Vecchio funerale, sayonara

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Le forme tradizionali di funerale familiari a tutti i giapponesi stanno cambiando radicalmente. Contrariamente al passato, come nel caso dei funerali cosiddetti “di famiglia”, cioè in presenza dei soli familiari, oggi il funerale è sempre più un evento personalizzabile.


Tra le generazioni cresciute a suon di film di fantascienza in stile Star Trek, di incontri ravvicinati del terzo tipo e del programma Apollo, sono molti a condividere il sogno di andare nello spazio. Un sogno che qualcuno riesce a realizzare dopo la morte in quello che viene chiamato “funerale spaziale”.

Dagli uno ai sette grammi delle ceneri del defunto vengono chiuse in una capsula. Questa viene poi lanciata nello spazio con un piccolo razzo o mandata nell’orbita terrestre con un satellite. Questa moda è nata negli Stati Uniti dove il lancio di razzi spaziali privati è molto sviluppato. Grazie alla collaborazione tra aziende giapponesi e americane del settore, poi, è arrivata anche in Giappone.

Nel 2014, sono stati celebrati i funerali spaziali di due giapponesi. Organizzatrice l’azienda di pompe funebri “Ginga Stage” di Tokyo. Nel 2015 il numero di funerali spaziali è salito a tre. I piccoli razzi — di un’altezza compresa tra i 3 e i 4 metri — contenenti le capsule con le ceneri sono partiti da una base del New Mexico, negli Stati Uniti. I velivoli si sono fermati per qualche minuto nello spazio aperto. Dopo di che, sono ricaduti nell’atmosfera terrestre bruciando completamente con le ceneri dei defunti. Il tutto per un costo di 450mila yen (circa 3500 euro) — tasse escluse.

Il prossimo lancio sarà a metà settembre. Ad oggi, in tutto il Giappone, oltre 11 persone hanno fatto richiesta per questo tipo di cerimonia.

“Sono soprattutto uomini di età compresa tra i 60 e i 70 anni con la passione per l’universo — e con loro i familiari — a sperare in un funerale spaziale.”, spiega il signor Takashi Sano, memorial planner della Ginga Stage.

L’anno scorso Junkū Sōkō (40 anni), il vice abate del tempio buddhista Taishōji di Ōsaka,ha prenotato un funerale spaziale. È venuto a conoscenza di questa cerimonia in un periodo in cui aveva bisogno di informazioni circa sulle diverse modalità di spargimento delle ceneri a fronte di continue richieste di consulenza da parte dei fedeli del tempio.

“Frammenti delle ceneri di Buddha sono disperse in tutto il mondo. Al giorno d’oggi non vedo niente di strano in un funerale nello spazio”, spiega il monaco.

Una volta disposte le ceneri in un’urna, perché non inviare parti di queste altrove, secondo la volontà defunto? Nel suo caso Junkū Sōkō ha scelto un funerale spaziale perché perché fin da bambino desiderava diventare un astronauta.

Nel prossimo futuro la Ginga Stage ha in programma di organizzare dispersioni di ceneri sul suolo lunare. Non c’è ancora una data per il primo lancio, ma uno dei responsabili delle prenotazioni ci spiega che famiglie e aziende esprimono sempre di più il desiderio di essere protette dai loro cari dalla luna. Per questo l’azienda starebbe collaborando a uno studio della Nasa, l’agenzia spaziale statunitense.

Funerale low cost

Negli ultimi anni, i giapponesi hanno cambiato radicalmente il modo di intendere il funerale, anche a causa di mutamenti negli stili di vita. Secondo un’inchiesta dell’associazione dei consumatori giapponesi, il costo di una funzione oggi è in media di un milione 957mila yen (2016). Dal periodo di picco, nel 2003, i costi si sono pressoché dimezzati. Oggi continua la progressiva opera di trasparenza sui prezzi da parte delle aziende di pompe funebri e di caduta generale dei prezzi delle cerimonie.

Oggi i giapponesi preferiscono sempre di più cerimonie intime a cui possono partecipare poche persone, soprattutto familiari, a eventi in grande stile organizzati in sale cerimoniali da centinaia di posti e altari sfarzosi tipici dell’era della bolla speculativa (tra i primi anni 80 e i primi anni 90, ndt).

