Nell’attesa di ammorbidire la legislazione sulla cosiddetta politica del figlio unico, il dipartimento di propaganda incoraggia un lavoro sugli slogan: eliminare i più cruenti, ammorbidire alcuni concetti e crearne di nuovi che mettano in luce i vantaggi del controllo delle nascite.
La Cina invecchia, secondo i recenti dati dell’Ufficio nazionale di statistica, e appare pronta a ripensare la politica del figlio unico, inaugurata nel 1979.
Non si tratta di riflessioni che cambieranno la strategia generale, ma di sicuro i legislatori cinesi stanno pensando ad un ammorbidimento delle norme affinché la politica del figlio unico sia vissuta in modo meno pesante.
Per questo il dipartimento di propaganda cinese ha invitato a ripensare gli slogan che in modo esageratamente duro, indicavano la via da seguire per lo stretto controllo delle nascite.
“Uccidi tutti i membri della tua famiglia, se non segui le regole” o ancora, “avremmo preferito raschiare il tuo grembo, che ti ha permesso un secondo figlio”: sono slogan usati per la campagna del figlio unico in Cina, a partire dal 1979.
Antichi nella loro formulazione, ma talvolta ancora presenti come avvertimento costante. Ieri, 28 febbraio, i media statali locali hanno riferito di un invito del governo affinché questi slogan spariscano a testimonianza della volontà politica di diminuire il controllo riguardo una politica che appare più che mai in fase di ripensamento.
Nonostante le richieste per l’ammorbidimento dei messaggi, i funzionari ritengono che la politica sia ancora necessaria, ma “la Commissione di pianificazione familiare mira a prevenire le zelanti autorità locali dall’offendere il pubblico con slogan troppo forti” ha scritto lo Shanghai Daily, senza specificare dove questi slogan risultino ancora usati.
La Cina ha progettato la politica del figlio unico a fine anni ’70 per controllare la sua popolazione, dando però vita a fenomeni quali sterilizzazioni e aborti forzati.
Alcuni esperti ritengono che la politica del “figlio unico” si sia però trasformata “in una bomba demografica a orologeria” causando l’invecchiamento della popolazione, l’accumulo di enormi problemi economici e sociali per il paese, nonché “uno squilibrio di genere”. Data la tradizionale preferenza per i figli maschi, infatti, nel corso della storia sono stati riportati numerosi casi di infanticidio in caso di nascita femminile.
Questi antichi slogan – secondo quanto scritto dal Quotidiano del Popolo, avrebbero trasmesso “freddezza, costrizione e anche minacce. Essi hanno causato risentimento nelle persone e portato a tensioni sociali”.
Per questo un rapporto intitolato “Propaganda esterna per la popolazione e la pianificazione familiare” ha chiesto la creazione di nuovi slogan in grado di concepire una nuova idea di controllo delle nascite.
I nuovi slogan “tendono a promuovere i vantaggi di avere meno figli o la parità di genere” come ha scritto il Guardian che ne a riportato alcuni: “la bassa fertilità migliora la qualità; ragazzi e ragazze sono tutti tesori”. O ancora “il maltrattamento e l’abbandono delle bambine è severamente proibito”.
Tra i nuovi slogan che hanno ricevuto l’approvazione della Propaganda c’è anche: “prendersi cura di una ragazza vuol dire prendersi cura del futuro della nazione”.
Gli slogan non sono più il principale metodo di propaganda, perché la Cina ha fatto numerosi sforzi anche attraverso l’informazione online ed esperimenti di educazione sessuale nelle scuole che hanno dato adito a polemiche.
“L’educazione sessuale degli adolescenti – coma ha riportato il Guardian – è sempre più accettata e si concentra sulla costruzione di relazioni, rendendo la dimensione limitata della famiglia un messaggio più facilmente digeribile”.
I propagandisti del Partito quindi sono sotto pressione, per ammorbidire gli slogan affinché si arrivi al meglio all’inizio della tradizionale annuale Assemblea Nazionale che inizierà il 5 marzo.
[Scritto per Lettera43. La foto di copertina è di Francesco Gregori]