Le campagne contro la volgarità e la pornografia sono azioni decisamente comuni in Cina. Ora però arriva anche una ricompensa per “gli informatori” che segnalano alle autorità contenuti pornografici, trovati durante le navigazioni on line. Una sorta di delazione in rete, pagata. Le autorità – secondo quanto riportato dall’agenzia governativa Xinhua – stanno offrendo infatti circa 10.000 yuan, 1000 euro circa, per segnalare le pagine web contenenti pornografia.
Venerdì scorso, il numero verde aperto dal Center Reporting di informazioni illegali su Internet è stato subito raccolto da oltre 500 chiamate e 13.000 messaggi virtuali in sole 24 ore.
Il centro è reperibile ovunque su internet e pronto a raccogliere ogni segnalazione di documenti osceni o pubblicità dei prodotti sessuali. Le ricompense vanno da 1000 a 10.000 yuan, cifre ancora astronomiche in Cina.
Due mesi fa, le autorità cinesi hanno lanciato una campagna online di ricerca di materiale pornografico, con l’intento di sopprimere i giochi online non autorizzati, specie quelli con contenuti violenti e pornografici. L’Amministrazione generale della stampa e pubblicazione, aveva già rafforzato i requisiti per l’ottenimento di licenze per i fornitori di giochi online e addirittura aveva preso in considerazione l’introduzione di un sistema di rating per i contenuti violenti e pornografici.
All’inizio di quest’anno, i censori avevano minacciato di sanzionare i principali motori di ricerca on-line come Google e Baidu per eventuali risultati di ricerche con contenuti pornografici. Nel febbraio di quest’anno oltre 1650 siti erano già stati chiusi, così come erano stati rasati 200 blog ed eliminate circa 50.000 foto. La causa: "violazione della moralità pubblica».
Dall’altro lato, le risposte dei netizens alla censura stanno diventando sempre più sofisticate. Numerosi dipinti, come ad esempio la Venere di Urbino erano stato rimossi da una pagina di album fotografico Douban.com. Così divampano i fake ironici, come ad esempio la statua del David di Michelangelo è stata raffigurata con indosso una camicia in stile Mao, mentre strategicamente una cravatta è stata posta sulla rappresentazione di Adamo nel celebre dipinto della Cappella Sistina (nella foto).