Quello di Spielberg era una film: questa invece è la realtà di un cittadino cinese, nel limbo senza patria dell’ufficio immigrazione di un aeroporto giapponese da nove giorni.
Si tratta di Feng Zhenghu, un dissidente cinese che ha denunciato alla stampa di essere bloccato in una sorta di limbo all’aeroporto di Tokyo da nove giorni, perché la Cina si rifiuta di lasciarlo tornare a casa. Feng Zhenghu sta campeggiando su un divano vicino agli ingressi dell’ufficio immigrazione all’aeroporto internazionale giapponese.
Amnesty International lo elenca come un dissidente di primo piano.
Alle agenzie Feng ha detto di avere già effettuato otto tentativi di rientrare in Cina, dopo un soggiorno di alcuni mesi in Giappone, ma per ben quattro volte è stato “rimbalzato” all’aeroporto di Shanghai. "Senza avere mai ottenuto un rimborso dei voli di ritorno in Giappone", sottolinea. Feng si è trasferito in Giappone anni fa, dopo le persecuzioni in seguito alla sua presunta partecipazione al movimento studentesco, ma ritornò in Cina nel 1999 per istituire una società di consulenza. Per lui a quel punto scattò l’accusa di gestire un business illegale: nel 2001 fu condannato a tre anni di carcere.
“Abbiamo cercato di convincerlo a restare in Giappone, ma la sua scelta è di rimanere lì", ha detto il portavoce dell’ufficio immigrazione cinese all’AFP.