Rassegna settimanale dei media cinesi

In by Simone

Questa settimana le elezioni in giappone hanno riaperto la ferita delle isole contese. E poi censura, nuovi leader e culti messianici che fruttano la fine del mondo. E come ogni settimana, la foto di Zaijietou e la vignetta di Crazy Crab. Buone feste dalla redazione di China Files. La rassegna torna il 12 gennaio.



Pulizie d’inverno per il Partito
21-12-2012
La fine dell’anno è tempo di bilanci. In Cina, vista la crescente insofferenza popolare nei confronti della corruzione tra i quadri di partito, i vertici stanno spingendo per un maggiore controllo sulla spesa pubblica. Quindi, tagli sui regali tra funzionari, tagli sui viaggi e sulle cerimonie. Riuscirà Xi a imprimere una svolta?

2012. Dio onnipotente contro il Dragone rosso
20-12-2012
Più di 800 arresti. Un giro di vite incredibile su una setta cristiana che si chiama Almighty God Church, ovvero la Chiesa di Dio onnipotente, di cui finora erano in pochi a conoscerne l’esistenza. Come cavalcare la paura per la fine del mondo e quanto il Governo ha paura delle organizzazioni religiose.

Sesta generazione. L’ascesa di Hu
19-12-2012
Nelle nomine dei segretari di Partito regionali si scoprono il volto e le intenzioni della nuova leadership e cominciano le speculazioni sulla sesta generazione di leader che salirà al potere nel 2022. Personalità di spicco, secondo molti destinata a una rapida ascesa, è Hu Chunhua.

Censura 2.0
18-12-2012
La censura è uno degli argomenti più delicati della Cina contemporane. L’atteggiamento delle autorità cinesi nei confronti di una mostra di Andy Warhol ha riportato al centro l’argomento. Mentre il Mao pop "non funziona più", l’accesso a Internet dalla Cina continentale si fa sempre più difficile.

Il ritorno di Abe irrita Pechino
17-12-2012
Domenica scorsa, gli elettori giapponesi hanno scelto di ritornare all’"usato sicuro" del Partito liberal-democratico. Il nuovo leader, Shinzo Abe, ha fin qui promesso un atteggiamento più assertivo verso la Cina. Che si dice preoccupata della possibile aggressività giapponese. Tokyo farà bene a "non attacare briga"