Al rientro in Italia molti amici, non senza un pizzico di malizia, spesso ci chiedono come sia destreggiarsi tra le biciclette di Pechino o abituarsi a mangiare con le bacchette ma, ironie a parte, come viviamo realmente noi stranieri dagli occhi grandi e dai nasi allungati in un paese tanto diverso, celebrato simbolo di arte e saggezza millenarie?
A differenza di come possano immaginare i nostri amici e parenti rimasti oltre oceano, la vita cinese, o per lo meno pechinese è più confortevole di quello che possa sembrare. Gli ospiti orientali stanno facendo uno sforzo incredibile per rendere la capitale un posto dove tutte le culture convergano in un ibrido, a volte sacrificando anche il carattere nazionale. Senza dubbio però vivere in una megalopoli, dove anche il respiro è scandito dal ritmo frenetico del traffico, comporta l’adozione di uno stile di vita differente e spesso si è costretti a delle rinunce. Gli italiani, cultori soprattutto della buona tavola, rimpiangeranno la beneamata pasta, il parmigiano e, anche se ormai Pechino pullula di caffetterie, ahimè il caffè.
La capitale permette comunque ad ognuno di noi di scegliere uno stile di vita individuale: c’è chi cerca di aggrapparsi ai barlumi di cultura cinese, reduci tra le macerie dei siheyuan e chi invece gode del clima cosmopolita, destreggiandosi tra ristoranti internazionali e bar sino – occidentali. Ma una cosa che probabilmente ci accomuna tutti e che ci farà sentire per sempre stranieri, anche quando avremo donato il nostro cuore agli autoctoni e ci saremo votati totalmente alla conoscenza dei più profondi enigmi del Paese di Mezzo sarà sempre l’ostacolo della lingua! Per quanto si possa apprendere l’idioma del paese che ci ospita, fino anche a dimenticarsi il proprio, la nostra forma mentis resta attaccata, come un koala da svezzare al grembo della madre, alla struttura della nostra lingua. Questo è vero soprattutto quando leggiamo un libro in cinese che spesso ci lascia la sensazione di non aver afferrato pienamente il senso esatto che si cela fra le righe e non aver goduto appieno dello stile letterario che caratterizza i diversi scrittori. Sfogliare pagine scritte in italiano resta un piacere che l’impenetrabilità dei caratteri difficilmente riesce a dare. Per questo la traduzione, fedele alleata della lettura scorrevole, anche se a volte sacrifica molti dei contenuti originali, è così importante. Un esempio? Quanti di noi hanno letto il “Sogno della camera rossa” in cinese?
Ecco che i libri scritti e tradotti nella nostra lingua, accanto ai rimpianti gastronomici, diventano una delle mancanze più sentite dagli stranieri residenti all’estero. Molti di noi risolvono il problema portandosi due o tre libri, chiusi a forza nella valigia traboccante di pacchi di caffè e di forme di formaggio, abitanti perenni e putrefatti del nostro frigorifero. Ma in realtà, libri e viveri, trascinati a fatica per 12 ore di aereo, invece di accompagnarci per tutto l’anno, dopo qualche mese si dissolvono nel meraviglioso mondo della mente e dello stomaco.
Altri, una volta a Pechino, si recano regolarmente alla biblioteca dell’Istituto di Cultura, che offre tanti bei libri e anche un utilissimo servizio di libreria ma, tra gli impegni e le distanze enormi di una metropoli a cinque trafficatissimi anelli, anche questa soluzione a volte stenta a colmare il vuoto lasciato dalla mancanza dei nostri amici libri.
Da tutte queste riflessioni, che potrebbero sembrare di poco spessore, ma che sicuramente popolano la mente di tutti noi, nasce l’idea di Laofei, un modo per leggere di più e più comodamente. Laofei è fondamentalmente una biblioteca itinerante, composta da quel corpus di libri che si ammassano sui nostri scaffali e che diventano un soprammobile impolverato subito dopo aver sfogliato l’ultima pagina. Certo è che, un appassionato di lettura si affeziona con attaccamento quasi morboso ad ogni libro che legge e gode spesso del piacere di sfogliarlo nuovamente, ma anche questi potrebbe sfruttare al meglio la potenzialità del suo libro, prestandolo e riprendendoselo ogni volta che ne avesse voglia! L’idea alla base di Laofei non è altro che questa, rendere più utili, e soprattutto utili a tutti, i libri che ci portiamo dal nostro lontano paese, scambiandoceli tra lettori, ma non perdendoli mai di vista. I libri che compongono la biblioteca Laofei, non sono ceduti dai loro proprietari, ma vengono messi semplicemente a disposizione di un’associazione che si occupa di prendersene cura, in modo da rendere fruibili i nostri libri.
Oltre che coordinare il semplice scambio e garantire l’integrità dei volumi affidati alla biblioteca, Laofei è anche pensata come un’opportunità per chi lavora o per chi ha poco tempo, proponendo di organizzare incontri serali, dove tra una birra e quattro chiacchiere, si possa ritrovare il piacere della lettura, magari seguendo i consigli di chi ha già letto il libro che ci incuriosisce. Tutto questo senza spendere niente, solo mettendo a disposizione ciò che da tempo avevamo dimenticato sulla libreria della nostra cameretta.
Indirizzo internet del sito Laofei