Anche la grande catena di supermercati Aeon è entrata nel business dei funerali. La sola cremazione costa 198mila yen (tasse incluse). Per un funerale “da un giorno”, che include cerimonia funebre e cremazione, i costi si aggirano intorno ai 348mila yen. Per un funerale familiare invece servono 498mila yen, con possibilità di rateizzazione. In queste spese è poi compreso anche l’offerta al monaco celebrante — una cifra compresa tra i 45mila e i 150mila yen).

Monaco a domicilio

Negli ultimi tempi la popolarità di questo servizio è in crescita: si chiama “Obōsan-bin” (lett.: bonzo a domicilio/consegna bonzo) e permette di prenotare un monaco buddhista per una cerimonia funebre. L’apertura del servizio su Amazon a dicembre 2015 aveva attirato molta pubblicità su giornali e in tv. L’associazione dei buddisti giapponesi aveva in un secondo momento chiesto ad Amazon di sospendere il servizio. Eppure secondo la Mirenbi, l’azienda di servizi funerari che gestisce il servizio, l’Obōsan-bin è sempre più richiesto e sarà presto disponibile come servizio nel catalogo dei servizi dell’azienda. Una ragione del suo successo è l’aver abbassato i costi dei riti funebri buddisti.

Il prezzo di base si aggiorna sui 35mila yen e si prenota scegliendo data e ora e scuola buddhista di appartenenza. Il servizio è operativo su tutto il territorio giapponese escluse aree montane e isole remote e si rivolge soprattutto a chi non ha un tempio di famiglia.

Nel periodo di massima attività, tra luglio e agosto 2016, il numero di chiamate è aumentato del 95 per cento rispetto all’anno precedente. A fine novembre 2015, prima che il servizio fosse disponibile anche su amazon.jp, i monaci coinvolti erano 300. Oggi sono più di mille.

La maggioranza degli utenti è di età compresa tra i 50 e i 60 anni, la stessa di molti che si trovano a organizzare un funerale per un proprio caro scomparso. Molti clienti, poi, sono persone originarie della provincia e trasferitesi in città. Per quanto riguarda invece i monaci che prestano il loro servizio, la scelta è ampia: si va dai novizi trentenni ai veterani di settant’anni. Tra questi non sono pochi i bonzi che credono che in futuro i templi non dovranno più avere un ufficio contabile.

Egyō Nakata, 38 anni, del tempio Kyōō della scuola Nichiren a Tokyo, collabora con Obōsan-bin dal 2013. In questi anni ha visto aumentare il numero dei praticanti al suo seguito tanto da riuscire a mettersi “in proprio” e ad aprire il proprio tempio. Senza ricorrere al sistema delle donazioni familiari, è riuscito a riunire al suo tempio circa 300 famiglie. Per attirare nuovi fedeli, non chiede quote associative annuali né altre donazioni. Dal punto di vista amministrativo e finanziario, per Nakata Obōsan-bin è indispensabile.

Secondo lui il servizio porterà un cambiamento epocale.

“All’inizio lo facevo solo per soldi. I monaci più anziani mi sgridavano in continuazione. Adesso quando ci vediamo mi chiedono di tutto: come mi sento quando mi arriva una richiesta, che tipo di cerimonia scelgo, che cosa dico. Mi pare che la percezione di questo servizio da parte dei monaci stia cambiando a poco a poco”.

Secondo l’agenzia di marketing Yano Research, negli ultimi anni il business dei funerali è in costante crescita e vale circa 1,7mila miliardi di yen (circa 15 miliardi di euro). La crescita di questo mercato è lenta, ma, a fronte di una società che invecchia ad alti ritmi, il numero di morti è destinato certamente ad aumentare nei prossimi anni. Così i funerali diventano un’occasione per imprenditori con prodotti innovativi provenienti da altri settori in cerca di nuove opportunità di business.

Un funerale allegro, come piacerebbe al defunto

Fiori colorati ovunque. E poi messaggi di amici e persone care. All’entrata della sala della cerimonia, un tabellone di benvenuto contornato da fotografie di persone sorridenti. A prima vista potrebbe sembrare un matrimonio. Invece si tratta di un funerale. Urban Funes è un’azienda di pompe funebri fondata nel 2002 a Tokyo. È stata la prima azienda a proporre questo genere di funerali. Non a caso, il suo fondatore viene dal settore delle agenzie matrimoniali.

