In questa piccola raccolta, molto vintage, si spazia dall’acid rock, alla psichedelia, dal soul al funk. Ogni pezzo è un piccolo capolavoro, che nella settimana in cui è caduto l’ultimo retaggio del conflitto vietnamita, l’embargo sulle armi imposto dagli Usa sul Vietnam comunista, ci riporta indietro nel tempo, alla riscoperta di una tradizione musicale finita nel dimenticatoio. Buon ascolto.
Tra gli anni ’60 e ’70, la guerra ha portato morte e distruzione in Vietnam. Ma anche nuova musica. A Saigon, vuoi l’influenza dell’occupazione americana, vuoi il desiderio di esprimersi, decine di artisti locali presero in mano chitarre elettriche e iniziarono a suonare rock, nella sua forma più grezza e tagliente.
«Quando la chitarra elettrica scese per le strade di Saigon, emersero presto versioni vietnamite dei trend strumentali contemporanei come il surf-rock, il beat e il twist, seguiti da alcuni suoni soul molto profondi ispirati dalle hit radiofoniche della Motown, e allo stesso tempo ritmi funk portati da James Brown e contemporanei», scriveva Mark Gergis di Sublime Frequencies, casa di produzione Usa impegnata nella (ri)scoperta di musica dall’Asia, nel 2012.