Oggi in Asia – Singapore ripensa la pena capitale

In by Simone

Singapore fa un passo verso un rilassamento delle leggi che regolano la pena capitale.  In Parlamento un disegno di legge per renderla non più obbligatoria per alcuni reati. Gli avvocati indiani sono pronti a scioperare e si alzano le voci per chiedere la cittadinanza per i musulmani birmani.

Singapore – Condannare a morte non sarà più obbligatorio

Singapore rivedrà l’applicazione della pena capitale. È in discussione in Parlamento una riforma che lascia ai giudici margine per decidere se condannare o meno a morte gli imputati coinvolti in traffico di droga che decidono di collaborare con la polizia e quelli sotto processo per omicidio colposo, reati per cui oggi la sentenza capitale è obbligatoria. Ora potranno anche scegliere di condannarli all’ergastolo o pene minori.

Il disegno di legge è stato presentato dopo una moratoria sulle esecuzioni che di fatto dura da un anno . La città-Stato fa vanto del bassissimo tasso di criminalità, sebbene le organizzazioni per la tutela dei diritti umani sia locali sia internazionali siano critiche sulla rigidità con cui è applicata la pena di morte.

Tra il 2004 e il 2010 sono stati 38 i detenuti giustiziati per impiccagione (un lascito del passato coloniale britannico). Tra questi 12 erano stranieri, mentre attualmente sono 35 i detenuti rinchiusi nel braccio della morte. “È un primo importante passo”, ha detto all’agenzia l’attivista per la tutela dei diritti umani Braema Mathi in un comunicato, “ ma la pena di morte obbligatoria continua a essere applicata a troppi reati”.

INDIA – Avvocati verso lo sciopero

Gli avvocati indiani sono sul piede di guerra e pronti a incrociare le braccia per due giorni per protesta contro la riforma dell’Istruzione che priverebbe le associazioni di categoria del controllo sull’accesso alla professione.

Secondo gli avvocati, scrive l‘Hindustan Times, la riforma toglierebbe prerogative all’ordine e faciliterebbe gli studi stranieri che volessero praticare la professione in India.

Lo sciopero, previsto per l’11 e il 12 luglio, ingolferebbe inoltre il sistema giudiziario, già penalizzato dalla mancanza di giudici e con milioni di processi ancora pendenti.

Birmania – Discutere la legge sulla cittadinanza

La riforma della legge sulla cittadinanza dovrà essere una priorità del Parlamento ora che tra i banchi siedono anche Aung San Suu Kyi e la sua Lega nazionale per democrazia.

Trentuno organizzazioni non governative e per la tutela dei diritti umani chiedono al premo Nobel per la pace di farsi promotrice di una riforma resa ancora più urgente degli scontri tra le comunità buddiste e i musulmani Rohingya che, benché vivano nel Paese da generazioni, sono ancora considerati immigrati illegali e non considerati dal regime una minoranza secondo la legge sulla cittadinanza datata 1982.

Il mese scorso, a Oslo per la cerimonia di consegna del premio Nobel che le fu assegnato nel 1991 e che non poté ritirare, Suu Kyi disse che la questione Rohingya deve essere risolta con lo Stato di diritto. Tuttavia i critici lamentano una scarsa attenzione del movimento democratico per la sorte della comunità musulmana.

Un appello alla Lady è arrivato la scorsa settimana anche dall’Organizzazioni per la cooperazione islamica.

[Foto credit: sgdeathpenalty.blogspot.com]