Mentre il premier Li Keqiang ribadisce che il futuro della Cina si basa sui consumi interni, chimando le multinazionali straniere a investire, la Cctv scatena una campagna contro Apple, accusata di discriminare i consumatori cinesi. Due notizie apparentemente in contraddizione, ma forse neanche troppo. Lunedì, all’incontro con i top manager delle principali multinazionali straniere operanti oltre Muraglia, il primo ministro cinese Li Keqiang ha dichiarato che nei prossimi cinque anni la Cina importerà beni e servizi dall’estero per almeno 10mila miliardi di dollari. Le foto ritraggono i maggiori amministratori delegati presenti con il sorriso stampato in faccia.
Li ha aggiunto che la Cina si aprirà sempre di più per riconvertire la propria economia da export-oriented a consumer-oriented e che l’apporto delle merci straniere è fondamentale laddove le produzioni autoctone non hanno ancora raggiunto un adeguato livello di qualità. Risparmio energetico e protezione dell’ambiente sono i due settori in cui il Dragone si aspetta il maggiore apporto dall’estero.
“Li ha sottolineato l’importanza di offrire un ambiente equo e trasparente alle imprese straniere – riporta il China Daily – dicendo che la Cina si impegna a formalizzare e standardizzare le norme e i regolamenti a tutela dei diritti di proprietà intellettuale e dei segreti d’impresa”.
Nel frattempo però la Cctv aveva già scatenato una campagna contro Apple prontamente ripresa dagli altri media e dai social network. Il 15 marzo, “giornata del consumatore”, la televisione di Stato ha denunciato in un servizio d’inchiesta il gigante di Cupertino – per la verità, insieme ad altre imprese – per avere assunto “atteggiamenti discriminatori” nei confronti dei consumatori cinesi.
Secondo la Cctv, i rivenditori Apple presenti oltre Muraglia non solo farebbero pagare prezzi spropositati per i pezzi di ricambio dei principali prodotti della compagnia, ma spingerebbero i consumatori, con informazioni truffaldine, a sostituire interi device invece di aggiustarli. Ciliegina sulla torta, farebbero pagare pezzi che in realtà sarebbero in garanzia.
Ad aggiungere benzina sul fuoco ci si è messo anche il China Daily, secondo cui almeno 20mila studenti di Wuhan sarebbero rimasti incastrati in prestiti ad alto tasso d’interesse concessi con eccessiva disinvoltura dai locali rivenditori Apple.
“I prestiti hanno incoraggiato gli studenti ad assecondare la propria mania per i dispositivi Apple”, osserva il quotidiano, che riporta le parole di un giovane – evidentemente “de-applizzato” – secondo cui “i prodotti Apple sono oggetto di discussione abituale nel campus. Io mi sento isolato mentre gli altri parlano e giocano con l’iPhone o l’iPad”.
Insomma, Apple ti tratta male, ti induce a comportamenti ossessivo-compulsivi e ti frega pure. Il sito Danwei, specializzato in notizie e analisi sulla rete cinese, sospetta che dietro la campagna ci siano i concorrenti della Mela, soprattutto dopo che un utente di Weibo – il “twitter cinese” – ha postato un messaggio anti-Apple dimenticandosi di cancellare le “istruzioni” che aveva ricevuto (e copiaincollato). Samsung, secondo Danwei, sarebbe tra i maggiori indiziati.
Non entriamo nel merito dei servizi offerti da Apple, ma come si spiega una campagna così focalizzata proprio mentre il premier Li apre le porte alle multinazionali straniere? La contraddizione, forse, è solo apparente. La Cina non è più quella di quindici anni fa e non accoglie “qualunque” merce arrivi da Occidente.
Oggi ha i suoi campioni da proteggere, tra cui produttori di elettronica di consumo che sfornano smartphone e tablet autoctoni, che evidentemente soffrono la rapida crescita di Apple (la Cina è il secondo mercato e quello di maggior crescita per la multinazionale di Cupertino). Li Keqiang vuole merci e trasferimento di tecnologie, sì, ma laddove il suo Paese si trova di fronte a problemi non procrastinabili: consumo energetico e protezione ambientale.
Il “sogno cinese” di Xi Jinping, osserva l’osservatore Bill Bishop, forse può diventare “l’incubo di Apple”.
[foto credits: shanghaiexpat.com]