Rassegna settimanale dei media asiatici

In by Gabriele Battaglia

Un bilancio sull’ultimo anno in Giappone. I timori nipponici per la manaccia nordcoreana. L’estensione della licenza per il marò Massimiliano Latorre. La mappa dello jihadismo in Indonesia dopo gli attacchi di Giacarta. Buona lettura.
Lunedì 11 gennaio, Economia, difesa e nucleare: il Giappone verso il 2016
Tra la fine di fatto del pacifismo integralista sancito dalla costituzione postbellica e gli scandali industriali come quello di Toshiba dello scorso luglio, nel 2015 si è sentito sicuramente parlare di più di Giappone. E di certo non per qualche disastro naturale o, peggio, nucleare.

Martedì, 12 gennaio: L’imprevedibile Pyongyang mette in allarme Tokyo
L’anno nuovo, come si suol dire, è iniziato “con il botto”. Il 6 gennaio scorso l’agenzia di stampa ufficiale nordcoreana Kcna dava notizia di un “evento stupefacente degno di essere ricordato nella storia nazionale lunga 5mila anni”.

Mercoledì, 13 gennaio: Giappone, l’obbligo dello stesso cognome per gli sposati è «costituzionale»
Il 16 dicembre scorso, la Corte suprema giapponese ha confermato la costituzionalità di un articolo del codice civile che impone alle coppie sposate di assumere lo stesso cognome. Una legge che risale alla fine del 1800 e che per molte donne ignora i loro diritti. A partire dalla scelta del proprio nome.

Giovedì, 14 gennaio: Quarta estensione della licenza per il marò Latorre
Nel primo pomeriggio del 13 gennaio la Corte suprema indiana ha deciso di prolungare la licenza estesa per «motivi sanitari» al fuciliere Massimiliano Latorre lo scorso mese di settembre. A Latorre, che aveva subìto un attacco ischemico mentre risiedeva all’interno dell’Ambasciata d’Italia a New Delhi, è stato permesso di rientrare in Italia per il percorso di riabilitazione intrapreso in strutture mediche italiane.

Venerdì, 15 gennaio: L’atlante del Califfato in Indonesia
L’Indonesia può essere considerata una storia di successo dell’anti-terrorismo. Gli attacchi coordinati nel centro di Giacarta rischiano di segnare un passo indietro. C’è una rivendicazione dell’Isis, ancora tutta da verificare. Ma l’influenza del Califfato si fa comunque sentire sull’arcipelago.