Usa-Rpc. Relazioni difficili

In by Simone

Oggi si è aperta la quarta sessione del Dialogo Strategico ed Economico Cina-Stati Uniti. Le parole del presidente Hu Jintao invitano le potenze Usa e Rpc a imparare a convivere senza lottare, ma gli editoriali della stampa cinese sottolineano che i rapporti tra i due stati sono a un punto critico.

Il presidente cinese Hu Jintao ha aperto il dialogo invitando Cina e Stati Uniti a superare la tradizionale idea che le grandi potenze siano destinate ad entrare in conflitto, e a cercare nuovi modi per sviluppare le relazioni tra i principali paesi.

Il dialogo è co-presieduto da uno dei vice premier cinesi, Wang Qishan, e dal consigliere di Stato Dai Bingguo, rappresentanti speciali del presidente cinese Hu Jintao, e dal segretario di Stato Usa Hillary Clinton e dal segretario al Tesoro Timothy Geithner, rappresentanti speciali del presidente americano Barack Obama. 

 
Xinhua riporta oggi, 3 maggio, le parti salienti del discorso del Presidente.
 
"Qualsiasi cambiamento può avvenire nel mondo e non importa quanto le situazioni interne dei nostri due paesi possano evolvere, la Cina e gli Stati Uniti dovrebbero essere fermamente impegnate a promuovere un partenariato cooperativo e costruire un nuovo tipo di relazioni tra i principali paesi che rassicurino non solo entrambi i popoli di Cina e Stati Uniti, ma i popoli di tutto il mondo".
 
Per costruire un nuovo tipo di relazioni, Cina e Stati Uniti devono pensare in modo creativo.
 
Quarant’anni fa, la Cina e gli Stati Uniti hanno fatto una mossa creativa rilasciando il Comunicato di Shanghai che sia ha affermato i punti di vista condivisi dai due Paesi sia ha elencato le loro differenze senza nasconderle, stabilendo i principi fondamentali che guidano le relazioni tra Cina e Stati Uniti.
 
Hu Jintao ha inoltre affermato che Cina e Stati Uniti sono oramai nel secondo decennio del XXI secolo e devono stare al passo con i tempi nel modo di pensare, nelle politiche e nelle azioni.
 
Hu Jintao ha concluso il suo intervento affermando: "Dovremmo, attraverso il pensiero creativo e passi concreti, dimostrare che la tradizionale idea che le grandi potenze siano destinate a scontrarsi e ad avere conflitti è sbagliata e cercare nuovi modi di sviluppare le relazioni tra i paesi più importanti nell’era della globalizzazione economica".
 
Nonostante le parole ecumeniche del presidente, i corsivi dei giornali di oggi continuano a sottolineare che le relazioni tra Stati Uniti e Repubblica popolare cinese sono a un punto critico
 
La posta in gioco non è soltanto il gioco di potere sul palco mondiale per l’influenza politica o militare. C’è anche la rivalità per le risorse, visto che la domanda mondiale di petrolio, acqua, rame, zinco ed altre materie prime sta iniziando a superare l’offerta” scrive il normalmente equilibrato South China Morning Post.
 
Il Global Times gli fa eco con uno dei suoi editoriali infuocati: “La sfiducia reciproca tra Usa e Cina sta apparentemente crescendo. Il dialogo ad alto livello deve assicurare che i due Paesi siano in grado di mantenere questo sentimento negativo sotto controllo ed evitare che si trasformi in un’opposizione strategica in determinate dispute.
 
E ancora il South China Mornig Post: “Per recuperare oltre un decennio di incuria diplomatica in Asia, gli Usa negli ultimi sei mesi hanno adottato una terapia d’urto, nella speranza di cambiare cuori e menti in fretta.
 
Pechino, che sembra più frustrata che arrabbiata per questo improvviso impennarsi della belligeranza, ha risposto fino ad ora in modo piuttosto timido, dicendo solo che gli Usa stanno “mettendo a repentaglio la pace” con le loro azioni. Si considera una vittima dell’ipocrisia americana – di nuovo. E, di certo, l’ipocrisia è sconcertante.
 
Il Global Times sembra addirittura più conciliante: “Se la Cina e gli Usa non riusciranno a fugare la loro sfiducia strategica, tutti gli sforzi votati ad un miglioramento delle relazioni bilaterali si risolveranno in un nonnulla, visto che le relazioni potrebbero essere disturbate improvvisamente in qualsiasi momento”.
 
Ma conclude: “Nonostante la rapida crescita cinese, è impossibile per la Cina – nel futuro prossimo – recuperare il vantaggio americano. Ma se questo vantaggio non solleva la Casa Bianca dal sospetto, come può la Cina fugare i dubbi di Washington?