La tesi Considerazioni sul viaggio in Europa di Rabban Sauma (XIII secolo) ripercorre le tappe del viggiatore uiguro Rabban Sauma evidenziandone le ricostruzioni di interesse storico e i punti in comune con il viaggio, avvenuto durante la stessa epoca, dei fratelli Polo.
Rabban Sauma era un monaco di origine uigura, che divenne diplomatico della fede cristiana nestoriana. È noto per aver svolto un pellegrinaggio dalla Cina dell’epoca Yuan a Gerusalemme con uno dei suoi studenti, Rabban Markos e in seguito per un viaggio verso l’Europa per conto del re Argun. Anche se meno famoso, il viaggio di Rabban Sauma va dall’Oriente all’Occidente, nella stessa epoca dei Polo e seguendo più o meno gli stessi itinerari.
L’autore e lo scopo della cronaca
L’autore di questa cronaca di viaggio è ignoto e il suo intento è quello di celebrare la vita esemplare di due cristiani che vengono da un paese, allora remoto, a testimonianza di quanto sia vera la promessa del Cristo “Ecco, io sono con voi fino alla fine del mondo”(Matteo, 28, 20).
Secondo il nestorianesimo in Gesù Cristo convivevano due distinte persone, il Dio e l’Uomo, e rifiuta a Maria il titolo di “Madre di Dio” perché madre solo della persona umana. La Chiesa Nestoriana si diffuse fino all’India e alla Cina. In Cina, il Nestorianesimo si è estinto nel IX secolo in seguito alla proibizione del cristianesimo e con esso, di tutte le religioni straniere sul territorio dell’impero.
Il primo viaggio di Rabban Sauma verso Gerusalemme
Rabban Sauma e uno dei suoi più giovani studenti iniziarono un viaggio dalla Cina per fare un pellegrinaggio nel centro religioso dell’epoca a Gerusalemme. Partirono da Khanbaliq (corrisponde all’odierna Pechino) a attraversarono Tangut (nome di una regione, in cui vivevano nomadi di ceppo tibetano stanziati nella valle superiore del Fiume Giallo tra il 990 e il 1227) , Khotan (antica città a sud del fume Tarim) , Kashgar , Talas e Mosul per arrivare ad Ani in Armenia. Avvisati del pericolo che avrebbero potuto incontrare lungo il loro viaggio, vennero accolti dal Patriarca della Chiesa dell’Est, Mar Denha I. Il Patriarca chiese ai due monaci di fare visita al re Ilkhanate Abaqa, per ottenere le lettere di conferma all’ordinazione a Patriarca nel 1266. Durante il viaggio Rabban Markos fu dichiarato vescovo nestoriano. Il Patriarca tentò di inviare i due monaci come messaggeri indietro in Cina, ma il conflitto militare lungo la strada ritardò la loro partenza e rimasero a Baghdad. Quando il Patriarca morì, Rabban Markos fu eletto al suo posto con il nome di Mar Yaballaha III nel 1281.
Rabban Sauma, ambasciatore in Europa
Il secondo viaggio di Rabban Sauma fu intrapreso perché era desiderio del re Argun di intraprendere la conquista e la sottomissione delle terre di Palestina e di Siria, ma pensava di aver bisogno dell’aiuto dei re cristiani. Dopo pochi anni, il nuovo patriarca Mar Yaballaha suggerì il suo insegnante Rabban Sauma per un’ambasciata, per incontrare il Papa e i monarchi Europei. Nel 1287, l’anziano Rabban Sauma iniziò il suo viaggio per l’Europa, portando con sé doni e lettere del re Argun per l’imperatore bizantino, il Papa e i re europei.
