SINOLOGIE – L’aritmetica in Cina

In by Simone

La tesi L’introduzione della scienza europea nella Cina Ming: il caso di Giacomo Rho e il Chóusuàn racconta dell’introduzione dell’aritmetica in Cina ad opera dei gesuiti. Il sistema dei bastoncini per il calcolo non ebbe poi troppa fortuna, né in Oriente né tantomeno in Occidente.
Nel XVII secolo, i missionari che operavano nella Cina della dinastia Ming (1368-1644), caratterizzata da una politica di chiusura verso l’esterno, erano tutti gesuiti inviati in Cina dal Padroado portoghese. I gesuiti ebbero il merito di elaborare una strategia che permise loro di integrarsi all’interno della società cinese.

Prima di tutto, essi compresero l’importanza della lingua e la studiarono a fondo. In secondo luogo, la conoscenza della gerarchia sociale cinese li portò a comprendere che avrebbero avuto maggiori possibilità di integrazione presentandosi come letterati d’Occidente, cioè come i corrispettivi europei della classe dirigente cinese di letterati-funzionari e non come religiosi buddhisti o taoisti, che avevano invece scarsa considerazione negli ambienti di corte.

Il fine ultimo naturalmente era convertire al Cristianesimo quanti più mandarini possibile, nella speranza di poter operare una "conversione dall’alto verso il basso": una volta convertita la classe dirigente, anche il popolo cinese si sarebbe convertito. Integrandosi nell’ambiente di corte, i gesuiti affascinarono i cinesi presentando loro le scoperte più avanzate della tecnologia europea: è per questa ragione che i gesuiti considerati come appartenenti alla seconda generazione erano preparati nelle discipline scientifiche.

Giacomo Rho (1590 circa – 1638) si colloca tra questi. Nel 1629, Rho, Adam Schall von Bell e Xu Guangqi (celebre letterato cinese noto al pubblico per aver collaborato con Matteo Ricci alla traduzione in cinese dei libri di matematica euclidea), insieme a una folta schiera di collaboratori cinesi, non senza essere ostacolati da alcuni membri dell’élite legata all’ufficio astronomico preoccupati dall’eccessiva importanza acquisita dai missionari, lavorarono alacremente alla raccolta miscellanea che prese il nome di Chóngzhēn lìshū, "Trattato sul calendario dell’epoca Chongzhen", presentata all’imperatore tra il 1631 e il 1634.

Scopo della raccolta era quello di descrivere metodi e strumenti per l’elaborazione di un calendario secondo criteri occidentali. Per comprendere l’importanza della raccolta, è necessario considerare che il calendario nella Cina imperiale era un fondamentale strumento di legittimazione del potere: la scansione del tempo secondo i ritmi del Cielo regolava la vita di tutta la piramide sociale cinese, dalle fondamenta, poiché stabiliva i cicli agricoli, ai vertici, poiché stabiliva i giorni dedicati alla celebrazione delle cerimonie dei Riti da parte dell’imperatore.

All’interno del Chóngzhēn lìshū si colloca il Chóusuàn: un manuale relativamente breve (un solo juǎn "capitolo", per un totale di 40 pagine), incluso nella sezione della raccolta intitolata Făshùbù "Sezione dedicata alla matematica per il metodo". Il manuale spiega la costruzione e l’utilizzo di uno strumento per effettuare diversi tipi di calcoli aritmetici: addizione, sottrazione, moltiplicazione, divisione, estrazione di radici quadrate e cubiche, con l’obiettivo di rendere i calcoli astronomici più rapidi e meno soggetti a errori di distrazione.

Il Chóusuàn è universalmente considerato una trasposizione in lingua cinese della Rabdologiae, seu numerationis per virgulas Libri duo del matematico e astronomo scozzese John Napier (Merchiston Castle, 1550 – Edimburgo, 4 aprile 1617), sebbene non ci siano esemplari di tale testo presenti in Italia o in Cina ai tempi in cui Rho avrebbe potuto consultare il testo.

Il manuale inizia con una prefazione scritta dall’autore, in cui egli racconta come la difficoltà nell’eseguire i calcoli scritti abbia portato “un uomo di grande levatura” all’invenzione dei bastoncini, e come lui stesso abbia trasposto il metodo semplificandolo di molto. All’introduzione, segue un’accurata spiegazione di come realizzare lo strumento: dieci bastoncini lunghi e sottili, tutti uguali, ognuno con due facce sulle quali vengono scritti i multipli delle cifre da 0 a 9, in nove quadrati, ognuno a sua volta diviso in due triangoli rettangoli. Oltre a questi, ci sono due bastoncini di forma diversa costruiti appositamente per l’estrazione delle radici quadrate e cubiche. L’ultima parte della spiegazione riguarda il metodo di costruzione della scatola che dovrà contenere i bastoncini, questi ultimi numerati lateralmente in modo da porteli facilmente estrarre.

La parte successiva descrive le operazioni aritmetiche di base: addizione e sottrazione e introduce due metodi utilizzati all’epoca per gestire il resto nelle divisioni. La penultima parte riguarda le operazioni aritmetiche più complesse: moltiplicazione, divisione, estrazione delle radici quadrate e cubiche. Il trattato si conclude con un’appendice contenente una tabella di riferimento per calcolare gli interessi di un prestito nel corso degli anni.

Questa parte, come buona parte delle altre, contiene esempi di calcolo di applicazione pratica, conformemente alla tradizione degli antichi manuali di matematica cinesi. Gli esempi proposti non sembrano tuttavia avere a che fare con i calcoli necessari alla realizzazione del calendario, ma riguardano sempre pesi, misure o soldi. Tale peculiarità potrebbe essere attribuita al fatto che l’opera, redatta nel 1628, non fu inizialmente formulata per essere inserita nel Chóngzhēn lìshū, che di fatto fu commissionato solo l’anno seguente.

Sembra che i bastoncini per il calcolo abbiano conosciuto una diffusione limitata: in Europa furono ben presto sostituiti dai logaritmi, inventati dallo stesso Napier; in Cina, nonostante le istruzioni per la costruzione e l’utilizzo di questo strumento siano descritti in più di un testo dopo il manuale di Rho, l’abaco rimase lo strumento di calcolo preferito da mercanti e contabili.

*Eleonora Mallone eleonora.mallone[@]gmail.com (1987), si è laureata in lingue e civiltà orientali nel marzo 2012 dopo aver trascorso un periodo di studio a Pechino nel 2011. Lavora a Roma come assistente amministrativa presso una società cinese operante nel settore delle energie rinnovabili. Non abbandona però l’idea (maturata nel corso di un tirocinio svolto presso Agichina24) di entrare a far parte del mondo del giornalismo, continuando a scrivere per il portale web Cronaca Diretta.

** Questa tesi è stata discussa presso l’Università La Sapienza di Roma: relatore prof. Paolo De Troia; correlatore prof. Federico Masini.

[La foto di copertina è di Federica Festagallo]