La scarcerazione di Kanahiya Kumar, leader e simbolo del movimento studentesco. Le elezioni locali indiane rischiano il richiamo della pancia. Il World Culture Festival che ignora l’ambiente. Lo speciale per il quinto anniversario della triplice catastrofe (terremoto, maremoto, nucleare) che l’11 marzo colpì il Giappone. Buone letture. Lunedì, 7 marzo: Kanahiya Kumar è libero ed è un simbolo
Dopo venti giorni di prigionia senza uno straccio di prova, il presidente del sindacato degli studenti di Jawaharlal Nehru University (Jnu) Kanhaiya Kumar giovedì notte è stato liberato su cauzione, a condizione che per i prossimi sei mesi collabori attivamente alle indagini delle autorità circa gli elementi «anti-nazionali» presenti nel campus. Raggiunto l’ateneo nella tarda serata di venerdì, Kumar ha tenuto un discorso di quaranta minuti davanti ai compagni del movimento studentesco. E la stampa indiana parla già di un giovane politico predestinato.
Martedì, 8 marzo: In India si va verso elezioni locali «di pancia»
Mentre continua la protesta degli studenti della Jawaharlal Nehru University (Jnu) contro la repressione governativa – mentre due studenti sono ancora in carcere con l’accusa di sedizione – sulla stampa indiana inizia a emergere con chiarezza una spiegazione plausibile sul perché il Bjp abbia alzato questo polverone internazionale contro l’università progressista di New Delhi. La risposta è: elezioni.
Giovedì, 10 marzo: India, il festival «spirituale» che ignora l’ambiente
Dall’11 al 13 marzo si dovrebbe tenere a New Delhi, sulle rive del fiume – sacro – Yamuna, il World Culture Festival organizzato dalla fondazione Art of Living per festeggiare tutti insieme il 35esimo compleanno dell’organizzazione, fondata e gestita da Sri Sri Ravi Shankar. Professione: santone vip giramondo, promotore di «pace e serenità» attraverso, anche, tecniche respiratorie anti-stress.
Venerdì, 11 marzo: Speciale Fukushima – Cinque anni dal «triplo disastro»
L’11 marzo del 2011 un terremoto di magnitudo 9.0 colpiva il Nordest del Giappone, scatenando un potente tsunami alto fino a quaranta metri. Quasi 16mila persone persero la vita trascinate via dall’onda anomala. Oltre 2500 persone ancora oggi risultano disperse. Un punto a cinque anni dal «triplo disastro», tra le politiche del governo e le richieste delle comunità locali.