QIU XIAOLONG. Intervista allo scrittore cinese di «Processo a Shanghai», in libreria per Marsilio. Nei suoi polizieschi, l’autore indaga tra le maglie di una società inafferrabile, in continuo cambiamento. «Con Deng, Pechino aveva scelto un basso profilo. Oggi la politica estera è assai più aggressiva. Tutto ciò preoccupa molto anche il protagonista del romanzo». «Il prossimo episodio con l’ispettore Chen sarà ambientato durante il lockdown. Lì, l’apparato di controllo era assoluto»
Pillole di Cina – Pericolo giallo-imperiale con gradazione Fiume-Giallo
Basta conoscere un minimo di storia e di antropologia, o magari essersi limitati a sprofondare in poltrona e avere visto un documentario di viaggi in Cina, per sapere che in quel Paese sono presenti cinquantasei etnie differenti. Soltanto chi ignora questa realtà, o qualcuno in malafede potrebbe affermare che la caratteristica morfologica che accomuna una popolazione così varia e numerosa (a metà 2019 stimata a 1.441.800.000 abitanti) sia il colore della pelle che certo non è giallo ma, da nord a sud e da est a ovest del Paese, si manifesta invece con una tavolozza di sfumature cromatiche che testimoniano la varietà e la bellezza della razza umana.
Giallo a Edo
Solo pochi decenni separano l’epoca in cui Kido scrive delle investigazioni di Hanshici dall’era di Edo in cui sono ambientate le vicende, ma per il lettore contemporaneo dell’autore il tempo trascorso sembrava molto di più tanto era cambiata la città. Questo fu uno degli effetti narrativi che contribuì al successo dell’opera e ne marca l’originalità rispetto all’opera di Doyle a cui si ispira.