La centrale atomica di Malan, nello Xinjiang, diventerà presto un’attrazione turistica. Il progetto, portato avanti dal governo locale, trasformerà la base degli anni ’60 in una meta del cosiddetto "turismo rosso". Intanto Pechino ragiona sul futuro del nucleare, puntanto sulla sicurezza.
Secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa ufficiali, la Cina sta lavorando al progetto che trasformerà la la base in cui è stata sviluppata la prima bomba atomica del paese in un’attrazione turistica.
Sarebbero circa 6 i milioni di yuan (730mila euro) allocati per il sito nella regione autonoma dello Xinjiang, nel nord-ovest del paese e spesso centro di ribellioni e proteste da parte della minoranza musulmana del paese.
Come ha riportato il Telegraph, “L’inusuale progetto di sviluppo viene portato avanti dal governo locale e dalla Tsinghua University di Pechino. A quanto sembra, i visitatori avranno la possibilità di visitare i laboratori e i dormitori utilizzati dagli scienziati, e anche un tunnel di 300 metri, costruito per essere usato in caso di attacco aereo”.
Secondo la BBC la base di Malan diventerà uno dei tanti siti di “turismo rosso”, ovvero località scelte dal Partito per festeggiare eventi importanti della propria storia.
La Cina ha testato la sua prima bomba atomica nella zona del Xinjiang negli anni ’60 e la prima detonazione è avvenuta nel deserto vicino Malan il 16 ottobre 1964. Da allora, scrive il Telegraph, “si pensa che più di 40 test nucleari siano stati effettuati presso la struttura, fino al 1996, anno in cui il governo ha detto di aver sospeso il suo programma di sviluppo di armi nucleari”.
E a proposito di nucleare: in questi giorni il Ministero dell’Ambiente ha rilasciato un documento sullo stato dell’arte delle centrali nucleari in Cina e la situazione non sembra molto incoraggiante: come riportato dal Wall Street Journal, “il governo cinese spera che entro il 2015 sia possibile ridurre drasticamente i rischi legati al nucleare e che la sua sicurezza nucleare raggiunga gli standard internazionali entro il 2020".
Nella sua relazione, il Ministero raccomanda di eliminare prima i vecchi reattori nucleari, condividere e migliorare l’accesso alle informazioni, migliorando la ricerca e lo sviluppo della sicurezza nucleare e migliorare la gestione dei rifiuti radioattivi.
“Gli insegnamenti tratti da Fukushima sono molto profondi”, ha detto il portavoce ministeriale, “abbiamo bisogno di migliorare la nostra comprensione circa l’importanza della sicurezza nucleare e aumentare il livello di sicurezza, migliorando i meccanismi di risposta alle emergenze”.
[Scritto per Wired; foto credit: telegraph.co.uk]