Non esistono protezionismi o barriere da innalzare, non c’è più tempo per negoziati da avviare, il primato globale del social network americano conquistato a suon di acquisizioni pesantissime da Zuckerberg è un dato di fatto, come lo è per le altre aziende della Silicon Valley. Ed è un fatto storico. Ma la storia spesso cambia verso: se in Cina non è possibile – pressoché per tutti – iscriversi a Facebook o a Instagram, in Europa o in America ciascuno di noi può iscriversi e utilizzare WeChat.
Il tramonto dell’Occidente digitale? (Prima parte)
Gli Stati Uniti hanno deciso di mettere sotto scacco le techno-corporation della Silicon Valley. Hanno deciso di farlo con una delle armi più potenti che il sistema possiede: l’antitrust. Nei prossimi mesi le indagini arriveranno a un esito e questo esito potrebbe essere funesto oppure no, letale oppure no. Solo allora capiremo se gli Stati Uniti considerano le techno-corporation un problema o una risorsa. Capiremo inoltre se il sistema americano ha la capacità di valutare le techno-corporation in maniera unitaria circa gli interessi e la sicurezza nazionale e quindi di proiezione strategica verso l’esterno. Capiremo infine se da queste indagini risulterà un nuovo assetto, problematico per gli Stati Uniti e vantaggioso per la Cina, dello spazio digitale e dei suoi protagonisti. La prima parte di un lungo viaggio nei meandri della “digital war”
Gli affari di Huawei in Corea del Nord
Huawei Technologies Co., il gigante tecnologico cinese sanzionato da Washington, ha segretamente aiutato il governo nordcoreano a costruire e gestire la rete wireless nazionale. E’ quanto confermano ex dipendenti e documenti interni ottenuti dal Washington Post
Trade war: anche i farmaci diventano una risorsa strategica
I rischi della dipendenza cinese sono diventati evidenti quando il governo degli Stati Uniti – dopo una serie di attacchi all’antrace nel 2001 – ha dovuto acquistare 20 milioni di dosi di doxiciclina da un’azienda europea che si riforniva a sua volta oltre la Muraglia. Ma da quando la guerra commerciale ha messo a repentaglio la catena di approvvigionamento globale c’è già chi negli States ha persino proposto di rendere i medicinali una risorsa strategica
Dazi e contro-dazi: sparisce la Bibbia low-cost
L’allarme degli editori statunitensi: a rischio la reperibilità di testi sacri prodotti in Cina. Dopo la Nike e le bambole LOL, ora la guerra commerciale diventa biblica
La Cina cresce ai minimi da 27 anni
La Cina chiude il secondo trimestre del 2019 con un Pil in rialzo annuo del 6,2%, al passo più lento degli ultimi 27 anni, in linea con le attese dei mercati. Colpa della guerra commerciale con Washington ma non solo
Cina e Usa riallacciano il dialogo
Al G20 le minacce di nuove sanzioni commerciali sulle merci cinesi diventano una tregua. In ballo c’erano 300 milioni di dollari di prodotti cinesi importati negli Stati Uniti
La trade war arriva a Hollywood
Le conferme ufficiali devono ancora arrivare, ma segni piuttosto inequivocabili rivelano crescenti resistenze nei confronti delle produzioni statunitensi nel promettente mercato cinese. E i primi provvedimenti hanno colpito l’ultima puntata di “Game of Thrones” e “Over the Sea I Come to You”, serie tv cinese girata negli States
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