaccesi.blogspot.com/]