Rassegna settimanale dei media cinesi

In by Simone

La scomparsa di Xi jinping e le isole contese con il Giappone nel Mar cinese orientale. E poi il riaffacciarsi di Wang Yang sulla scena pubblica e Hu Shuli che invoca le riforme economiche. Mentre c’è ancora chi per pochissimo finisce nei campi di rieducazione. E come sempre la vignetta e la foto della settimana.

Lunedì 10 settembre: 10mila firme contro i campi di rieducazione
L’anno scorso si sono inginocchiati davanti alla bandiera di Tian’anmen per 30 secondi per chiedere giustizia contro la demolizione forzata delle loro case e attività. Ora la corte di Changsha li ha condannati ai lavori forzati per aver causato "disordine e disturbo". Si riapre il dibattito sui campi di rieducazione.

Martedì 11 settembre: AAA futuro presidente cercasi

Da mercoledì scorso Xi Jinping, non è apparso in pubblico. Ha cancellato tutti gli incontri ufficiali, da quello con il segretario di stato americano in poi. Le speculazioni: si è infortunato facendo sport? Voleva mostrare i muscoli agli americani? Un articolo lo vuole vittima di un attentato.

Mercoledì 12 settembre: Il Giappone nazionalizza le isole contese
Il Giappone domina le prime pagine dei giornali cinesi. Ieri è stato finalmente raggiunto l’accordo per la nazionalizzazione delle isole Diaoyu/Senkaku da parte giapponese. Per Pechino si tratta di un atto "illegale e non valido" al quale i cinesi non intendono arrendersi.

Giovedì 14 settembre: Il momento dell’austerità

Nel 2012 la crescita economica cinese dovrebbe attestarsi al 7,5 percento. Il dato è il più basso da 22 anni e attesta che la Cina è in fase di "soft landing", o crescita media. Per Hu Shuli, direttrice del settimanale Caixin è arrivato il momento di una svolta nella politica economica del Paese.

Venerdì 15 settembre: Wang, il liberale. Le ultime briciole della torta
Wang Yang, il segretario di partito del Guangdong famoso rivale dell’epurato Bo Xilai e apprezzato per aver saputo gestire le rivolte di Wukan nella maniera più democratica possibile, ha chiamato nuovamente alle riforme. Il suo discorso di ieri è stato letto da molti analisti come un ultimo disperato tentativo di raccogliere consensi per entrare a far parte del Comitato permanente del Politburo.