Aria pulita. I privilegi della casta cinese

In by Simone

Secondo alcuni dati, la capitale non era così inquinata da prima delle Olimpiadi. In Cina molti si sono chiesti come i leader stiano fronteggiando il problema dell’inquinamento. La risposta sono i costosi depuratori installati in tutte le stanze del potere. Il problema è di chi non ce li ha.
Da almeno due settimane l’aria di Pechino è peggiorata. Le giornate si susseguono uguali, nel grigiore totale, con una cappa di nebbia che ostacola la vista perfino dei grattacieli mastodontici che puntellano il panorama cittadino.

Da tempo si discute del problema dell’inquinamento, aspettando una risposta da parte dei governanti. Ma oggi, per la prima volta, sono emersi particolari sulla vita privata dei leader cinesi, chiusi nel loro quartier generale di Zhongnanhai.

Per combattere l’inquinamento i politici cinesi si sono dotati di depuratori d’aria sofisticati. Dopo la scoperta di mercati biologici dove solo i funzionari possono fare la spesa (mentre il resto della popolazione deve affrontare il rischio di additivi chimici e scandali alimentari), emerge un’altra “peculiarità” della casta cinese.

La rivelazione è arrivata da un produttore cinese di depuratori d’aria e ha finito per alimentare l’amarezza e il risentimento tra i pechinesi, sempre più frustrati “per la mancanza di progressi nella campagna per eliminare l’inquinamento dell’aria”.

Secondo il Gruppo Broad, un’azienda che produce climatizzatori in Hunan, almeno duecento depuratori d’aria sarebbero stati installati all’interno Zhongnanhai, il compaund a due passi dalla Città proibita dove  il presidente Hu Jintao, il premier Wen Jiabao e gli altri leader vivono e lavorano.

I climatizzatori sono installati ovunque a Zhongnanhai  – ha scritto il South China Morning Post –  dai salotti alle sale riunioni dalle piscine alle palestre”.

L’azienda ha giustamente rivendicato sul proprio sito il successo della fornitura: “E’ una benedizione che i nostri depuratori siano utilizzati per creare un ambiente sano e pulito per i leader dello Stato”.

Da indiscrezioni segnalate dal quotidiano di Hong Kong, pare che i primi depuratori d’aria a Zhongnanhai siano in funzione da dicembre 2008, appena tre mesi dopo le Olimpiadi.

La pagina web dell’azienda ha aggiunto anche dettagli circa la necessità dei leader di utilizzare i climatizzatori. “Quando hanno constatato la sporcizia dell’aria di Pechino al termine di una dimostrazione in una sala riunioni utilizzata dai membri del Comitato Permanente del Politburo, si sono convinti della necessità di utilizzare i prodotti dell’azienda dell’Hunan”.

I purificatori d’aria non solo hanno fatto il loro ingresso nell’ufficio di Hu Jintao, nella Grande Sala del Popolo e molti altri edifici governativi, ma “sono divenuti un elemento indispensabile del bagaglio, ogni volta che capi di Stato viaggiano al di fuori del complesso”.

Qi Zhiwang, responsabile delle vendite delle apparecchiature, ha detto che “i depuratori d’aria sono diventati anche un regalo importante per una lunga lista di leader stranieri e dignitari, tra cui Bill Gates, Tony Blair e Ban Ki-moon”.

I pechinesi hanno espresso la propria indignazione per il fallimento dei leader nelle attività volte a diminuire l’inquinamento, senza stupirsi troppo dello scarso interesse dimostrato rispetto ai problemi alimentari e dell’inquinamento.

 “Non c’è da stupirsi che i nostri leader non siano preoccupati della sicurezza alimentare e della qualità dell’aria. Non c’è da stupirsi che non siano interessati al fatto che noi rischiamo di bere latte alla melamina, cuciniamo con l’olio di scolo e respiriamo aria inquinata” ha sottolineato un microblogger su Sina Weibo.

Il professor Zhou Xiaozheng, della Renmin University, concorda: “grazie alla eccessiva concentrazione di potere i privilegi speciali di cui godono, i gruppi di interesse sono diventati la causa principale dei mali politici, sociali e ambientali della Cina”.