Tra Mosca e Pechino la pace è petrolifera

In by Gabriele Battaglia

Tra Pechino e Mosca il dialogo procede sempre più spedito sui binari del commercio di materie prime. Domani il neo-presidente Xi Jinping si recherà in visita a Mosca, accompagnato dalla first lady Peng Liyuan. In particolare, si discuterà di petrolio e della possibilità di raddoppiare le importazioni di greggio russo. Fresco di nomina, il presidente Xi Jinping arriverà domani a Mosca. È il suo primo viaggio all’estero e, a differenza di chi lo ha preceduto ai vertici del Partito e dello Stato, viaggerà con sua moglie, la popolare cantante Peng Liyuan. Sarà la prima apparizione pubblica della coppia da quando Xi ha preso il timone del partito e forse il primo passo per Peng Liyuan, che quando faceva la cantate era più famosa del marito, per diventare la prima first lady cinese. Almeno come comunemente la intendiamo in Occidente. Ma non è questo il punto della visita di stato.

Russia e Cina condividono un passato complicato e hanno interessi geopolitici molto simili. Secondo quanto riportato dal South China Morning Post, non sarebbero pochi i diplomatici e gli analisti occidentali a temere che i crescenti legami con la Russia siano causati da una volontà di allontanarsi dalla supremazia occidentale nella gestione degli affari globali.

Jin Canrong, professore di relazioni internazionali all’Università del Popolo ha spiegato che le due nazioni sono sempre più vicine. Per anni sono riuscite a mantenere la pace lungo il lungo tratto di confine che hanno in comune e spesso si sono appoggiate in difficili decisioni diplomatiche come le risoluzioni Onu o l’atteggiamento da mantenere verso paesi instabili come la Siria o in aree complicate come il Medioriente e il Nordafrica. Sempre insieme hanno lavorato sulla questione nucleare in Corea del Nord.

Negli ultimi anni poi la Russia si è dimostrata anche più disponibile a mettere a disposizione le proprie risorse. La cooperazione con la Cina ha coinvolto risorse energetiche e tecnologia. I commerci tra i due paesi superano ormai i cento miliardi di dollari, quasi il 12 per cento in più rispetto all’anno scorso. In quest’ultimo incontro si tratterà anche di riprendere i colloqui sul gasdotto che dovrebbe collegare Russia e Cina.

E infatti i vertici dei giganti statali Petrochina e Sinopec accompagneranno il Presidente. Una fonte anonima ha rivelato a Reuters che la Rosneft -azienda russa produttore di greggio – ha preventivato un cospicuo aumento di esportazioni verso la Cina: nel 2018 saranno 50 milioni di tonnellate contro i 35 milioni attuali.

Sempre secondo la stessa fonte, Rosneft avrebbe programmato già per quest’anno un aumento di un milione di tonnellate via Espo (l’oleodotto Siberia orientale- Oceano Pacifico). L’anno prossimo saranno 2 milioni e arriveranno a 5 milioni di tonnellate tra il 2015 e il 2017. Da 2018 l’Espo farà viaggiare 30 milioni di tonnellate all’anno, il doppio di quelle che trasferisce oggi.

Rosneft ha anche dichiarato che da quest’anno vorrebbe mandare 7 milioni di tonnellate alla Cina attraverso il porto di Kozmino e farli aumentare fino a raggiungere i 9 milioni nel 2014. La stessa fonte considera anche che Rosneft potrebbe anche far passare il petrolio attraverso il Kazakhistan cosa che permetterebbe di trasferire altre 10 tonnellate all’anno già a partire dal primo gennaio 2014.

Russia e Cina sembrano fatte per essere partner commerciali, se si parla di materie prime. Ma negli ultimi vent’anni non sono riuscite a trovare un accordo sul gas, soprattutto perché Mosca si è rifiutata di scendere al prezzo voluto dai cinesi (in genere molto attenti a evitare che i prezzi dell’energia aumentino troppo per calmierare l’inflazione). Ma se è così difficile trovare un accordo sul gas, i due paesi stanno evidentemente preparando un accodo intergovernativo per aumentare le forniture di petrolio alla Cina.

[Scritto per Lettera43; foto credits: presstv.ir]