Via da TikTok: i content creator statunitensi approdano su Xiaohongshu

In Cina, Economia, Politica e Società by Redazione

I content creator statunitensi hanno lanciato l’hashtag #refugeetiktok (rifugiati di TikTok) per incoraggiare i propri follower a migrare sull’app cinese Xiaohongshu e ricostruire la community che avevano su TikTok. Ma la luna di miele per l’app cinese, che nel giro di due giorni ha visto più di 700mila nuovi utenti statunitensi, potrebbe finire presto.

Anche i rifugiati digitali hanno bisogno di un approdo sicuro. In attesa della decisione della Corte suprema degli Stati Uniti che potrebbe stabilire se TikTok sarà vietato o meno nel paese dal 19 gennaio, gli utenti statunitensi dell’app della società cinese ByteDance stanno migrando verso un altro social network. Che, ironia della sorte, è cinese. Da lunedì 13 gennaio, l’app più scaricata sugli iPhone degli statunitensi è Xiaohongshu (“libretto rosso” in mandarino), conosciuta in inglese come RedNote, di proprietà della Xingyin Information Technology. Secondo le stime della società di ricerca Sensor Tower, questa settimana i download dell’app negli States sono aumentati di oltre il 200% su base annua e del 194% rispetto alla settimana precedente. 

Lanciata nel 2013, Xiaohongshu è una delle più grandi piattaforme della Cina grazie ai suoi 300 milioni di utenti attivi. Adesso, però, il dato deve essere visto al rialzo. Nel giro di due giorni più di 700mila nuovi utenti statunitensi si sono iscritti all’app dal nome che ricorda il Libretto rosso di Mao Zedong. Anche se richiama la raccolta di citazioni del leader comunista, il nome dell’app porta con sé più riferimenti al capitalismo di quanto si immagini. Uno degli sviluppatori di Xiaohongshu, Charlwin Mao, ha raccontato di essersi ispirato alla scelta del nome dalle sue esperienze alla Stanford University e alla società di consulenza statunitense Bain, dove il colore istituzionale è appunto il rosso.

I content creator statunitensi hanno lanciato l’hashtag #refugeetiktok (rifugiati di TikTok) per incoraggiare i propri follower a migrare sull’app cinese e ricostruire la community che avevano su TikTok. Una sorta di ripicca verso il governo di Washington che vuole vietare l’app di video brevi per il timore che i dati dei 170 milioni di utenti statunitensi finiscano nelle mani del governo cinese. Nell’annunciare l’addio all’app che secondo Washington è controllata da Pechino, molti utenti hanno salutato con video e foto ironiche la “spia cinese” che li ha tenuti sotto controllo. 

A differenza di TikTok, che ha il suo corrispettivo cinese in Douyin, e di WeChat, che nella Repubblica popolare porta il nome di Weixin, Xiaohongshu ha una sola versione della piattaforma, senza essere distinta per il pubblico cinese e per quello straniero. Xiaohongshu propone contenuti legati al lifestyle sulla base degli interessi e delle interazioni degli utenti e consente anche di acquistare e vendere prodotti. Il tutto in lingua e valuta cinese. Gli esperti sottolineano che la sfida principale nel fidelizzare gli americani sarà la barriera linguistica: gli utenti possono pubblicare contenuti in inglese, ma l’app è in mandarino e non dispone di strumenti di traduzione automatica. L’app si concentra principalmente su contenuti pensati appositamente per la Cina e ha un approccio incentrato su immagini e testo, a differenza di TikTok che si basa su video brevi (facilmente monetizzabili). E questo potrebbe essere un ulteriore ostacolo per i content creator.

Anche se gli sviluppatori dell’app vogliono cavalcare l’onda del successo per raggiungere una popolarità globale simile a quella di TikTok, potrebbero presto scontrarsi con i regolatori della censura cinese. Così la luna di miele potrebbe finire presto. I tiktoker statunitensi sono sbarcati su Xiaohongshu perché questa, a differenza di Douyin, è disponibile sugli app store occidentali. Il successo registrato non riguarda però solo i numeri. Lo sbarco dei tiktoker statunitensi sull’app cinese ha permesso l’incontro di due popoli e culture distanti con iterazioni che spaziano dallo scambio di consigli linguistici a opinioni su aspetti politici. E nel contesto delle crescenti tensioni tra Stati Uniti e Cina, l’arrivo dei statunitensi sull’app che fino a qualche giorno fa ospitava principalmente cinesi è letto come un momento significativo di connessione tra le due culture. Almeno fino al prossimo ban.

 

Di Giulia De Caroli

[pubblicato su il manifesto]