Statistiche cinesi

In by Simone

La Cina si urbanizza, decresce lievemente, inonda le reti telematiche e mette nel mirino un 2012 di stabilità e ritorno alla crescita. E’ la fotografia del paese del 2011, dopo la pubblicazione dei dati economici da parte dell’Istituto Nazionale di statistica. 
Per la prima volta la popolazione urbana supera quella rurale, in un paese con tradizione e spirito agricolo. Il 51, 27% del miliardo e 340 milioni di cinesi, vive infatti in città a seguito di una mastodontica opera di urbanizzazione, che ha spogliato i centri rurali. La crescita della popolazione urbana è stata dell’1,32% più alta rispetto al 2010.

Tra i nuovi cittadini sono inclusi infatti anche i lavoratori migranti, la schiena e le mani dello sviluppo cinese, per un numero di 252 milioni. I migranti, proprio loro, quelli che alcuni giorni fa, un procuratore capo di Shenzhen con una proposta shock voleva mandare via dalla città, attraverso la demolizione di massa dei loro dormitori. Un’idea già ritirata, ma che dimostra l’esistenza di un problema sociale, sotto la coltre armonica propagata dai media di stato.

Questione sociale sotto osservazione, a maggior ragione dopo le statistiche sulla salute economica del paese: seppure con numeri importanti, la Cina nel 2011 ha rallentato: secondo i dati diffusi nella mattinata pechinese di ieri la crescita del Dragone nel 2011 è stata complessivamente del 9,2%, rispetto al 10,4% del 2010.

Nell’ultimo trimestre la crescita del prodotto interno lordo cinese è stato dell’8,9% confermando un trend in discesa. Nel 2011 la produzione è cresciuta del 13.9%, più lentamente rispetto al 2010 a causa della crisi in Usa ed Europa.

Sono cresciuti meno anche gli investimenti del governo in infrastrutture urbane e le vendite al dettaglio. Gli analisti cinesi però dispensano un cauto ottimismo.

La lettura politica dei dati economici vede infatti alcune cause precise del rallentamento: da un lato la diminuzione degli ordini a causa della crisi europea e americana, dall’altro una necessaria politica di stretta al credito, che ha frenato la crescita, ma ha anche cercato di limitare l’inflazione, che sul finire dell’anno si è attestata al 4,1% (dopo aver raggiunto anche vette del 6,5%).

Il 2012, secondo le autorità cinesi, rivedrà una spinta alla crescita, in modo da tenere sotto controllo quanto è più importante per Pechino, ovvero la stabilità sociale.

A fine del 2012 infatti cambieranno i vertici politici, con la definitiva ascesa della quinta generazione di leader. Pechino non vuole problemi sociali e, come specificato dalle autorità ieri, proseguirà sul tasto delle riforme iniziate trent’anni fa da Deng Xiaoping.

Nei giorni scorsi anche il China Internet Network Information Center (CNNIC) ha rilasciato dei dati, questa volta sull’internet cinese: la Cina ha 513 milioni di utenti online, di cui la metà gestisce almeno un microblog. 55,8 milioni sono i nuovi utenti internet del 2011, con un tasso di penetrazione del 38,3%.

Il numero di microbloggers è aumentato del 296% raggiungendo il numero di 250 milioni a dicembre scorso, «il che suggerisce che circa la metà degli utenti di Internet utilizzano microblogs», specifica il rapporto.

Aumentato l’anno scorso l’uso di Internet anche nelle aree rurali (8,9 punti percentuali) raggiungendo la cifra di 136 milioni di persone, pur esistendo ancora enormi disparità tra regioni ricche e povere.

Le statistiche dimostrano come esempio che più del 70% dei residenti di Pechino ha utilizzato Internet lo scorso anno, mentre solo il 24,2% delle persone della provincia di Guizhou si è potuta collegare alla rete.

[Foto credits: theepochtimes.com]