Esattamente come per i matrimoni, i clienti possono scegliere di spendere o di andare al risparmio.

Per un “funerale classico/generico” a cui possono prendere parte anche persone al di fuori della stretta cerchia familiare, i prezzi sono a partire dai 600mila yen. Ogni mese l’azienda cura circa 200 funerali. Solo quest’anno, l’azienda ha organizzato 2500 cerimonie per un volume d’affari previsto di 2,8 miliardi di yen. “La premessa fondamentale di questo lavoro è decidere con il cliente il tipo di cerimonia funebre da celebrare”, spiega Akiyuki Honda dell’ufficio commerciale dell’azienda. “Poi, per personalizzare ulteriormente l’evento, cerchiamo di capire che tipo di vita ha vissuto il defunto. È a questo aspetto che dedichiamo particolare attenzione”.

Buddha colorati al LED

A Toyoda, prefettura di Aichi, lavora l’agenzia funeraria FUNE. Da quando ha aperto, la FUNE offre un servizio battezzato “funerale emozionante”. La cerimonia è arricchita da performance musicali dal vivo e sei anni fa, allo scopo di rendere più commovente il momento dell’addio al feretro del defunto, il presidente Naoki Miura ha deciso di introdurre un sistema di videoproiezioni in 3D.

Su uno schermo dietro l’altare si vedono scorrere immagini care al defunto e foto ricordo mentre in sottofondo vengono eseguite composizioni di violino e pianoforte. Le videoproiezioni sono sviluppate dalla Fantechs, un’azienda di tecnologie visuali di Toyoda. La stessa azienda ha anche ideato un sistema di video mapping per gli altari da cerimonia con composizioni floreali, farfalle e lucciole animate.

Molti fedeli buddisti guardano con scetticismo a questo genere di funerali forse troppo appariscenti. Tuttavia, anche nei templi buddisti le cose non rimangono ferme. Tokyo, distretto di Shinjuku. A due minuti a piedi dalla stazione di Ushigome-yanagichō sulla linea di metropolitana Tōei-Ōedo, in un tranquillo quartiere residenziale, si trova il tempio Kōkoku-ji della scuola Nichiren. Nel cortile si trova un ossario comune, costruito nel 2006. Entrando il visitatore è accolto dalla luce bianca di decine di statuette in vetro di Buddha, ciascuna alta circa 20 centimetri. Rappresentano i defunti i cui resti sono qui deposti. Le loro luci al LED cambiano colore passando dal giallo all’azzurro.

“Al momento sui 2046 defunti di questo cimitero, 600 sono qui nell’ossario comune. E abbiamo ricevuto altre 200 prenotazioni da persone ancora in vita”, spiega il 28esimo abate del Kōkokuji, Taijun Yajima, 65 anni. L’idea delle statuette è nata dal commento di un quarantenne, celibe, membro di una famiglia sostenitrice del tempio: “Una tomba devono avercela tutti, anche gli scapoli…”.

Così, con l’idea di dare una tomba a tutti, nel 91 è stato costruito un cimitero all’aperto. In seguito è stato costruito un piccolo ossario al chiuso. Il luogo non fa distinzione tra le varie scuole buddiste. Nello stesso tempio ci sono anche tombe “normali” il cui costo d’affitto è di 1,8 milioni di yen al metro quadro. Nell’ossario di fronte sono conservate le ceneri dei defunti. Si possono anche prenotare delle cellette individuali in cui depositare le ceneri per un costo compreso tra i 90mila e i 750mila yen. Ogni mese circa dieci persone vengono qui per chiedere un consulto per la deposizione delle ceneri nell’ossario comune.

“Noi siamo noi a consigliare alle persone l’ossario comune”, spiega Yajima. “Tuttavia per chi non ha nessuno, e ha di fronte a sé un futuro incerto, questa è l’unica via possibile per avere una degna sepoltura. Preferiamo che siano le persone convinte di ciò a venire qui da noi”.

di Shōji Nomura, Hideko Ono, Katsue Nagakura, Ryōko Yamaguchi (AERA), traduzione di Marco Zappa