Per un attivista libero, tre vanno dentro. Jigme Gyatso, attivista tibetano, è uscito di carcere dopo 17 anni. Ieri, nel frattempo altri tre attivisti "rei" di avere esposto uno striscione in cui chiedevano ai politici cinesi di dichiarare le proprie ricchezze, sono stati arrestati. Avevano raccolto 8 mila firme contro la corruzione. Jigme Gyatso, 52 anni, ex monaco buddista e attivista tibetano è stato liberato dopo diciassette anni di prigione. Era stato arrestato poiché avrebbe “condotto una organizzazione controrivoluzionaria”: lui e un gruppo di amici sostenevano l’indipendenza del Tibet e vennero condannati al carcere duro nel 1996. Il suo caso divenne celebre per le denunce di maltrattamenti nella prigione cinese. La notizia del suo rilascio è stata confermata anche dalle autorità tibetane in esilio a Dharamsala, India.
E per un tibetano che esce, tre cinesi invece sono stati arrestati ieri: il loro reato è stato quello di aver esposto uno striscione chiedendo la divulgazione delle ricchezze personali e delle famiglie dei politici cinesi.
Jigme Gyatso, ex monaco è tornato nella sua città natale nella zona tibetana della provincia nord-occidentale di Gansu – Tashi Phuntsok del governo tibetano in esilio in India ha confermato il suo rilascio – con un anno di anticipo, a causa delle sue pessime condizioni di salute. Secondo Radio Free Asia, Gyatso sarebbe apparso “molto debole” a causa della cattiva alimentazione sofferta in carcere, le torture e la mancanza di assistenza medica. Jigme Gyatso era tra i prigionieri politici tibetani più noti: anche Amnesty International e l’Unione Europea ne chiedevano da tempo la liberazione.
Anche se il governo cinese arrestò all’epoca centinaia di tibetani per reati politici, il caso Jigme Gyatso attirò l’attenzione mondiale dopo che le autorità cinesi consentirono a Manfred Nowak, relatore speciale delle Nazioni Unite sui casi di tortura, di parlare con Gyatso nel 2005. Nowak denunciò l’uso da parte dei carcerieri di bastoni elettrici, esposizione a temperature estreme e la privazione del sonno.
Gyatso venne arrestato in un giro di vite sul dissenso nel 1996 e venne condannato a 15 anni con l’accusa di “incitamento al separatismo” e “attività controrivoluzionarie”. Tenuto presso il famigerato carcere Drapchi di Lhasa, fu tra i prigionieri che vennero picchiati e torturati dopo le proteste pro indipendenza del 1998. Nel 2004, la sua prigionia venne prorogata di tre anni perché in carcere avrebbe gridato slogan a sostegno del Dalai Lama, il leader spirituale tibetano in esilio, fuggito in India nel mezzo di una rivolta fallita contro il dominio di Pechino nel 1959, sui cui pesa l’oscuro intervento della Cia e degli Stati Uniti.
E mentre Gyatso veniva liberato, tre cinesi finivano in carcere. Almeno tre attivisti pechinesi che hanno chiesto ai vertici del Partito Comunista di divulgare i beni economici personali e famigliari, sono stati arrestati ieri per “raduno illegale” secondo quanto comunicato da Liang Xiaojun, l’avvocato di uno dei detenuti. Liang ha detto al South China Morning Post che il suo cliente, Yuan Dong, “è stato preso in custodia dalla polizia insieme a tre altri attivisti per indagini penali dopo aver esposto striscioni in una zona di Xidan, distretto Xicheng di Pechino, chiedendo una maggiore trasparenza dei dati patrimoniali dei funzionari per migliorare la trasparenza delle governance e combattere la corruzione ufficiale”.
L’azione degli attivisti pechinesi farebbe parte di una campagna più ampia lanciata per la richiesta agli alti funzionari del governo di dichiarare pubblicamente i loro beni. E’ stata anche mandata una lettera ufficiale al Congresso Nazionale del Popolo. Secondo Sun Hanhui, uno dei coordinatori della campagna online, già quasi 8mila persone avrebbero firmato la lettera, confermando l’interesse della popolazione cinese ai fenomeni di corruzione dei propri politici.
“Continueremo a spingere fino al giorno in cui arriverà una legge che obblighi alla divulgazione del patrimonio degli alti funzionari", ha detto Sun.
[Scritto per Lettera43; foto credits: nbcnews.com]