Un’amicizia messa a dura prova

In Cina, Economia, Politica e Società by Redazione

Lo scorso marzo, Ren Zhiqiang 任志强 – ex-presidente del gruppo immobiliare Huayuan – è stato arrestato per i suoi commenti poco lusinghieri rivolti a Xi Jinping e alla gestione della pandemia. Si pensava che Ren, un membro influente della seconda generazione “rossa” 红二代 e amico di lunga data del vicepresidente Wang Qishan, ne sarebbe uscito relativamente indenne. Tuttavia, il 22 settembre, a Pechino, Ren è stato condannato a 18 anni di carcere per corruzione. Questa condanna ci riporta alla mente quella inferta nel 2018 a Wu Xiaohui 吴小晖, marito della nipote di Deng Xiaoping, ed ex-presidente del gruppo assicurativo Anbang 安邦保险集团. Il 2 ottobre, poco più di due settimane dopo la caduta di Ren, Dong Hong 董宏, “mishu”  (assistente) di Wang Qishan sin dai suoi primi anni nel Guangdong, è stato a sua volta incriminato per gravi violazioni disciplinari. Questi due arresti, avvenuti a poche settimane dalla Quinta sessione plenaria (26-29 ottobre), sollevano dubbi sulla solidità del rapporto che esiste tra il Presidente e il Vicepresidente.

Perdite ingenti

Prima di affrontare il caso Ren Zhiqiang, è importante fare un salto indietro nel tempo fino alla fine di febbraio, quando le tensioni tra le autorità dello Hubei e il governo centrale erano da poco esplose. Allora, Ma Guoqiang 马国强 – Segretario di Partito a Wuhan vicino alla Shanghai Gang – era appena stato epurato e Jiang Chaoliang 蒋超良 – insieme a Wang Xiaodong 王晓东, il governatore dello Hubei, e Zhou Xianwang 周先旺, il sindaco di Wuhan, era finito sotto i riflettori. Jiang è stato poi licenziato per la “sua” cattiva gestione nei primi giorni della pandemia senza essere effettivamente punito (cioè senza essere stato messo sotto inchiesta) e successivamente sostituito da Ying Yong 应勇, uno degli alleati di Xi nello Zhejiang.

Circa sei giorni dopo la rimozione di Jiang, uno degli amici di Wang Qishan, Ren Zhiqiang, è stato arrestato assieme al figlio dalla Commissione per l’Ispezione Disciplinare del Distretto Xicheng a Pechino. Al tempo dell’arresto, alcuni credevano che lo stretto rapporto tra Wang Qishan e Ren – ma, ancor più importante, quello tra il suocero di Wang, Yao Yilin 姚依林 e il padre di Ren, Ren Quansheng 任泉生 – gli avrebbe semplicemente permesso di essere sospeso dal Partito, proprio come nel 2016. Ren non si aspettava quello che sarebbe successo di lì a poco.

Considerando che una questione così delicata avrebbe dovuto essere contenuta il più possibile dai media, il caso Ren Zhiqiang, molto probabilmente gestito da Cai Qi 蔡奇 – Segretario di Partito a Pechino – e da Wang Huning 王沪宁, è tutt’altro che ordinario. Come nel caso di molti dei recenti commenti di Li Keqiang – spesso contrari alle parole di Xi – era palese il desiderio di rendere pubbliche le parole di Ren per darlo in pasto alla stampa. Le critiche rivolte a Xi – molto probabilmente portate alla sua attenzione da Wang Huning – sono assai rilevanti considerando lo status di Ren e i suoi presunti legami con Yu Zhengsheng, un membro della Shaanxi Gang 陕西帮 di Xi e Zhou Xiaochuan 周小川, l’ex-governatore della Banca centrale.

La reazione di Xi, che manda un messaggio chiaro anche a tutti gli esponenti della seconda generazione rossa, è comprensibile: le fortune e i privilegi che un quadro possiede dipendono dal Partito e ne consegue che quest’ultimo non possa essere criticato, figuriamoci i suoi leader. Per evitare che facesse scalpore, il caso Ren è stato trattato direttamente a Xicheng (con il supporto di Cai Qi e Wang Huning) e non dal CCDI guidato da Zhao Leji 赵乐际. [3] Rimanendo a livello locale, il caso Ren ha certamente sgonfiato alcune delle lamentele mosse dai cittadini riguardo a favoritismi in seno al governo centrale (perché Ren fa parte di questa “classe rossa”). Inoltre, l’élite legata al mondo del real estate – di cui Ren è figura chiave a Pechino – non è molto apprezzata dalla popolazione in generale.

Mentre la stampa internazionale ha frettolosamente descritto Ren come una vittima del sistema e della censura, è stata altrettanto veloce ad omettere il fatto che il gruppo Huayuan è fiorito durante gli anni ‘80 e ‘90 e ha ottenuto permessi operativi e di costruzione nella capitale in gran parte grazie alle conoscenze di Ren. In questo ambiente (quando Chen Xitong, Jia Qinling e Liu Qi erano ancora in carica), soprattutto nei grandi centri urbani come Pechino, è quasi impossibile trovare un punto d’appoggio senza una buona dose di pressioni. Quindi, senza liquidare i commenti di Ren su Xi, è inopportuno ritenere che le altre accuse sollevate contro di lui fossero pura fantasia.

Una delle differenze con il caso Jiang risiede nel fatto che Wang Qishan non ha “salvato” Ren. Dobbiamo anche chiederci se Wang sarebbe stato in grado di farlo. Una cosa è certa: i due uomini non hanno la stessa visione né gli stessi obiettivi in merito al Partito. Inoltre, il fatto che Wang Qishan – considerando la sua età e ovviamente il fatto che sia lui che la sua famiglia allargata dipendono dal Partito – volesse davvero essere visto come il “sostenitore” 后台 di Ren e quindi condividere la sua stessa pena, è ancora oggetto di dibattito. Va detto che per un “rosso” essere soccorsi pubblicamente è un segno di debolezza intollerabile. In tal senso, Wang avrebbe potuto fare ben poco per “salvare” Ren. Con ciò, è certo che la “perdita” di Ren abbia causato attriti tra Xi e Wang, nonostante si conoscano da circa 50 anni.

[3] Trattando il caso direttamente a livello distrettuale, si è cercato di evitare riferimenti troppo evidenti al regolamento di conti in corso. Zhao si è impantanato nel caso dei complessi residenziali a Qinling (Shaanxi), fatto a sua volta legato, tra gli altri, a Zhao Zhengyong 赵正永.

Di Cercius Group*

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