The Leftover of the Day

In by Simone

Necessario strumento di autosupporto per digerire i fraintendimenti e le inquietudini quotidiane. Quando ogni sforzo di dialogo interculturale cede davanti alla bieca logica capo-dipendente.
9 novembre 2009, 21:55
NON TOCCATE QUEL TASTO

Oggi scopro che i giornalisti giapponesi – ovviamente ipertecnologici, va da sé – utilizzano un software particolare per la stesura degli articoli. In realtà, più che usarlo, ne restano vittime. Il software che, immagino, varia da testata a testata, prevede la censura immediata di certe parole. Si tratta del famigerato politically correct, ma non come vaga teoria o manuale di stile da compulsare alla bisogna. Bensì come intrusione vera e propria.

Ad esempio, mi viene spiegato, se io digito una parola come sordomuto il software automaticamente mi fa la reprimenda. In cosa consiste? In una simpatica X che va a sovrapporsi alla parola. Idem per cieco. Ma non solo: anche per epilettico – pare che nel passato un’associazione giapponese a tutela degli epilettici abbia chiesto di non usare più la parola se non in presenza di specifiche patologie. Patologie? No, non posso usare nemmeno questa parola. In questo caso non compare una mega X ma un grande triangolo (l’occhio di Dio?) che mi dice: “attenzione, questo vocabolo potrebbe creare dei problemi” e, con una certa vaghezza, mi richiama all’ordine con la locuzione “diritti umani”.

Ecco, pensavo che la rigidità nipponica complicasse le cose sul piano dei contenuti, ma certo non immaginavo il software con censura lessicale incorporata!

*Lavoro per un giornale giapponese, ma in Italia. Non parlo giapponese, ma passo le giornate a discutere con un giapponese: il mio capo. Ne ho cambiati diversi, eppure molte questioni sono rimaste le stesse. Ce n’è una, poi, a cui proprio non so dar risposta: che ci faccio qui? (senza scomodare Chatwin per carità)