The Leftover of the Day – Letture per il ritorno a casa

In by Simone

Necessario strumento di autosupporto per digerire i fraintendimenti e le inquietudini quotidiane. Quando ogni sforzo di dialogo interculturale cede davanti alla bieca logica capo-dipendente.
3 marzo 2010, 12:19
Wednesday morning

Mi sta straziando con l’ascolto di musiche tradizionali giapponesi. Belle, eh, però alle 11 del mattino i flauti e l’esasperante drammaticità di questi suoni non rappresentava la mia aspirazione per la giornata. Non ha articoli da scrivere e non vedo l’ora di fare l’intervista oggi pomeriggio così per qualche giorno non mi tormenterà (o meglio: mi tormenterà in altra maniera).
Ad ogni ascolto è associato il solito giochetto del quiz: “Can you tell if this music is Japanese, Korean or Chinese”, oppure mi chiede se conosco la tal altra musica o il mio parere su una melodia che mi provoca solo mal di stomaco mattutino.
Faccio sorrisi di partecipazione.

3 marzo 2010, 12:20
Letture per il ritorno a casa

Prepara gli acquisti per la partenza. Certe cose, dice, può trovarle solo in Italia. E ha ragione. Ma certe cose non si trovano neppure in Italia.
Prendiamo il caso del “Dizionario di italiano medievale”. Mi chiede: qual è il più famoso vocabolario di italiano medievale? Io lo guardo perplessa: “Non credo esista”. Poi subito aggiungo: “I’m gonna check it” (questo è il modo migliore, imparato in questi tre anni, per superare i momenti a rischio: mostrare subito impegno e dedizione e fact checking). E, diligente come ormai sono, controllo davvero: non esiste.
Lui ci rimane malissimo.
Gli propongo un lessico del volgare (mentre, mentalmente, mastico parole volgari al suo indirizzo).

Arriva anche il momento dei libri in latino. Tempo fa mi aveva chiesto di trovargli delle pubblicazioni in latino.
Gli avevo spiegato che esistevano molte edizioni con testo originale a fronte. Ma lui voleva proprio quelli in latino. Alla fine, però, ha capito che poteva accontentarsi del testo a fronte.
Quello che mi fa impazzire è che, al dunque, non sa nemmeno lui cosa vuole. Gli domando: “Ma che autori ti interessano?” e non sa cosa replicare. Vorrebbe una collezione di classici latini, gli mostro quella della Utet, ma sono centinaia di volumi, è follia.
Si mette a guardare su Internet e mi sciorina qualche nome. Per esempio, mi dice, vorrei leggere gli storici: come Cicerone.
“Ehm, Cicerone non era uno storico”
“Beh, è storico nel senso che è un personaggio della storia”
Ah, beh, se la metti così…

3 marzo 2010, 12:31
Pappa e ciccia

Alcune sue domande, apparentemente banali, mi piacciono, perché sono quei dettagli che l’occhio abituato al paesaggio è incapace di notare.
Ha letto queste due espressioni: “pappa e ciccia” e “culo e camicia”, mi chiede perché si dice così, in che senso.
Mentre culo e camicia mi pare istintivamente comprensibile, pappa e ciccia appare anche a me una coppia male assortita.
Per fortuna che c’è wikipedia.

*Lavoro per un giornale giapponese, ma in Italia. Non parlo giapponese, ma passo le giornate a discutere con un giapponese: il mio capo. Ne ho cambiati diversi, eppure molte questioni sono rimaste le stesse. Ce n’è una, poi, a cui proprio non so dar risposta: che ci faccio qui? (senza scomodare Chatwin per carità)