Questa settimana una coltre di inquinamento ha coperto la Cina. E poi: raggiunti 5l4 milioni di internauti la maggior parte dei quali naviga attraverso smartphone e la posizione della Rpc su nascente conflitto in Mali e sulla crescita leggermente più alta delle previsioni. Con la foto di Zaijietou e la vignetta di Crazy Crab, China Files vi augura buon weekend.
14-01-2013
Nel weekend l’inquinamento in Cina ha raggiunto livelli veramente pericolosi. La rabbia dell’opinione pubblica è montata e oggi addirittura i media di stato mettono in discussione, incredibilmente, il modello di sviluppo che ha portato la Cina a privilegiare la rapida urbanizzazione e lo sviluppo economico a scapito dell’ambiente.
Anche Ai Weiwei contro l’inquinamento
Anche Ai Weiwei contro l’inquinamento
15-01-2013
L’artista e dissidente Ai Weiwei ieri si è fatto fotografare con la maschera antigas. È stato questo il suo modo di aderire al coro di disapprovazione generale per il livello di inquinamento raggiunto negli ultimi giorni a Pechino. E sono tutti d’accordo che lo sviluppo cinese non può continuare a scapito dell’ambiente.
Più connessi, più mobili, più 2.0
Più connessi, più mobili, più 2.0
16-01-2013
Sempre più connessi, sempre più mobile, sempre più microblogger. Il nuovo rapporto del China Internet Network Information Center offre ancora una volta numeri giganteschi e rivela tendenze importanti: 564 milioni di internauti di cui 420 che navigano attraverso smartphone.
Guerra in Mali. Il dilemma del "non intervento"
Guerra in Mali. Il dilemma del "non intervento"
17-01-2013
Mentre l’Unione europea appoggia l’intervento francese in Mali, la Cina rimane alla finestra. Il Mali è infatti uno dei paesi subsahariani dove la Cina ha investito di più. Al termine del conflitto, gli interessi cinesi potrebbero essere marginalizzati. E a Pechino ora stano rivedendo la strategia dello "sviluppo pacifico".
Solo non si vede il consumatore
18-01-2013
Nonostante l’economia cinese continui a crescere, il rallentamento del Dragone è inevitabile. I dati dell’ultimo trimestre sono migliori del previsto, ma solo grazie a nuove iniezioni di denaro pubblico e nuovi contolli sui palazzinari. Il consumo interno ancora fatica a decollare