5 luglio 2009. Nelle strade di Urumqi inziano gli scontri tra uiguri, han e polizia. Restano sul terreno 196 morti e più di 1600 feriti. Il conflitto in Xinjiang comincia a essere seguito dalle cronache internazionali. China Files ha raccolto i dati disponibili da allora alla fine di maggio 2015 e li ha tradotti in delle infografiche.
Disclaimer
Quelli che presentiamo sono i dati disponibili sugli incidenti occorsi in Xinjiang dal luglio 2009 a maggio 2015. A causa della specifica condizione del paese (restrizioni di accesso alla regione, telecomunicazioni carenti e controllo dei media da parte del governo) le informazioni a cui abbiamo avuto accesso sono da ritenere di difficile verifica e incomplete. I dati provengono in molti casi da fonti di parte (governo o dissidenti) e sono pertanto disputati dalle diverse narrative.
In alcuni casi il numero di vittime varia sensibilimente tra quello dichiarato dalle agenzie ufficiali e quello denuciato dal Congresso mondiale degli uiguri. Il caso più estremo è quello dell’incidente del 28 luglio 2014 a Yarkand: migliaia secondo le organizzazioni citate 96 per Xinhua, agenzia di stampa governativa. Nel redigere le tabelle si è scelto di usare sempre il numero confermato da più fonti. Nei casi dubbi si è scelta la fonte che riportava il numero minimo di vittime. Nella categoria attentati sono conteggiati gli attacchi all’arma bianca, quelli esplosivi e gli assalti alle stazioni di polizia.
Gli scontri tra han e uiguri sono la prima fonte di vittime in valore assoluto. C’è da notare che il solo episodio del 2009 rappresenta quasi il 40 per cento del numero totale dei decessi a causa degli scontri. Negli anni successivi il numero di vittime è stato principalmente provocato da attentati. Stando alle informazioni disponibili, le operazioni di polizia hanno causato poco più del dieci per cento dei morti.
Dopo il picco del 2009, mai più superato, si evidenzia una tendenza crescente nel numero di vittime e della frequenza degli attentati. Poche sono le informazioni per il 2012 non è chiaro se per mancanza di incidenti o per mancanza di informazioni. Da marzo 2013 la frequenza di scontri e attentati con alto numero di vittime si intensifica. E’ da notare da maggio 2014, in concomitanza con il lancio della campagna governativa contro i tre mali (estremismo, separatismo e terrorismo), si assiste un netto aumento delle morti in operazioni di polizia. Con la fine del 2014 scontri e attentati sembrano calare. Il grafico non evidenzia un aumento di vittime in corrispondenza dei mesi del Ramadan, nonostante le cronache registrino un accentuarsi delle tensioni in quei periodi dell’anno.
Gli incidenti censiti vengono qui visualizzati per località. Nei casi in cui la località non sia stata rintracciata l’incidente viene visualizzato nel capoluogo della provincia o contea nota più vicina. In Xinjiang le aeree interessate seguono i due corridoi abitabili lungo il deserto del Taklamakan. La distribuzione evidenzia che il conflitto locale si è diffuso progressivamente a tutta la Cina.
Fonti utilizzate: Associated Press; Alqantara; BBC; Bloomberg; Chinadigitaltimes; Global Times; the Guardian; Los Angeles Times; New York Times; Radio Free Asia; South China Morning Post; Der Spiegel; Xinhua; i rapporti dello Uigur World Congress e World Uigur Organisation.
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[Ricerche dati e elaborazioni grafiche di Stefano Lippiello; Fotocredit: Gabriele Battaglia]
* In data 2 giugno 2015 Radio Free Asia ha riportato la notizia di 3 morti nel luglio dell’anno precedente, che non sono inclusi nei grafici.