Anche i giornalisti cinesi si incazzano

In by Simone

"Rilascetelo!" Così titolava ieri New Express. Si riferisce a un suo gionalista che indaga su un’importante azienda di stato arrestato con l’accusa di "danneggiare la reputazione commerciale" dell’azienda (che è seconda nel campo dell’attrezzatura edile di tutta la Cina). Un’inedita alzata di testa della stampa cinese che ha provocato diverse reazioni.
“Immagina di essere un giornalista e di scrivere qualche pezzo critico su una certa azienda. Un giorno arriva la ‘madama’ e ti arresta”.

Così la stampa cinese alza di nuovo la testa. "Per favore, rilasciatelo!" Sono queste le tre parole che campeggiano sulla prima pagina del Xin Kuaibao, il New Express. Si riferisce a un suo giornalista Chen Yongzhou che è stato arrestato venerdì scorso con l’accusa di "danneggiare la reputazione commerciale" di un’azienda di stato. L’azienda in questione si chiama Zoomlion, è seconda nel campo dell’attrezzatura edile di tutta la Cina e il suo maggior azionista è pubblico, ovvero il governo regionale dello Hunan. I reportage di Chen, in tutto 15 articoli, mettevano in evidenza presunte frodi fiscali dell’azienda.

Un esempio di rara indipendenza e coraggio nel panorama della stampa cinese, abituata a scrivere sul filo della censura senza mai sfidarla apertamente. E infatti l’editoriale è diventato immediatamente virale sulle piattaforme di microblog dell’ex impero di mezzo.

Abbiamo sempre creduto che non ci sarebbero stati problemi fintanto che uscivamo con articoli di giornalisti responsabili. Se ci sono stati problemi possiamo stampare degli errata corrige e chiedere scusa. Se gli errori dovessero rivelarsi gravi siamo preparati per affrontarli in tribunale e se dovessimo perdere pagheremo le ammende. Se ci imponessero di chiudere [il giornale], ce lo saremmo meritati. Ma ciò che è successo dimostra che i nostri pensieri erano troppo naive”.

E il toccante editoriale continua scusandosi con lettori e colleghi per aver taciuto per cinque lunghi giorni in cui – si spiega – il giornale ha tentato di intavolare una trattativa sottobanco perché temeva per la vita del proprio impiegato. “Siamo stati codardi, individualisti e meritiamo il disonore. Ma non abbiamo rimpianti”. E specificano di aver esaminato tutti e 15 gli articoli di Chen Yongzhou sulla Zoomlion, trovando solo un piccolo errore.

Il tutto capita in un periodo politicamente importante. A novembre ci sarà l’atteso terzo plenum che indicherà la linea economica che seguirà la Cina nel prossimo decennio e nel frattempo la nuova era sotto la presidenza Xi Jinping è stata caratterizzata dalle campagne contro i rumor sui social media e dall’ostentata lotta alla corruzione.

Non a caso la reazione della rete è stata simile a quella provocata dallo sciopero dei giornalisti di un ben più noto quotidiano il Nanfang Zhoumo. Loro lamentavano che il capo del dipartimento di propaganda avesse riscritto l’editoriale di capodanno del giornale. E il web, che sperava in un nuovo corso aperto dall’appena insediato Xi Jinping, li ha appoggiati fino ad organizzare una piccola manifestazione di sostegno di fronte alla loro sede.

Li Chengpeng, opinionista scomodo e molto seguito, ha scritto che nessun giornalista della televisione di stato viene arrestato per un errore. “Tirando le somme è come se creaste un mondo con una sola voce, una risposta giusta e un comunicato stampa. Allora perché non pubblicare un solo giornale con un pubblico di sole due persone?

E perfino due giornali “di regime” come il Beijing Times e il Global Times hanno mostrato una timida solidarietà per il reporter chiedendo alla polizia di rendere pubbliche le accuse contro Chen Yongzhou in modo che la giustizia potesse procedere nel rispetto delle leggi.

David Bandurski, esperto di media dell’Università di Hong Kong, ha commentato che un’azione così “aperta e amara” da parte di un giornale cinese non ha precedenti e ha supposto che se i giornalisti del New Express sono arrivati a tanto devono aver calcolato il rischio e aver già provato tutte le altre strade. “Se ci fosse data un’altra opportunità – chiude infatti l’editoriale – diremmo ancora: ‘Cara polizia, grande fratello Zoomlion, vi preghiamo. Per favore, rilasciate Chen Yongzhou!

[Scritto per il Fatto Quotidiano]