Attraversò il continente asiatico, passando l’Armenia per andare verso l’impero Bizantino poi via nave per Costantinopoli, dove ebbe udienza con Andronico il Paleologo e dove descrive con particolare entusiasmo la basilica di S. Sofia. Poi viaggiò verso l’
Italia, viaggiando verso il mare, si fermò in Sicilia dove ricorda la grande eruzione dell’Etna del 1287. Inoltre assistette alla battaglia navale nella baia di Sorrento il giorno di San Giuseppe del 1287. Dopo viaggiò verso Roma dove incontrò papa Onorio e venne ricevuto dai cardinali e visitò la Basilica di San Pietro. Poi si fermò in Toscana e nella Repubblica di Genova nella via verso Parigi. Passò l’inverno del 1287-1288 a Genova, allora famosa capitale bancaria. In Francia passò un mese con il re Filippo, che rispose in modo molto positivo alle lettere del re Argun riguardo un’alleanza Franco – Mongola.
A Gascony, allora sotto la dominazione britannica incontrò il re Edoardo I d’Inghilterra, probabilmente nella capitale di Bordeaux. Edoardo rispose in modo entusiasta all’ambasciata . Ritornando a Roma, Rabban Sauma fu accolto dal neo-eletto papa Nicola IV, che gli diede in dono una tiara da regalare a Mar Yaballaha . Nel 1288 ritorno’, portando i messaggi e molti altri doni di vari leader europei. Gli scambi con i sovrani europei si rivelarono infruttuosi e il re Argun non proseguì nella sua iniziativa. Rabban Sauma morì a Baghdad nel 1294.
La veridicità del viaggio di Rabban Sauma è attestata dalla bolla papale d’indulgenza della cattedrale di Veroli (Lazio) che conferma la sua presenza in Italia, trovata dal Laurent (Rabban Sauma, ambassadeur de l’IL Khan Argoun, et la Cathedrale de Veroli, 1958)in un atto datato 1288 in cui viene citato tra i firmatari come Barbazoma.
Le conoscenze geografiche europee riguardo l’Asia
Nel leggere le opere di geografi occidentali del Medioevo, si osserva che la maggior parte dell’India, la totalità della Cina e dell’Asia del Nord erano ad essi del tutto sconosciute, formavano una specie d’immensa regione inesplorata, deserta per i popoli occidentali, popolata da leoni enormi e da cannibali. Molto spesso, nei mappamondi dell’epoca compare per indicare l’Asia l’indicazione Terra Incognita o Terra deserta. Probabilmente il libro dei fratelli Polo apparì ai lettori del XIV secolo come una novità assoluta perché descriveva per la prima volta la Cina, durante la dinastia Yuan. Al tempo in cui Marco Polo entrava in contatto col mondo orientale (Cina, Giappone, India) le conoscenze scientifiche che in Europa si avevano dell’Oriente erano ancora estremamente labili e indeterminate, basate, sulle cognizioni che ne avevano appunto fornito i geografi e gli estimatori dell’età post-classica e del primo Medioevo, fino a Gregorio di Tours e a Isidoro di Siviglia.
Tra gli italiani in Cina durante la dinastia mongola, vanno ricordati i mercanti e i religiosi. Per i mercanti non era affatto facile effettuare i viaggi verso l’Estremo Oriente, le vie che potevano percorrere erano due: la prima è la via terrestre la più frequentata perché sicura e garantita dalla pax mongola, la seconda era la via marittima del sud. Ad agevolare il compito di chi si fosse recato in Cina a commerciare ci pensò un bancario Francesco Calducci Pegolotti di Firenze, vissuto durante il XIV secolo impiegato della compagnia dei Bardi, che scrisse La pratica della Mercatura, un manuale nel quale diede istruzioni per il viaggio dei mercanti in ogni parte del mondo, incluso il Cataio, dove però non vi era mai stato.
Oltre a Marco Polo, molti altri mercanti andarono a commerciare in Cina, Pietro Lucalongo che fu a Pechino nel 1305, Lucchetto Duodo, Giovanni e Franceschino Loredan, come per Marco Polo la loro presenza in Cina non è documentata. Secondo Bertolucci probabilmente, questo è dovuto al numero eccessivo di stranieri presenti in Cina durante la dinastia mongola: arabi, persiani, turchi, slavi, indiani, con i quali, i mercanti italiani si confondevano agli occhi dei cinesi. Nel loro odio per i dominatori mongoli, essi finivano per coinvolgere anche gli stranieri che erano al servizio del governo mongolo e proprio perché gli stranieri godevano di un trattamento migliore rispetto a quello riservato dai cinesi.
