Lo scorso novembre, il Guizhou è diventato l’ultima provincia cinese ad aver formalmente sconfitto la povertà assoluta. Come per la crisi epidemica, il clamoroso successo va attribuito a un mix di fattori. Il tabloid nazionalista Global Times ne elenca alcuni a partire dalla “rigorosa esecuzione degli ordini e dei divieti”; la “mobilitazione di tutti i settori della società cinese”; l’ingente “quantità di capitale e manodopera”; l’offerta di soluzioni di lungo periodo attraverso lo “sviluppo industriale”. Grattando sulla superfice, tuttavia, escono allo scoperto non poche criticità.
Sinosfere – La politica del futuro della modernità cinese
Nato con la missione di erigere la “nuova” Cina, il Partito Comunista dal futuro è sempre stato ossessionato, proprio perché è sempre stato dalla sua capacità – o meno – di tradurre in realtà le proprie grandiose immagini della Cina futura che è sempre dipesa la legittimazione della sua leadership e quindi la sua sopravvivenza. Ma tale ossessione non è un semplice retaggio comunista, un’eredità per così dire dell’utopismo marxista-leninista. Ci sono degli schemi ricorrenti, nel modo in cui il Partito immagina il futuro, i quali a loro volta hanno una storia che precede l’esistenza del Partito stesso