I religiosi che si recavano in Estremo Oriente in questo periodo lo facevano sia per evangelizzare sia per svolgere missioni diplomatiche in Cina. Tra i maggiori esponenti dei religiosi in Estremo Oriente si può ricordare: Giovanni da Pian del Carpine inviato da papa Innocenzo IV in missione diplamtica presso la corte mongola è il primo europeo ad aver descritto i mongoli in Europa, Odorico da Pordenone che ci ha lasciato una relazione di viaggio conosciuta col nome di Relatio o Itinerarium, Guglielmo da Rubruck era un gesuita inviato in Cina come missionario del re San Luigi.
Confronto tra il viaggio dei fratelli Polo e quello di Rabban Sauma
È possibile alcune considerazioni riguardo al viaggio dei fratelli Polo e di Rabban Sauma: ne il Milione è descritta la città di Khanbaliq, la città di partenza di Rabban Sauma, la cui descrizione della città potrebbe essere la rielaborazione di racconti uditi nel Vicino Oriente dai mercanti arabi o persiani che si erano realmente avventurati in quelle zone. Gli studiosi continuano a considerare criticamente numerosi passi de Il Milione perché non vengono accennati alcuni aspetti peculiari della cultura cinese dell’epoca come ad esempio la pratica della fasciatura dei piedi e la Muraglia Cinese. In più, come nota Bertuccioli (Italia e Cina, 1996), Marco Polo disse di essere stato un alto funzionario del governo mongolo presso la città di Yangzhou, ma la sua presenza non è riportata in nessuna cronaca locale, in più egli stesso non riporta nessuna attività svolta presso questa città.
A mio avviso è possibile fare un ulteriore confronto tra il viaggio di Rabban Sauma e quello narrato ne Il Milione. La prima parte del viaggio di Rabban Sauma coincide più o meno con l’ultima parte del viaggio ne il Milione. Entrambi hanno attraversato l’attuale regione autonoma dello Xinjiang della Repubblica Popolare Cinese. Al tempo della Via della Seta, era una regione autonoma obbligatoria da attraversare perché c’erano dei passaggi di montagna ed era l’unica via possibile da attraversare via terra.
Marco Polo proveniva da ovest mentre Rabban Sauma da est. La permanenza in Europa di Rabban Sauma è di circa di un anno, mentre Marco Polo sta in Cina circa vent’anni. In particolare visitano le stesse città’: Khotan è una città sulla via della Seta ai margini meridionali del deserto di Takliman famosa per la lavorazione della seta e della giada, Tangut che nel viaggio di Rabban Sauma è citata nello stesso modo, in cui entrambi notano la presenza di alcuni cristiani nel luogo. Un’altra città è Tenduc, parlando di questa città Marco Polo parla del prete Gianni, una voce popolare che narrava oltre il mondo dell’Islam e degli Infedeli ci fosse un popolo guidato da un re invincibile e saggio il cui nome era Prete Gianni, costui era un cristiano e da cristiano aveva unito le tribù intorno a sé e le aveva condotte all’assalto dell’Islam. Un’altra città visitata da entrambi è Jasghar, una tappa fondamentale per la Via della Seta, in quanto si ricongiungevano gli itinerari che da Oriente raggiungevano il deserto del Taklamakan a nord e a sud.
*Laura Edgarda Lombardi lauraelombardi[@]gmail.com, laureata presso l’Università di Bologna in Geografia e processi territoriali, dopo la laurea magistrale ha partecipato al programma europeo Leonardo da Vinci presso Creta. Attualmente collabora con il blog Geograficamente.
**Questa tesi è stata presentata all’Università di Bologna. Relatore: Leandro Mascanzoni.
[La foto di copertina è di Federica Festagallo]